Rovinosa sconfitta dell’Olimpia Milano in casa dell’Asvel Villeurbanne per 81-77. La squadra francese regala la prima gioia ai propri tifosi nel nuovo impianto e condanna, con molta probabilità, gli uomini di Messina ad abbandonare definitivamente la corsa per il play-in. Determinante la prova di Lauvergne, autore di 17 punti in 20′, unita alla buone prova di De Colo a livello di gestione (13 pt e 16 di valutazione per lui). Nelle file milanesi le buone prove di Hall e Lo non sono sufficienti ad evitare la rovinosa sconfitta.
Lauvergne
Il principale fattore offensivo dell’Asvel è stato Lauvergne e la sua capacità, nella serata, di attaccare i lunghi milanesi. Il principale indicatore della pessima difesa dell’Olimpia è proprio nella facilità con il lungo francese è riuscito ad attaccare i pari ruolo dopo aver ricevuto il pallone dopo il pick.
Milano opta per la solita difesa edge sulla palla, facendo uno show aggressivo con il difensore del bloccante per ritardare la visione del palleggiatore, concedendo qualcosa alla rollata. Ed è su questo ultimo aspetto che si consuma il dramma cestistico: cattiva pressione sulla palla, show eseguito in ritardo e passaggio permesso con tempi ottimi.
Il lungo francese ha punito la difesa di Milano in vari modi: slip, attaccare lo spazio lasciato al rollante dopo l’edge (mancanza totale di lato debole) e attaccare dal palleggio il difensore.
Se alle difficoltà di Voigtmann lontano dall’area siamo abituati, le difficoltà di Melli sono state il principale indicatore della serata milanese.
Chi di pick and roll colpisce, di pick and roll perisce
La costante della partita è stata la difficoltà delle due squadre di contenere il pick and roll avversario. Milano, seppure in una serata non brillantissima a livello offensivo, ha prodotto 1 ppp e l’Asvel ha prodotto 1,214 ppp. La differenza è nel fatto che la squadra francese ci ha abituato in questa stagione ad avere grossi problemi, mentre la squadra italiana quanto meno ha sempre mantenuto una buona attitudine difensiva, e quest’ultimo dato è molto significativo di un momento pessimo in una stagione molto negativa.
L’Asvel ha sfruttato molto bene la condizione non ottimale di Lo per giocare il pick and roll di ingresso nei suoi set offensivi, costringendo l’Olimpia a dover inseguire fin dai primi secondi causa una pressione sulla palla non adeguata al livello . A questo livello, anche un attacco non eccezionale come quello dell’Avel, può fare molto male se non incontra una grossa opposizione a livello fisico e i giochi a due francesi hanno prodotto una infinita sequenza di rollate ottime (vedi Laveurgne), palleggiatori che attaccavano l’area dritto per dritto dopo il pick e sponde perfettamente coinvolte e in grado di attaccare il close out difensivo.
Ovviamente sarebbe troppo riduttivo ricondurre tutto alla condizione di Lo, soprattutto vista la grande difficoltà di tutto il reparto esterni nel tenere i primi palleggi di qualsiasi azione difensiva.
Di contro anche l’Asvel ha concesso molto all’attacco milanese a causa delle difficoltà di contenere di Lee, Scott e De Colo di contenere sul perimetro il primo passo degli avversari e la scarsa mobilità laterale di Lauvergne, spesso coinvolto nei giochi a due.
L’attacco milanese per lunghi tratti non ha sfruttato questo accoppiamento favorevole, ma allo stesso tempo di solo talento ha comunque ricavato quei punti estemporanei dalle situazioni di pick and roll che le hanno permesso di rimanere in partita fino al tracollo dell’ultimo quarto.
Come ti gioco contro il cambio
Un altro aspetto molto positivo della partita francese è stata la capacità dei francese di attaccare i mismatch fisici. Se la difesa di Milano era aggressiva sul pick and roll per allungare la corsa del palleggiatore, l’Asvel doveva sfruttare quel lasso di tempo in cui il difensore del bloccante tornava ad accoppiarsi con il proprio avversario diretto per giocare contro la rotazione.
Sulle rollate profonde il lato debole di Milano ha spesso dovuto adeguarsi cambiando in emergenza e esponendo gli esterni a difficili mismatch contro Lauvergne e Ndiaye. Come spesso succede, una difesa che appoggia molto sui cambi non può permettersi di non essere aggressiva e su questa passività l’attacco francese ha lucrato tantissimo, risultando migliore di quanto ha proposto in questa stagione.
Quando piove grandine
La partita in se non verrà ricordata come una delle più memorabili di questa stagione, soprattutto nella settimana in cui Eurolega ci ha regalato due ottime partite come Real Madrid- Panathinaikos e Barcellona-Monaco. La cosa che però fa riflettere maggiormente è la prestazione negativa della difesa di Milano (anche se sarebbe opportuno parlare della prestazione negativa in toto dei biancorossi) che ha fatto sembrare la squadra francese migliore di quanto lo sia realmente.
Al netto di tutte le valutazioni tecniche che si possono fare, è completamente mancato il focus sulla partita dopo giorni in cui sarebbe dovuto prepararla visto il lungo lasso di tempo intercorso tra la finale di Coppa Italia e questa partita.
Parziale scusante gli infortuni in serie a ridosso della palla a due ma che difficilmente possono giustificare un approccio difensivo così passivo da una compagine che, per come è stata costruita e per i dettami del suo allenatore, parte proprio dalla difesa per costruire le sue fortune. Segnale molto brutto che non lascia buone impressioni per il proseguo della stagione.