Basket NBA e podcast, una moda fortissima…e in Italia?

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Ormai in NBA è una moda, quasi un sacrilegio non averlo…parliamo di podcast. Tantissimi giocatori si sono cimentati in questa forma di comunicazione, ma finchè erano pochi i contenuti diventavano molto interessanti a livello di storytelling e dietro le quinte, quando diventano troppi, la ridondanza è dietro l’angolo. E soprattutto non tutti sono bravi o portati allo stesso livello per comunicare attraverso quella piattaforma. Dall’altra parte noi in Italia magari apprezzeremmo se qualche giocatore volesse cimentarsi nella cosa. Ne abbiamo parlato con Marco De Benedetto nell’ultima puntata di Backdoor Call.

Il fenomeno dei podcast è interessante, noi ne siamo i primi che, come dimostra Backdoor Podcast appunto, ne usufruiamo. Ovvio che i giocatori sono diventati sempre più consapevoli di quello che li circonda e abbastanza consapevolmente hanno iniziato a usare la piattaforma che parla di loro, quindi in realtà io li trovo interessanti per la maggior parte. Come sempre i social sono quello che una volta era il bar, piuttosto che il treno, piuttosto che il ristorante e quindi così come una volta al bar, al ristorante, in treno si incontrava gente interessante ma anche meno, così nei podcast, che non per forza sono tutti così affascinanti. Credo che la formula più interessante di tutti sia un qualcosa di nuovo collegato a un qualcosa di tecnico, perché comunque un po’ di basket tecnico, un po’ di idee su quello che si fa funziona sempre, infatti uno degli opinionisti adesso in maggior voga negli Stati Uniti è J.J. Redick che è nettamente quello che approfondisce di più il tema tattico e tecnico di quello che racconta, quindi per esempio per i nostri amici che ci sentono consiglio di sentire una partita NBA raccontata da lui, è un qualcosa che secondo me alla fine piace. Non si parla solo di quello, ma un po’ di tecnica ci vuole sempre, non deve essere solo il racconto perché sennò se tutti sono alla ricerca del racconto originale si perde poi un po’ l’essenza del gioco.

 

Secondo me (mal contati solo nella serie A italiana) ci sono una decina, quindicina di persone che sarebbero interessanti…diciamo per comodità uno per squadra. Tanti ne conosco, qualcuno sarei curioso di ascoltarlo perché invece non lo conosco, so che ci sono ragazzi intelligenti che parlano anche da un punto di vista diverso e fanno un racconto da dentro ma consapevole che è sempre più interessante del racconto da fuori per quanto sia dettagliato. Anche perché loro hanno la fortuna di poter unire la tecnica all’esperienza. Poi è chiaro che se inizi il lavoro devi portarlo avanti con costanza e provando che sei un po’ superiore alle chiacchiere che ne possano nascere.

 

 

 

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