In un gioco di battute, risposte e colpi di chiusura dello scambio, il confronto a distanza tra Ergin Ataman e Pablo Prigioni assomiglia più a una partita di tennis che a un acceso confronto tra uomini di pallacanestro. Dalla conferenza stampa del coach del Panathinaikos a margine della vittoria col Kolossos Rodi alla replica via X del CT dell’Argentina, l’ultima frustata in ordine di tempo è di Ataman, stavolta diretta non ancora alle prestazioni e agli atteggiamenti di Luca Vildoza ma nei confronti di Prigioni.
Nella conferenza stampa prepartita del Round 34 di EuroLeague, Sport24 riporta queste dichiarazioni del bicampione di EL con l’Efes:
Nelle squadre succedono alcune cose tra me, i miei giocatori e la società. Per me è qualcosa di normale. Non c’è problema. Facciamo il nostro lavoro per il nostro mondo e per le nostre persone. Qualcuno deve assumersi la responsabilità, non solo l’allenatore, non solo il club.
Quello che ho trovato strano è che oggi ho scoperto che un uomo che era giocatore e ora allena come assistente in NBA ha iniziato a essere coinvolto nelle nostre dinamiche interne. L’NBA è un’organizzazione seria [e] per questo, e non risponderò [alle critiche di Prigioni]. L’NBA dovrebbe agire per il proprio allenatore in modo che non venga coinvolto negli affari interni di altri club in Europa.
Per la prima volta nella mia vita, vedo qualcuno in NBA che si preoccupa di quello che sta succedendo nei club in giro per il mondo… So quello che sto facendo: il nostro unico obiettivo è qualificarci per i playoff attraverso il secondo posto, andare alle Final Four e lottare per il titolo. Questo è il nostro obiettivo, non reagire a quello che dicono gli ex giocatori che ho appena scoperto stiano allenando le squadre NBA.
Tra la sagacia retorica e la mancanza di rispetto il confine è spesso labile, e Ataman in primis rischia sempre di valicarlo dalla parte sbagliata. Decidendo di replicare – legittimamente nel contenuto – alle parole di Prigioni non facendo nomi e cognomi e indicando come principale mansione dell’ex play di Barcellona e Baskonia quella di assistant coach dei Minnesota Timberwolves e non come – decisamente più influente e determinante nella questione Vildoza – commissario tecnico della nazionale albiceleste, non è stata la più lungimirante e ponderata scelta comunicativa del coach turco. A maggior ragione, facendo finta di credere davvero all parole di Ataman, avendolo scoperto da poco…