Anche quest’anno la Liga ACB si conferma il campionato più rappresentato nelle coppe europee di alto livello e quindi il più interessante da seguire. Real Madrid, Barcelona, Baskonia e Gran Canaria giocheranno in Eurolega; Andorra, Malaga e Valencia in Eurocup; Tenerife, Fuenlabrada e Murcia in Champions League, mentre l’Estudiantes è stato eliminato al secondo preliminare di Champions dal Torùn.
LA FAVORITA
Rispetto allo scorso anno il Real Madrid ha aggiunto Gabriel Deck, argentino ’95 in fase di ambientamento e Klemen Prepelic atteso al più classico dei “salti di qualità” e, di fatto, ha recuperato Llull (in realtà a mezzo servizio già dalla serie con il Pana) e Kuzmic. Tante aggiunte/recuperi a fronte di una sola grande perdita: Luka Doncic. Gli equilibri saranno per un po’ in costruzione ma intanto la supercoppa 2018 è già in bacheca e verosimilmente ai playoff saranno la squadra da battere. Se proviamo a fare un paragone con lo scorso anno, Doncic era stato il trascinatore unico di quella squadra a causa della spaventosa quantità di infortuni subita dal Real, quest’anno è probabile che le responsabilità in fase di creazione del vantaggio siano più distribuite tra gli esterni con il post basso di Ayon che genera sempre rotazioni difensive e vantaggi sulla riapertura. In sostanza la squadra è lunghissima (12 giocatori veri da Eurolega) e il roster è completo, non ha buchi e possiede uno dei primi 3 giocatori d’Europa in Sergio Llull, a cui affidarsi nei finali con tre tiratori sempre in campo pronti a ricevere.
LE CONTENDER
Sono sempre loro, le stesse delle semifinali di campionato e supercoppa, Barcelona e Baskonia, l’una decisamente a trazione esterna, l’altra che si affida principalmente ai suoi lunghi.
Il Barça ha modificato molte cose rispetto allo scorso anno, facendo pulizia nel roster e presentandosi con delle rotazioni e delle gerarchie chiare e sensate. La stagione passa dalla convivenza di Heurtel e Pangos. Dovranno riuscire nei momenti in cui sono contemporaneamente in campo ad essere entrambi un valore aggiunto per il compagno, quindi probabilmente vedremo che Pangos tenderà a giocare lontano dalla palla, magari su situazione di blocchi per l’uscita. Invece i minuti condivisi con Ribas (perfetto per giocare senza palla) Kuric e Blazic (il più sottovalutato degli upgrade del roster) non presentano alcun problema. Per il resto i due punti di dubbio che verranno necessariamente chiariti nel corso della stagione sono se Hanga gioverà del fatto di dover creare meno dal palleggio per tornare ad essere il miglior glue-guy d’Europa e se Pesic riuscirà a sopportare più di 10 tiri casuali di Singleton e a inserirlo nel flusso dell’attacco. Nel caso sarebbe un altro notevole miglioramento rispetto al pur rispettabile Moerman
Baskonia invece ha cambiato poco e rispetto alla scorsa stagione, parte con una guida tecnica precisa e sicura, Pedro Martinez, di cui è chiara l’unità di intenti con la sua squadra e, per esteso, con la tifoseria e probabilmente con tutti i Paesi Baschi. A testimonianza di ciò, la tifoseria è stata, lo scorso anno, la più coinvolta di tutto il campionato, con più di 10000 presenze a partita. L’unico dubbio tecnico sulla squadra è che a seguito della partenza di Beaubois ci si ritrova con un creatore di gioco in meno, ed è vero che Shields e Hilliard possono, ognuno in piccola parte, colmare questa mancanza perchè sono giocatori che sanno fare un po’ tutto, ma serve anche una crescita di Vildoza, ’95 al secondo anno in Europa. È altrettanto vero che distribuire su più giocatori una parte della responsabilità che prima era di uno solo è spesso un salto nel buio, soprattutto nei finali di partita dove non c’è una gerarchia precisa, almeno all’inizio. Quindi, al momento, per creare vantaggi con gli esterni, ci si affida a Jayson Granger e in parte a Matt Janning, in attesa che Vildoza scavalchi Huertas e le sue palle perse sanguinose, nelle rotazioni. Il reparto esterni è completato da Shavon Shields e Patricio Garino, quest’ultimo in notevole crescita. Il pacchetto lunghi è semplicemente uno dei migliori d’Europa per assortimento e affiatamento e comprensione reciproci: garantisce difesa del ferro (Poirer), mobilità di piedi sui cambi e, in attacco, creazione di vantaggi dal post basso (Shengelia) spaziature (Voightmann) e, per tutti e tre ottime doti di bloccanti e rollanti.
