Finisce l’estate o quasi, inizia il basket giocato che vale la pena seguire. Mentre ci si prepara alle nuove competizioni, tra squadre ridotte e amichevoli, in Cina inizia il mondiale e anche Basket Sofa vuole preparare gli snack e la compagnia giusta per poter approcciarsi a questo evento che avrà, volente o nolente, una cassa di risonanza non indifferente. Tra squadre più o meno blasonate, tra storie di altri tempi e giocatori semisconosciuti, la kermesse sarà di quelle da seguire e non solo per l’Italia, ma anche per i tanti campioni NBA che accenderanno la contesa e regaleranno momenti che non dimenticheremo. As always, enjoy your read and keep lovin’ basketball…
LITUANIA…GIOIA E DOLORE
Si riparte da quei liberi di Gianluca Basile a Saitama in un pazzo finale contro la Lituania, la maledetta Lituania che negli ultimi anni ha messo spesso i bastoni fra le ruote alla nazionale italiana. Azzurri che mancavano da un po’, con il solito roster che, prima di essere annunciato, viene preceduto dall’elenco di assenti, per questa o quella causa. Di solito, almeno nel calcio, quando il pre-mondiale va male, si arriva a grandi risultati, e l’aver perso anche con la Nuova Zelanda è un chiaro sintomo di malessere, ma questo è il basket e le cose sono ben diverse. A Belinelli, Gallinari, Datome e Gentile il ruolo di guidare la truppa per carisma e carattere, ai tanti gregari a supporto dei 4 più rodati il compito di entusiasmare un paese in cui la pallavolo negli ultimi mesi sta prendendo nettamente il sopravvento nei cuori dell’appassionato sportivo nazionale medio.
Se si paragonasse l’Italia alla Lituania, di sicuro non ci sarebbe storia. Hanno tradizione, seguito, talento e possibilità di fare grandi cose ed in bello stile. Non sicuramente la squadra più forte delle ultime rassegne, quella baltica, ma guai a sottovalutare la nazione in cui un bambino impara prima a tirare da tre e poi a camminare. La chimica di squadra resta un punto fermo, indipendentemente dagli attori sul parquet. Servirà la solita dose di agonismo e la solita incredibile mole di pubblico a seguito, anche se la trasferta è impegnativa. Sarà inoltre interessante vedere se, anche per questa competizione come per le ultime, sarà un terzetto di ragazze lituane a incantare la platea non solo per tifo ma anche per bellezza.
GRECIA E FRANCIA AL BIVIO, UNA NUOVA ARGENTINA E SPAGNA E BRASILE VECCHIE
Ci sono squadre che non tramontano mai. Se è vero che la Grecia ha rinnovato il roster con Antetokoumpo e la sua freschezza, il resto della squadra è un misto di giocatori che sono vecchie volpi del parquet e che sembra giochino da secoli, neanche fossero le cariatidi dei templi antistanti il Partenone. L’Argentina invece ha un gruppo nuovo di giocatori semi-sconosciuti, che potrebbe anche fare bene perché sono coesi, non hanno paura di niente e nessuno e hanno un girone più o meno abbordabile in cui poter sperimentare. Riusciranno a ripetere i fasti della generacion dorada? Impossibile da dire fin da ora, ma sapere che, tra i 12 sul parquet c’è l’immortale Luis Scola, è sicuramente un bel innesto di fiducia.
Se ci si lamenta del mancato ricambio generazionale, Spagna e Brasile non possono essere chiamate in causa. Squadre zeppe di talento, indubbiamente, ma carta d’identità alla mano alla fine dei propri cicli. Rischio di infortuni dietro l’angolo e competizione serrata, giocata alla latitudine cinese che non aiuta a recupera per le condizioni climatiche, possono essere un fattore da non sottovalutare. Così come non deve mai essere dimenticata la Francia, che di esperienza e talento ne ha, ma nel mezzo di una nuova generazione e di quella dei tantissimi NBAers ha bisogno di una affermazione importante. Sono al livello delle big? Lo scopriremo.
AUSTRALIA, SERBIA E TEAM USA…
Detto che la Serbia prima o poi esce sempre come una squadra fortissima, con Bogdanovic e Jokic fanno davvero paura a chiunque. Sono forse più esperti e completi del loro personalissimo Dream Team caro al Maresciallo Tito prima della disgregazione della Yugo, ma devono cementare in questi pochi giorni stili differenti e cementare l’enclave. Se riescono ad avere continuità e non si perdono nel loro basket champagne, hanno di che godere. Team Usa è la solita favorita, ma coach Pop non ha avuto nessuna delle grandissime star che ci si aspettava. Squadra una spanna sopra le altre per atletismo e fisicità, ma sfidabile, specie se ha tanti minuti anche Plumlee come pivot. Sulla gara secca ad eliminazione diretta, potrebbero anche creare un caso di stato, la dimostrazione è stata quella della sconfitta contro Australia di qualche settimana fa. Non erano i mormont yankees che prepararono la nazionale prima delle olimpiadi di Melbourne, però questi Usa non sono immortali, specie se messi in crisi da una difesa asfissiante alla Dellavedova e pungolati a dovere da due spine nel fianco (anche se coach Pop non l’ha propriamente detta così) come Ingles e Mills.
Palla a due a brevissimo, col girone A delle cenerentole e della storia che più mi piace immaginare come da I love this game, ossia quella della Costa d’Avorio, che magari sarà uno sparring partner, ma è arrivata a questa competizione sgomitando e con un giro di coincidenze e di sacrifici sul campo immani. Meritano di essere in Cina e possono giocarsi anche qualche carta contro Venezuela e Polonia.