Intendiamoci: non siamo al livello della Reyer Venezia, che tra le firme apposte e poi sconfessate di Caboclo, le trattative interrotte sul più bello con McCormack e gli arrivi in corso d’opera di Wiltjer e Kabengele. Ma se si parla di porte girevoli nel reparto lunghi delle squadre di LBA, l’UNA Hotels Reggio Emilia ha decisamente voce in capitolo. Che qualcuno si aspettasse questo impatto di Faye era difficile da pronosticare, più facile ipotizzare una rottura anticipata del rapporto con Hervey per via dello storico, nel mezzo la variabilità dell’impiego e della considerazione di Atkins all’interno delle rotazioni di Priftis. Nel tentativo di determinare alcuni punti e concetti fissi nelle dinamiche offensive e difensive nel pitturato, Reggio ha firmato per il post Final Eight Tarik Black.
Con una personalità e una visione del mondo tutt’altro che banale, quello che tuttavia importerà di più ai tifosi di Reggio sarà come Black riuscirà a inserirsi dal giorno 0 nei meccanismi di coach Priftis. Per la prima volta in stagione la Reggiana potrà avvalersi di un centro interno, corpulento, in grado di abbracciare la fisicalità in ogni modo possibile per la continuità dei 40′. Black appare fondamentale per mostrare e sostenere Faye in un minutaggio più limitato, spartendosi tutto l’arco della gara per mantenere l’asticella di intensità al ferro al massimo grado possibile.
Il buonissimo fit sulla carta è da inquadrarsi in questo senso: Reggio Emilia aveva bisogno del tipo di giocatore in cui Black si è trasformato nel quinquennio europeo, proprio perché ricalca quasi pedissequamente le caratteristiche di quella che sarà la sua riserva o con cui si dividerà nei quattro quarti. L’ex Maccabi, Zenit e Olympiacos tra le altre non è mai stato e probabilmente mai sarà un fine dicitore a livello tattico o tecnico – così come non lo è ancora Mouhamed Faye – ma è un cliente fisicamente scomodissimo per tutte le frontline di LBA. Non avendo cattivo tocco e immaginando possa farsi spazio nel duello fisico contro tutte le difese in Legabasket, Black ha tutto per essere l’estensione di Faye e Faye quella di Black nei set di Reggio, non modificando le richieste degli altri membri dei quintetti di Priftis a secondo che in campo ci sia l’uno o l’altro.
Non solo rispetto alle esperienze in NBA ma anche alla tipologia di giocatore che Black ha mostrato di essere al Maccabi Tel Aviv, a Reggio dovrebbe rivedersi l’ultima versione europea di Black, quella delle ultime due stagioni trascorse tra Bahcesehir – compagno di Jamar Smith nella vittoria della FIBA Europe Cup, in finale proprio contro la Pallacanestro Reggiana – e Olympiacos. Il database di Synergy viene in nostro soccorso, utile a designare le caratteristiche principalmente offensive dei giocatori: fino al 2020/21 Black era “catalogato” come rim-finishing big, dal 2021/22 in avanti come post-up big. Meno esplosività, quindi, ma stessa solidità e fisicità.
Nato per sovrastare dinamicamente le difese in situazioni di tagliante in un Pick&Roll e cresciuto come fulcro per ricezioni profonde in post, Black potrà beneficiare in primis delle qualità di passatore del già conosciuto Smith e della scelte avversarie. Rispetto a Faye, infatti, scegliere di cambiare sistematicamente sui blocchi con Black potrebbe essere ancor più deleterio, considerando il mismatch fisico che si creerebbe. La difesa raddoppia sulla palla e si affida alle rotazioni di seconda linea o fa drop? Faye è l’ideale per punire, vedi quarto di finale di Coppa Italia con la Virtus Bologna. La difesa mantiene pressione sulla palla in single coverage e cambia? Black potrebbe essere ancor più efficace.