Entrambe sono sicuramente due squadre da playoff di Eurolega, andare oltre dipende d tanti fattori, tra cui l’accoppiamento.
OUTSIDERS
In questo pacchetto ho inserito, in un ordine del tutto personale di competitività, tutte le altre di Euroleague ed Eurocup:
Valencia ha sostanzialmente confermato il roster che lo scorso anno ed è andato a un Gal Mekel di distanza dal qualificarsi tramite semifinale di ACB all’Eurolega. Quest’anno partecipa all’Eurocup ed è probabilmente una delle due favorite principali. Rispetto alla stagione 2017-18 sicuramente ha perso uno dei punti di riferimento tra gli esterni, Erick Green, che aveva iniziato la stagione molto forte calando poi nel finale e Tibor Pleiss. Mentre Green sostanzialmente non è stato sostituito, ma verrà compensato dall’aumento di minutaggio di Alberto Abalde, dal rientro di Antoine Diot e da Matt Thomas, che non hanno certo le stesse caratteristiche di creatore di gioco di Green, in quanto di tiratori che possono anche attaccare in palleggio. Il ruolo di Pleiss è stato spartito tra il ritorno di Mike Tobey, reduce da una stagione in cui ha trascinato Tenerife ai playoff e da Labeyrie che sta avendo un ottimo impatto. Bisognerà capire come procederà la convivenza dei due con Dubljevic che era e resta il punto di riferimento offensivo insieme, nei finali di partita insieme all’esperto San Emeterio. Attenzione a Doornekamp e Will Thomas che sanno trovare giocate importanti, punendo gli aiuti e aprendo il campo (guardate l’ultimo quarto con l’ASVEL per una dimostrazione pratica).
Gran Canaria forse ha cambiato un po’ troppo dopo la qualificazione in Eurolega, senza aggiungere una grande quantità di talento, persi Mekel e Radicevic manca un punto di riferimento tra gli esterni. Clevin Hannah e Dj Strawberry non so se siano pronti a prenderne il testimone, di sicuro aumentano le responsabilità di Marcus Eriksson che è un giocatore stupendo ma infinitamente più utile con dei creatori di gioco intorno. Il reparto ali è sicuramente migliorato con le aggiunte di Kim Tillie e Chris Evans che toglieranno un po’ di peso dalle spalle di Eulius Baez. I lunghi sono ben assortiti e, soprattutto Ondrej Balvin, potranno e dovranno crescere confrontandosi con una competizione di alto livello da affrontare. Il cambio di coach da Casimiro, autore del piccolo miracolo della scorsa stagione, a Maldonado, ex Estudiantes, esordiente a livello di Eurolega è di sicuro una scelta strana ed è impossibile capire a priori quanto e da che lato inciderà, dalle prime uscite sembra però che Maldonado prediliga quintetti molto grossi e fisici, forse anche per compensare qualche buco nella sezione “handlers” del roster.
