BCL Final 4: Luci e ombre di Belgrado, giorno 3

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Belgrado BCL

Non si gioca, di sabato, a Belgrado, ma il cuscinetto agonistico tra il venerdì e la domenica della BCL Final 4 non allontana però occhi e orecchie dalla Stark Arena. Si consegnano i premi stagionali, ci si allena in vista delle finali del giorno dopo, si tirano alcune file di una stagione non ancora conclusa ma su cui ci si appresta a calare il sipario.

Tutti in campo, col pavimento illuminato e sedie sparse per tutto il parquet, per la cerimonia di consegna dei premi stagionali. Miglior difensore, miglior quintetto, miglior giovane, miglior coach e MVP. Si prende il posto dietro il coaching staff del Peristeri, intento a rivedere e montare alcune clip da Barcellona-Murcia in previsione della finale 3/4 posto contro i murciani (domenica, ore 17, ndr): lavorare stanca, ma format come questo sa evidentemente regalare energie infinite.

Si alzano tutti i premiati dal panel di capitani, allenatori, media e tifosi di BCL e si alza lo sguardo verso lo schermo dove sono proiettate le consegne ai giocatori non presenti a Belgrado, impegnati con le proprie squadre in un normale weekend di campionato. Ci sono le squadre che che rivedono highlights della stagione, magari anche quelli in cui si viene stoppati o posterizzati da una schiacciata clamorosa., con tutte le simpatiche prese in giro e i timidi applausi che ne conseguono. Ci sono i 6 figli di Spanoulis – i più felici del palazzo, per distacco, all’annuncio del papà come Coach Of The Year – e c’è la voce rotta di Marcelinho Huertas, all’ennesimo premio di MVP della carriera a 40 anni suonati ma con la meraviglia e lo stupore della prima volta. Il resto sono le solite dichiarazioni di circostanza: alcune addirittura comprensibilmente risentite, di giocatori che non hanno piacere di far finta di provare entusiasmo se reduci da una sconfitta meno di 24 ore prima (Joe Ragland). Sono migliori, comunicativamente ed emotivamente, le consegne dei premi “a distanza”, di giocatori che li hanno già ricevuti in settimana senza essere a Belgrado (Salaun e Wiley): una rivelazione “live” ma integralmente senza consegna in presenza, per fornire anche un montaggio e abbellire anche un momento così asettico come la consegna di un premio, non sarebbe più funzionale?

Belgrado BCL

David Kravish si mostra con orgoglio alla famiglia in video chiamata. Più entusiasta dell’outfit o della nomina nel BCL Star-Lineup?

Consegnati i premi, è la volta della prima e unica apparizione di Patrick Comninos, CEO di BCL, per una “tavola rotonda” – solito conferenziere su un palco e una volontaria chiamata a zompettare con un microfono da una mano alzata all’altra per far sentire la domanda anche a chi sta seguendo il dibattito da casa – coi media accreditati. Domande relative al format di BCL, alle innovazioni introdotte nella competizione, la scelta di una sede neutrale e fredda – climaticamente ed emotivamente – come Belgrado, il contributo delle squadre di questa nazione o quell’altra. Nulla di memorabile, se non il tentativo di abbozzare una risposta in spagnolo del commissioner, naufragata appena dopo il Gracias por la pregunta di rito.

Cominos Final 4

Pranzi a orari improbabili, che al terzo giorno consecutivo diventano progressivamente più sostenibili, con giornalisti della stampa di Gran Canaria, preoccupati che i fisioterapisti di Tenerife rimettano a nuovo uno Huertas da oltre 36′ in semifinale e che Malaga non voglia correre dalla palla a due nella finale della Stark Arena. Una pausa ragionando su chi converrebbe mettere in prima battuta su Guy e quale difensore si accoppierebbe al meglio con le guardie di Malaga, e ritorna la giostra di interviste a fine allenamento.

Peristeri e Murcia, le uniche ad assicurare disponibilità ai pochi, pochissimi – due, il sottoscritto e un ragazzo israeliano – media interessati a dare voce ai giocatori anche in un momento apparentemente anonimo e “fastidioso” come la pausa tra una semifinale e una finale. Malaga e Tenerife, che dopo ore di attesa tra l’inizio e la fine degli allenamenti fanno spallucce dichiarando che c’era la mattinata per poter intervistare i giocatori – chiariamo: nel file inviato e aggiornato giornalmente da BCL, dopo ciascuna sessione di allenamento una società è TENUTA a garantire almeno un giocatore ai media. E tutti i discorsi, vaneggiamenti a questo punto, sulla vetrina migliore possibile per il prodotto che vanno a farsi benedire.

Fortuna che torna il basket giocato, con la finale di BCL alla Stark Arena di Belgrado. Che detto così dovrebbe presentarsi da sola, cosa invece tutt’altro che scontata.

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