Cantù sempre 2°, ma mezzo roster alla volta non sempre basta

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Cantù
Nikolic (credit: pallacanestrocantu.com)

Dopo 19 giornate di Campionato di A2 l’Acqua San Bernardo Cantù non è esattamente dove vorrebbe essere in classifica (troppo lontana la capolista Trapani, troppo vicine le inseguitrici Torino e Rieti), ma mantiene comunque quel secondo posto che a questo punto risulta l’imprescindibile trampolino di lancio per cercare di arrivare al dichiarato obiettivo di stagione.

Contro Agrigento, superata al PalaDesio nel match di mezzogiorno per 85-71 (ma non fatevi ingannare dal distacco in doppia cifra), l’arma migliore della squadra di coach Cagnardi è soprattutto la capacità di adattarsi a una giornataccia da oltre l’arco (8/30, 3/12 già nel primo quarto), virando presto verso più efficaci soluzioni nel colorato per far contestualmente virare l’inerzia di un match che rischia di mandare il panino di traverso ai tifosi brianzoli. Una duttilità che fa mettere a referto il decisivo 22/41 da sotto dopo i solo 5 tentativi da due della prima frazione, passata appunto a colpire il ferro dalla lunga, e anche una duttilità che nel basket di oggi – in cui imperano i “game plan” – non è nemmeno così facile da riscontrare.

Se Baldi Rossi, trascinatore di Cantù nella doppia veste di capitano e top-scorer (23 punti, con un 4/8 nelle triple reso sfavillante dal contesto), fa valere il fisico soprattutto a rimbalzo (11, per una doppia doppia anche da Mvp), a trovare punti da sotto sono i centimetri e i muscoli del costante Young (14) e dei ritrovati Nikolic (11, dopo i 4 della precedente vittoria a Torino) e Moraschini (19, dopo i 2 sempre a Torino, oltre a un tuffo per recuperare un pallone rotolante sul 33-27 che ne certifica un’indole da lottatore indipendentemente dalla serie e dal contesto).

Peccato che nella stessa partita ci siano un Hickey da 5 punti e 1/8 al tiro (statistica mitigata dai 7 assist e da quell’approccio positivo che lo porta nella terza frazione a sedersi in prima fila di fianco a un giovanissimo tifoso dopo l’ennesimo errore, caricandosi poi con i cori degli Eagles), un Bucarelli a sua volta da 5 punti con 2/7 al tiro (statistica mitigata dalla solita applicazione difensiva) e un Burns da 3 punti con 1/6 al tiro (statistica mitigata dai 7 rimbalzi). E forse, a ben guardare i tabellini delle ultime partite, il problema dell’Acqua San Bernardo sta proprio in questo poter contare ogni volta solo su mezzo roster per portare a casa la vittoria.

Recuperato Cesana (al quale ormai manca solo il primo canestro del Campionato), con Berdini sempre più o meno pronto a dare il suo (3 punti e 2 assist contro Agrigento), la differenza da qui in poi per Cantù sarà allora fatta dal poter contare sull’apporto di tutti o comunque del maggior numero possibile di giocatori. Qualità che risulterà ancora più importante nell’imminente “fase a orologio”, passaggio cruciale – come certificato in un recente passato – per mantenere quella fondamentale seconda piazza che renderebbe meno ostica la scalata.

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