Malaga, anche a causa della retrocessione in Eurocup, ha visto partire alcuni dei suoi leader tecnici: Nemanja Nedovic, Jeff Brooks, James Augustine e Ray McCallum, mentre i due lunghi sono stati rimpiazzati degnamente da due giocatori con caratteristiche completamente diverse come Wiltjer e Lessort con il caso del francese che ha stupito nel non aver avuto un contratto in una squadra di Eurolega. Per i due piccoli il solo Roberts, proveniente da una stagione mediocre con l’Olympiacos non basta, e l’aumento di minutaggio dei semi-giovani già presenti lo scorso anno rischia di caricare di responsabilità giocatori dal talento limitato rispetto alle squadre che abbiamo visto fin ora, a meno di una break-out season di Jaime Fernandez, in arrivo da Andorra. Nel finale della prima di Eurocup contro il Rytas è successo esattamente questo: la mancanza di uno scorer dal palleggio ha condizionato la partita. Il vuoto di Nedovic è rimasto non colmato e il post basso di Shermadini non sempre è un’opzione affidabile per creare vantaggi per i tiratori.
Andorra dopo una stagione che l’ha vista andare a 3 minuti dall’eliminare clamorosamente il Barça ai quarti, si ripresenta con qualche pedina fondamentale in meno e qualche dubbio in più. Dubbi soprattutto nelle rotazioni dei piccoli, dato che nel backcourt con Albicy e uno tra Luz ed Ennis si soffre tantissimo il post basso degli esterni (il Galatasaray ha vinto la prima di Eurocup proprio da questa situazione), mentre se si gioca con Michele Vitali da guardia si tende a coinvolgerlo un po’ troppo da palleggiatore del pick and roll, ruolo che, lo scorso anno era di Blazic, ma sembra ancora abbastanza lontano dalle caratteristiche di Michele. Oltre all’addio di Fernandez, Vladimir Jankovic, che era stato uno dei giocatori più utili nella serie con il Barcelona è tornato in Grecia, lasciando al suo posto una grande confusione nelle rotazioni negli spot tra 3 e 4. Se durante l’anno si dovesse trovare una quadra potrebbero risultare pericolosi, ma per il momento tutto quello che possiamo dire è che tra i lunghi Wittington e Diagne possono giocare insieme, perchè il primo è abbastanza perimetrale e il secondo abbastanza mobile, il resto dipende dal lavoro del coach ex Murcia e Baskonia, Ibon Navarro.
BONUS TRACK
Siccome il primo turno dei playoff è al meglio delle 3 partite, non è infrequente che le squadre sfavorite possano mettere in difficoltà le grandi, quindi ecco qualche piccola con legittime ambizioni di sgambetto e qualche giocatore di particolare interesse:
Estudiantes: dopo l’orribile eliminazione dai preliminari di Champions contro il Torùn può concentrarsi solo sul campionato. Da tenere d’occhio Zoltan Perl, guardia che sa fare tutto ex Orlandina, Nik Caner-Medley, veterano ma il miglior giocatore della squadra e, per i tifosi di Milano, Omar Cook, play titolare.
Zoltan Perl
Tenerife: Ottavi lo scorso anno, perdono Tobey, rimpiazzato da Colton Iverson, ma ritrovano Txus Vidorreta l’allenatore con il quale vinsero la Champions 2016-17.
Fuenlabrada: Per i varesini c’è Eyenga, per tutti gli altri Cruz (che ha vinto la partita con il Bamberg) e Lucas Nogueira che pare abbia superato la depressione e la faida con l’Estudiantes, suscitando molta curiosità suo ritorno in Europa dopo quattro anni a Toronto
Badalona: Per tornare nelle zone che contano, l’acquisto importante è Todorovic dal Khimki, quello hipster è Laprovittola, come non seguirlo?
Saragozza: Dopo un salvataggio rocambolesco per merito di Gary Neal (miglior realizzatore del compiono lo scorso anno), hanno costruito una squadra intrigante ed esperta con Renaldas Seibutis, Fran Vasquez, Stan Okoye e Bo McCalebb.
Burgos: Solo per seguire la possibile rinascita di Fitipaldo e la prima stagione con minuti e responsabilità di Radoncic.
Obradoiro: Soprattutto per i tifosi di OKC, lo sbarco di Kyle Singler in Europa, potrebbe funzionare, ma anche no.