BCL Final 4: Belgrado e Malaga chiudono il cerchio, giorno 4

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Mancano più di 7 ore alla palla a due della finale per il 3° posto e il perimetro della Stark Arena è circondato come mai visto in settimana. Improvvisa eccitazione del popolo di Belgrado per la BCL Final 4? No: la 37° edizione della Beogradski Maraton, con migliaia di persone con maglietta bianca e gocce di sudore che perlano tutta l’epidermide.

Nemmeno una nuvola, per la prima volta da 4 giorni, disturba il cielo serbo. Nemmeno un fotografo o un cameraman, per la prima volta in 4 giorni, ci precede all’ingresso della Stark Arena: la straniante esperienza di essere gli unici interessati a qualcosa che potrebbe dire Troy Caupain è esattamente il contrario di come immagineresti i giorni di una Final 4, dove si cerca di cavare il sangue dalle rape-bocche dei giocatori e si scrollano le carriere degli stessi su Basketball Reference per trovare quel precedente o quella vittoria del passato per rievocare ricordi messi in soffitta.

Per Malaga si aggiunge giusto un gruppetto di reporter andalusi, ma fino al pomeriggio inoltrato ciò che cattura maggiormente l’attenzione è la varietà e l’abbondanza del buffet, esagerato per gli standard dei media center della pallacanestro europea e per la decina scarsa di presenti al “banchetto” del pranzo domenicale.

Belgrado BCL

Tyson Carter, intercettato nella tarda mattinata in zona mista.

Ci si appropinqua per conquistare la miglior visuale possibile dalla tribuna stampa. Poche variazioni rispetto alle semifinali, giusto qualche collo e coppino diverso che impalla la vista ma la solita marea di radio spagnole che inonda le ultime file. Si ha l’impressione di gioire per ogni canestro, che sia dell’una o dell’altra, a seconda che l’acuto arrivi all’orecchio sinistro dai canari, a quello destro dagli andalusi o dalle spalle dai murcianos. Un sorriso e una leggerezza che permea tutto il prepartita e le gare stesse, con la hincha di Murcia che inneggia a Tenerife e i gialloneri ad applaudire di rimando, con la Marea Verde malagueña e la sua banda salutata con lo stesso calore da tifosi di Malaga o del Peristeri. L’impressione non è che il risultato non conti nulla, ma sia percepito come il giusto plus: si può benissimo sostenere e tifare una squadra nella stessa maniera.

C’è “un po’ d’Italia” anche nella finale: ancora Manuel Mazzoni nella terna, così come nel 2022, ancora con Tenerife all’atto finale e Yankuba Sima come avversario. In una serie di corsi e ricorsi che solo i galloblù e la BCL sanno creare, Tenerife gioca per il primato storico di BCL vinte, Malaga per la rivincita di Copa del Rey e per chiudere il cerchio aperto dalla Final 4 dello scorso anno. Prima c’è la vittoria di status e di autorità di Murcia, non senza elementi randomici a fare da contorno – la seconda prestazione di fila baciata dagli dei dall’arco di Stelios Poulianitis, guardia del Peristeri o figlio del cameramen della tv greca che segue l’evento a seconda dei punti di vista, e l’esibizione di un Raptor gonfiabile, in nome di chissà quale legame non economico tra la BCL e i Toronto Raptors. Per la seconda volta nella storia di BCL, la squadra di Jonah Radebaugh sconfigge quella di Joe Ragland nella finale di consolazione. Quando era già successo? Nel 2022. Corsi e ricorsi.

Appunti sparsi dalla serata di BCL a Belgrado, tra finalina e finalona: Spanoulis che prende a pettate Chougkaz per una stoppata subita da Todorovic sulla tripla del possibile pareggio, doveva attaccare il closeout in palleggio e ora siamo sicuri che non lo si dimenticherà mai; i tifosi del Peristeri che accomagnano la cerimonia di premaizioni con un interminabile “BCL Mafia“, e tutti i buoni propositi e insegnamenti del tifo spagnolo a farsi benedire; l’HalfTime Show di Tenerife-Malaga offerto da un Raptor in scala 1:1 e un’acrobata asiatica, con tanto di monociclo più alto di Shermadini e piattini di ceramica da tenere in equilibrio su qualsiasi sporgenza del corpo, che è talmente pacchiano da fare il giro e diventare piacevole; la tribuna stampa, più vuota che piena al venerdì, con le ultime file riempite da trolley e valigie di tutti coloro con l’aereo o il pullman di ritorno nella notte; una Final 4 da MVP – almeno romantico – di Nihad Đedović, che ha capovolto l’inerzia della semifinale con Murcia e ha allungato la staffa nel 3Q contro Tenerife.

Un capitolo conclusivo con tantissimi protagonisti, ognuno con la propria vetrina e il proprio quarto d’ora di celebrità per decidere Tenerife-Malaga. Vince Malaga, col talento di Carter e l’esperienza di Thomas, le triple di Barreiro e la difesa di Đedović. Con lo psicodramma di Fitipaldo, comandante della rimonta ma con una sanguinosissima palla persa sul -4 in contropiede 2vs1. La chiusura di un cerchio, quello di Malaga e quello di Belgrado, firmato BCL. Dall’accento e dall’entusiasmo spagnolo.

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