Legabasket: ascolti Milano-Virtus, flop annunciato e doloroso

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256.000 spettatori. Meno del 2% di share. Numeri, per quanto risibili e paragonabili, comunque inferiori a trasmissioni della stessa fascia oraria come L’isola del vero amore e Il provinciale. Inutile girarci intorno: la diretta in chiaro del big match Milano-Virtus è stato un fiasco completo. La perseveranza di Gandini e della LBA di mantenere a tutti i costi la diretta televisiva di Rai2 optando per le 16 di un mercoledì qualunque non è stata premiata. Zero scuse, zero alibi. L’unico dubbio cui sarebbe lecito rispondere è il seguente: il basket italiano fa davvero così schifo o, come il miglior Tafazzi, gode nel farsi mediaticamente male, presentandosi come inadeguato e fuori luogo?

Oggettivamente, chi poteva essere invogliato a seguire la diretta di Rai2 in un pomeriggio di metà settimana? A maggior ragione, se l’evento non ha goduto di alcuna campagna pubblicitaria, se non qualche sporadico post sui profili social della lega. Vero, la collocazione originaria della partita (26 dicembre, ore 16) era sicuramente più attraente anche per un pubblico “occasionale” come quello che si sarebbe appisolato sul divano dopo le abbuffate di Natale e Santo Stefano. Ma, giova ricordarlo, solo due anni fa il Derby d’Italia raccolse nello stesso periodo dell’anno uno share del 3% sulla stessa rete, tenendo “incollati” allo schermo 445.000 persone. Nulla è cambiato nel corso di due anni. Com’è possibile?

Com’è possibile non aver sfruttato un biennio così? Un biennio che ti avrebbe permesso di poter sperimentare e ribaltare impostazioni e programmi. Un biennio talmente unico nella storia che qualsiasi tentativo, anche il più eventualmente fallimentare, sarebbe stato condonato a causa della situazione contingente. Si dice che l’occasione fa l’uomo ladro: per fortuna di ladri non se ne vedono, ma neanche di furbi e astuti. E no, non è sufficiente ricorrere alle assenze delle due squadre come giustificazione per i mancati ascolti: lo spettacolo e le emozioni offerte da Melli e Teodosic, da Hines e Belinelli non sono affatto mancati. Peccato che non se li sia goduti nessuno. O quasi.

Che serva da lezione. Magari non approcciarsi più alla televisione di stato, che nel corso degli ultimi anni ha sovente dimostrato di non tenere particolarmente, in termini di investimenti e salvaguardia della diretta, al prodotto “basket italiano”. Forse ricercare accordi migliori con piattaforme di streaming, per strizzare l’occhio a generazioni sempre più interconnesse e lontane dai canoni televisivi. Possibilmente pubblicizzare meglio quello che dovrebbe essere uno dei momenti clou dell’intera annata sportiva. Anche solo per convincere mamme e nonne a mettere su quel canale come sottofondo, per allietare la merenda del figlioletto a casa da scuola. Sia mai che poi si appassioni, in un futuro più o meno lontano. Chiediamo troppo?