Basket Sofa Final 4 NCAA: Moretti e Virginia in finale

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Davide Moretti

Se ci spostiamo nel cuore di Minneapolis, per quello che è l’evento sportivo più seguito dopo il Super Bowl, in un testa a testa con le Finals NBA, seguire le Final 4 della NCAA Division I – Men’s Basketball è davvero un privilegio che riconcilia gli appassionati col gioco della pallacanestro, nel senso più autentico del termine. Perché oltre al talento, ha contato, nelle vittorie di Virginia e Texas Tech, anche e soprattutto il cuore, la difesa e quel modo di saper fronteggiare le difficoltà che rende il basket palestra di vita. As always, enjoy your read and keep lovin’ basketball…

IL “GO TO GUY” DESIGNATO: VIRGINIA IN FINALE

Neanche a volerlo scrivere con lo spartito, poteva esserci un finale così assurdo. Per certi versi la rimonta dei Tigers sembrava aver spento, ancora una volta, il sogno di Virginia. Addirittura, prima che Guy avesse la conferma che il contatto era stato ravvisato dagli arbitri, anche lo speaker del palazzetto di Minneapolis aveva decretato la vittoria di Auburn. Invece no, fallo – per certi versi un contatto veniale ma che ci può stare – con tre liberi per Guy, che vengono inchiodati con freddezza. Solo lo sweesh del cotone per il ragazzo “che aveva il codino” e che fino a 1 minuto dalla fine era la vera delusione della gara. Prima la bomba del -1, poi i tre liberi del successo. I Cavaliers vanno in finale per la prima volta nella loro storia, rimettendo insieme i cocci di un percorso che è durato più di un anno, quando da numero 1, persero malamente contro la #16 UNBC, con Guy che decideva di abbandonare la sua pettinatura a chignon e coach Bennett che era chiamato a riprendere i suoi prima mentalmente e poi col gioco.

Ancora una volta la fragilità di Virginia – che è direttamente proporzionale alla scelta di ritmi bassi e poco intensi – si era palesata quando dopo un vantaggio anche in doppia cifra a 5’ dalla fine, aveva completamente staccato la spina. Ecco quindi che Bryce Brown saliva in cattedra, con tre triple in un amen e un incredibile comeback per i Tigers che assaporavano già una finale per certi versi meritata. Eppure, quando Guy, con la maglia sulla testa dopo quel tiro e quel contatto sulla sirena, aveva sentito il fischio, sapeva già che gli sarebbe toccato il giro in lunetta, l’aveva sentito quel tocco dell’avversario, stava solo cercando la giusta concentrazione. Finisce 63-62, con Jerome (21 punti, 9 rimbalzi e 6 assist) migliore in campo dei suoi, Guy importante con 15 punti e 4 assist, mentre Hunter ne aggiunge 14. Limitatissima Virginia che in pratica gioca solo col quintetto, senza avere nulla da panchina. Auburn aveva provato ad appoggiarci a McLemore sotto (9+12 rimbalzi), ma ha girato meglio quando le percentuali di Brown (12) ed Harper (11) si sono alzate nel secondo tempo.

CADUTA SPARTANA: TEXAS TECH BRAVA E CINICA

Di quelle arrivate a Minneapolis, la truppa di coach Izzo doveva apparire la favorita, eppure è imbrigliata nelle maglie difensive di una Texas Tech che se è vero che sull’intensità e l’agonismo ha fatto i suoi successi, deve il successo finale, 61-51, anche e soprattutto al cuore di Owens e alla mano calda di Matt Mooney, che sceglie la giornata giusta per scrivere il proprio high personale da 22 punti. Tre triple spezza gambe nella ripresa e vantaggio che raggiunge le 13 lunghezze, imprendibile per gli Spartans che hanno comunque la forza di provarci e di ritornare in partita. La catarsi prima, quando Owens, uscito per un infortunio che appariva abbastanza serio, decide di giocare sul dolore, ritornare in campo nel momento difficile e di riportare i suoi con la testa e lo spirito giusto, di una squadra che comunque merita a buon titolo il suo posto alla finalissima.

I tifosi Spartani sicuramente non potranno dire nulla alla squadra di coach Izzo, che a 1.30 dalla fine hanno avuto con McQuaid una bomba aperta piedi per terra che avrebbe impattato di nuovo la sfida, ma nella serata in cui Cassius Winston tira 4/16 dal campo ed è silente per buona parte della ripresa, nonché c’è poco o nulla da Goins e Tillman, è davvero difficile rimettere in piedi la sfida. I red Raiders, che a bordo campo avevano uno scatenato Patrick Mahomes a fare il tifo, chiudono i conti con i 10 di Culver e soprattutto con l’apporto dalla panchina di Francis ed Edwards, bravi a far rifiatare il quintetto anche in situazione di emergenza. In 38’ sul parquet, Moretti chiude con 2/6 dal campo (1/4 da tre), per 5 punti, in apertura di ripresa, che lanciano il break decisivo della prima fuga di Texas Tech. A Michigan State non basta un Henry perfetto dal campo da 11 punti e tanta sostanza, che non è arrivata da Winston e McQuaid.