I momenti difficili
L’abilità di Udom di non mollare mai e di giocare sempre ad alta intensità torna utile alla compagine brindisina soprattutto nei momenti di difficoltà. La sua forza d’animo gli permette di restare sempre concentrato e più di una volta è sembrato l’unico uomo sull’isola quando la partita si faceva complicata. Un esempio lampante di ciò è la sfida di ritorno ad Holon valida per le Top 16 di Champions League. L’Happy Casa Brindisi gioca per la maggior parte una partita inguardabile, in totale balia dell’avversario. Gli americani si ritrovano tutti in difficoltà e il solo Thompson cerca di creare qualcosa nella seconda metà di gara. Per dare un metro della difficoltà avute da Brindisi, basta pensare che Bostic abbia tirato 1/9 dal campo, Willis abbia realizzato 4 punti tutti dalla lunetta e Perkins si sia fermato a 9 punti.
In questa situazione disastrosa per la compagine pugliese (che oltretutto si giocava gran parte della qualificazione alla fase finale in questa sfida) uno dei giocatori più positivi della squadra è stato proprio Mattia Udom. Carrer high in Champions League con 11 punti, 3 rubate e 4 assist. Nel momento in cui la squadra era in massima difficoltà, impossibilitata a mettere in campo qualsiasi tipo di gioco, è stato proprio il numero 22 a smuovere i suoi e a chiamare la carica. La partita alla fine è andata in ogni caso all’Hapoel Holon, e l’Happy Casa Brindisi ha successivamente lasciato la competizione, ma quel match ha saputo dare la dimensione di quanto sia importante Mattia Udom nelle rotazioni di Frank Vitucci, anche in ottica playoffs.