Alessandro Gentile e l’Olimpia Milano, una storia infinita

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Gentile

In una di quelle che storicamente rappresenta una delle piazze più importanti del basket italiano, pochi giocatori suscitano l’ammirazione nei tifosi dell’Olimpia Milano come Alessandro Gentile. L’ala, attualmente nel roster di Scafati, infatti rappresenta uno dei capitani più simbolici della storia delle scarpette rosse. Un intreccio tra le due parti che si è sciolto dopo pochi anni, vissuti tuttavia nel modo più intenso possibile. Ripercorriamo allora quelle che sono state le tappe della carriera di Gentile a Milano, a pochi giorni dal suo ritorno nel capoluogo lombardo per l’ennesima volta da avversario.

Dopo essere cresciuto nelle giovanili della Virtus Bologna e aver esordito in prima squadra con Treviso, il figlio dell’ex Olimpia Nando arriva a Milano nel 2011. Il suo debutto arriva in Eurolega a Belgrado il 22 dicembre, nella vittoria contro il Partizan per 66-72. Subito dopo avviene il suo esordio anche in campionato contro la Bennet Cantù, partita in cui arrivano i suoi primi punti con la maglia biancorossa.

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Quello stesso anno, Gentile diventa il terzo giocatore più giovane di sempre a partire in quintetto in una partita delle Finali Scudetto. La sua importanza all’interno della progettualità Olimpia cresce ulteriormente nella stagione 2012-13, e all’inizio di quella successiva viene appuntato come capitano più giovane di sempre nella storia di Milano. Gentile cambia ruolo e numero di maglia, prendendo la 5 che era stata di suo padre. Quella 2013-14 è l’annata della consacrazione definitiva per lui e per tutta la squadra. Gentile realizza il suo career high di 24 punti in Eurolega e guida il roster, allenato da Luca Banchi, al successo nelle Finali. Milano torna a vincere uno scudetto dopo 18 anni, e Gentile si consacra come simbolo dei tifosi meneghini venendo premiato MVP delle Finals.

È questo il periodo in cui Gentile raggiunge uno dei maggiori apici nella sua carriera, venendo anche selezionato al Draft NBA 2014. Il secondo anno sotto l’era Banchi, tuttavia, si rivela più complicato di quanto le premesse facevano intendere. Nonostante le sue prestazioni ottime ai Playoff, Milano perde in semifinale contro Sassari. L’anno successivo comincia con un nuovo coach, Jasmin Repesa, e un nuovo progetto. Tuttavia, le prestazioni di Gentile calano in efficacia. Complice anche un rapporto con Repesa forse mai veramente sbocciato e tanti infortuni. Milano vince lo Scudetto e la Coppa Italia, ma l’attenzione degli scout europei e americani verso Gentile inizia a scemare. Così come il suo umore e la voglia di rimanere a Milano.

All’inizio della stagione 2016-17, Gentile dichiara di volere andare a giocare in NBA. L’ingaggio non si concretizza, e il capitano rimane a Milano vincendo la Supercoppa 2016 contro Avellino. Il mancato approdo in America, tuttavia, influisce molto sulle sue prestazioni e ad ottobre Gentile manifesta il suo malcontento. In risposta, l’Olimpia gli revoca la fascia di capitano. Dopo questo episodio, il rapporto è ormai completamente compromesso e il figlio di Nando si trasferisce in Grecia al Panathinaikos. Lasciando così per sempre la Milano che tanto gli aveva donato e altrettanto da lui aveva ricevuto.

La carriera di Gentile a Milano è stata una straordinaria saga di successo e talento, costellata tuttavia anche da altrettante difficoltà. Tutte le parti avrebbero probabilmente sperato in una conclusione diversa, che avesse valorizzato ulteriormente il percorso e il rapporto che ha legato il giocatore all’Olimpia. Tuttavia, l’affetto dimostratogli dai tifosi in tutti questi anni è il più importante lascito di quanto Gentile ha costruito con le scarpette rosse. E sicuramente il pubblico biancorossa non mancherà di salutarlo con il dovuto calore anche in questa occasione.