Cantù: i rischi di fare il gatto col topo come con la Juvi Cremona

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Cantù
Nikolic (foto Pall. Cantù)

Con il capitano Baldi Rossi costretto ancora in borghese dall’infortunio al perone e con il neo-acquisto Moraschini messo ko dall’influenza, Cantù regola al PalaDesio la Juvi Cremona per 96-92 e torna a muovere la classifica dopo il passo falso di Vigevano. Ma se il tentativo di Medford a 12” dalla sirena non avesse rimbalzato malamente sul ferro per poi aprire il contropiede del canestro della sicurezza di Hickey (in doppia doppia con 16 punti e 11 assist), per i brianzoli si sarebbe potuta materializzare la quarta sconfitta di stagione al posto della nona vittoria. E nel caso si sarebbe trattato di una vera e propria beffa, dal momento che l’Acqua San Bernardo aveva sin lì collezionato ripetuti vantaggi in doppia cifra e gli ospiti erano invece stati avanti solo con… lo 0-2 e il 2-4 di inizio partita.

Tutto è bene quel che finisce bene, come diceva il saggio, ma in un torneo dove conta anche guadagnarsi il fattore campo per aumentare le chances di raggiungere l’obiettivo finale, non si può e non si deve rischiare di perdere per strada punti già messi in tasca. Perché, senza nulla togliere al carattere della Juvi, capace di rientrare nell’ultima frazione sull’onda delle triple di Musso (16, con 5/5 da oltre l’arco) e di Tortu (11, con due conclusioni vincenti dalla lunga nell’ultima frazione) e delle prodezze di Cotton (20), è stata soprattutto la tendenza di Cantù a fare come il gatto col topo, ovvero a pensare di potersi anche distrarre un po’ continuando comunque a gestire la situazione, a riaprire un match di cui aveva ormai l’inerzia tra gli artigli (88-75 al 34° con un gioco da tre di Hickey).

E se le sensazioni da bordo campo sono opinabili (ma queste abbiamo avuto, sempre al netto dei meriti della Juvi), ci sono in particolare le statistiche a rimbalzo che parlano di un’Acqua San Bernardo che prima aggredisce la partita (13 a 4 nella frazione d’apertura, con ben 9 rimbalzi offensivi) e poi perde di aggressività cedendo spazio agli avversari (32 a 30 il conto finale, con 10 offensivi, uno solo in più rispetto al primo quarto). E quasi lo stesso raccontano le palle recuperate: 5 nei dieci minuti iniziali, 7 nei successivi trenta.

In vista del “tour de force” da qui a fine anno (imminente trasferta a Treviglio, quindi impegno in casa con Latina, viaggio a Roma per affrontare la Luiss e gran finale al PalaDesio contro Trapani e Urania Milano rispettivamente il 23 e il 30 dicembre), l’imperativo per gli uomini di coach Cagnardi sarà quindi soprattutto quello di riuscire a rimanere sul pezzo per tutti i 40 minuti.

Come del resto ha fatto nell’ultima uscita Solomon Young, Mvp assoluto con una prestazione da 28 punti messi insieme in 31’ sul parquet con 6/6 da sotto, 2/6 nelle triple e 10/10 ai liberi (inclusi i due del 94-92 nel concitato finale). Ma in doppia cifra, oltre al già citato Hickey, sono andati anche Nikolic (13 e 5 rimbalzi), Berdini (14, con 3/3 da due) e Burns (17 e 7 rimbalzi): perché Cantù c’è, deve solo riuscire a rimanerci con la giusta intensità per più minuti possibili. (Paolo Corio)

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