Addio a Bill Walton: “The Grateful Red”, hippie, pacifista, mito NBA

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Bill Walton
Credits Ipa Agency

Il mondo della pallacanestro dice addio a Bill Walton. “Bill il rosso” ha perso la sua lunga lotta contro il cancro. Era caduto e si era rialzato mille volta. Questa volta si è dovuto arrendere a un avversario più forte di lui. E’ Flavio Vanetti sul Corriere della Sera a lasciare uno splendido ricordo a chi non lo ha avuto la fortuna di ammirarlo sui campi della NBA.

UCLA e John Wooden

Due titoli NCAA con John Wooden e subito l’inevitabile etichetta di “Jabbar Bianco”. La scuola di John Wooden plasmò dentro e fuori dal campo uno spirito ribelle e anticonformista come quello di Walton. Il quale, però, quando c’era da giocare, diventava immarcabile. Al college vinse 88 partite di fila. Tra liceo e college non perse una partita per 5 anni di fila.

Due titoli NBA, mille infortuni

Vinse due titoli NBA. Nel 1977 ai Portland Trail Blazers e nel 1986 ai Boston Celtics. Il primo da protagonista assoluto. Il secondo da sesto uomo dell’anno nella dinastia di Larry Bird, quando tutti lo consideravano oramai finito. Nel mezzo mille infortuni e 38 operazioni chirurgiche. Il più grande what if della storia della NBA.

Hippie e pacifista. Dai “Grateful Dead” alla bicicletta

Uno dei giocatori più anticonformisti. Così lo descrive Flavio Vanetti sul Corriere della Sera. “Bill è stato pure altro. Ad esempio, un hippie del parquet (anche il look, con la barba rossa e una fascia a cingergli la testa, sosteneva l’immagine), oppure un pacifista che contestava la presenza degli Usa nella guerra del Vietnam e che per questo motivo ebbe i suoi problemi (c’è una foto che lo ritrae mentre fa un sit-in, con gli agenti che cercano di farlo sloggiare)”. Amante della musica e del gruppo rock Grateful Dead (i tifosi lo soprannominarono “The Grateful Red” per l’inconfondibile colore dei suoi capelli), amava fare lunghi giri in bicicletta dall’alto dei suoi 212 centimetri per contemplare le meraviglie della natura. Un mito della West Coast, che negli ultimi anni diventò apprezzato opinionista di ESPN.

Cosa ne faremo degli avversari?

Cosa sarebbe stato Bill Walton senza gli infortuni? E’ ancora Vanetti, a chiosa del suo articolo, a domandarselo. “Forse sarebbe stato davvero il Jabbar bianco, detto che anche così è stato un giocatore indimenticabile, il faro di quella Portland che impazzì quando lui la trascinò al successo, nel segno della “blazermania” e di quella battuta che riecheggiava nello spogliatoio prima di entrare in campo: “Che cosa ne faremo degli avversari? Li prenderemo per il c…”.

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