La gestione del Baskonia, vista dall’esterno non è sempre lineare. Ci sono stagioni in cui il front office decide che c’è bisogno di un periodo di transizione e quindi anche sullo 0-4 si cerca di trattenere in ogni modo un Pablo Prigioni dimissionario e stagioni, come questa, in cui due partite perse di troppo, a Podgorica e a Monaco, non vengono accettate dalla dirigenza e si arriva all’esonero di Pedro Martinez. Evidentemente lo spettro di non arrivare neanche vicino a giocarsi le Final 4 in casa ha contato più dell’ottimo lavoro visto l’anno scorso, in cui il Baskonia ha perso due serie, contro Fener e Real (la finale di ACB) lottando quasi alla pari con due superpotenze.
Sappiamo tutti del lavoro fatto dalla società su giovani giocatori che poi da lì sono partiti per recitare ruoli fondamentale in squadre che hanno vinto tanto, sia in Europa che in NBA, evidentemente la dirigenza ha la pazienza di aspettare che i giocatori crescano, ma non quella di superare le 7/8 partite senza cambiare allenatore quando l’inizio di stagione non è al pari delle attese. Per quanto ci è pervenuto inoltre, nè nella comunità basca, nè, tantomeno all’interno dello spogliatoio c’erano particolari malumori riguardanti la gestione Martinez, sembra quindi un caso di “Panic move da F4 in casa” e nulla di più
Luca Vildoza potrebbe essere l’ennesimo esempio di giovane argentino la cui carriera decolla dopo aver incontrato Vitoria
COSA NON FUNZIONA
Si poteva supporre che avendo cambiato poco la squadra fosse praticamente già pronta per affrontare la nuova stagione, invece non tutto funziona come previsto. Il dato evidente è nella percentuale del tiro da tre punti, l’anno scorso la squadra terminò al 40% su 23.8 tentativi a partita, mentre quest’anno, prima del 10 su 16 di Atene, il dato era al 31% su quasi 25 tiri a partita. Ora, dato che al netto dei cambi, Timma e Beaubois che sono partiti in estate tiravano più del 40%, tutti i tiratori “da scarichi” stanno tirando peggio dello scorso anno, Voigtmann passa dal 57.7% dello scorso anno al 7.7% di quest’anno, Matt Janning tira meno del 30%, allora evidentemente l’origine di questi dati è dovuta alla differente costruzione di questo tipo di tiro.
Nello specifico ritengo che sia stato il buco dato dalla partenza di Beaubois, non colmato da un altro creatore di vantaggi dal palleggio a diminuire la qualità della circolazione di palla e dei tiri perimetrali. Shields, e soprattutto Hilliard, che avrebbero dovuto sopperire a questa mancanza stanno facendo fatica a trovare anche le soluzioni individuali contro le difese da Eurolega, dover anche pensare di costruire per gli altri è, al momento impensabile. A Vildoza, che per certe caratteristiche ricorda molto lo Sloukas dell’Olympiacos, manca ancora un po’ di pericolosità in penetrazione per diventare costantemente affidabile, ma ha comunque fatto notevoli miglioramenti rispetto allo scorso anno, che era solo il primo in Europa, mentre Granger ha avuto qualche problema fisico, ma quando è in condizione è il giocatore determinante per creare vantaggi dal pick and roll.
Jayson Granger,de 3 en 3…@jaygranger11 #baskonia pic.twitter.com/JGN89epdOk
— Hirukoa (@hirukoa80) October 12, 2018
L’utilità di avere Jayson Granger in fiducia
COSA CAMBIA CON PERASOVIC
Detto che il calendario fin ora è stato abbastanza difficile, il Baskonia ha infatti affrontato 7 delle prime 10 e solo 2 delle ultime 5, il record non è così disastroso da dover cercare modi radicalmente diversi per affrontare le prossime partite e il NetRtg è solamente -1.0. In attacco tra gli esterni non ci sarebbe comunque molto da inventare dato che le caratteristiche dei giocatori sono ben note, per intenderci, non credo che mettere Matt Janning o Shavon Shields a portare palla sui pick and roll possa essere la soluzione che svolta la stagione. Mentre il reparto lunghi continua ad essere uno dei migliori del torneo Shengelia è probabilmente il lungo più completo d’Europa, quest’anno ha ulteriormente migliorato il suo tiro frontale (63% di TS%) e Poirer, nonostante sia molto sottovalutato, non è eresia considerarlo vicino alla top5 del ruolo, infatti il Baskonia è primo per rimbalzi difensivi, con il 75.5%.
Nello specifico il francese unisce il 18% a rimbalzo difensivo, un clamoroso 14.3% offensivo, un’ottima capacità di rim protection, dei blocchi sempre molto incisivi e il 67% di TS% frutto della sua rapidità nei roll e della sua verticalità per chiudere al ferro. Quello che già si può notare dalle prime partite della gestione Perasovic è un cambio nelle rotazioni che si sono notevolmente accorciate. Mentre Martinez ruotava gli uomini in modo molto rigido, ad esempio quasi sempre le coppie di lunghi erano fisse, Poirer con Voigtmann e Shengelia con Diop, Perasovic tende a tenerle più fluide e corte girando i primi tre e almeno per il momento tenendo Diop ai margini.
Vincent Poirer, finalemente liberatosi dei fastidiosissimi ciuffetti biondi
Anche tra i piccoli il nuovo coach sta operando esperimenti e riducendo le rotazioni, con il ritorno di Granger sono stati (giustamente) intaccati i minuti di Huertas, possibile che il 28.8 di TO Ratio abbia pesato, mentre tra le ali sembra Garino quello più a rischio, a favore di quintetti con Hilliard da tre oppure, quando Perasovic sente di aver bisogno di attacco dal palleggio, come nel finale con il Pana addirittura Janning con altri due creatori di gioco come Vildoza e Granger, c’è anche da dire che in questa scelta è stato aiutato da un quintetto molto piccolo di Xavi Pascual.
Ora per il Baskonia arriva un ciclo di sei partite fondamentale per le ambizioni di playoff, tra cui le tre squadre mancanti sotto il 50% di vittorie e il Barça che nelle ultime stagioni è stato quasi sempre battuto dai baschi. Come detto non mi aspetto cambiamenti radicali nel modo di giocare, ma non mi stupirei se questa squadra, che ha già dimostrato di saper soffrire e portare a casa il risultato, iniziasse un periodo vincente simile a quello dell’anno scorso tra settima e quattordicesima giornata, che le ha permesso di ritornare nella corsa playoff.