Emergenza retina prima della palla a due tra Acqua San Bernardo Cantù e Trapani Shark: Hickey si mette in modalità “Umarell” e osserva i lavori di ripristino, che fanno iniziare il big-match del girone verde di A2 con un quarto d’ora di ritardo. E come in tante bizzarre pellicole natalizie (non ce ne voglia Cinelandia, meritevole co-sponsor dei biancoblu in queste festività) il malevole spirito dell’Umarell si impossessa del play brianzolo come di tutta la squadra: Hickey non riesce mai a spingere nella prima parte, Cantù non corre (anche per merito dell’attenta difesa di Trapani che pensa prima di tutto a bloccare contropiede e transizione) e l’attacco brianzolo coccia il più delle volte sul ferro, considerata anche la pessima serata da oltre l’arco dei tiratori designati (7/35 finale, 1/10 del solo Hickey).
Dall’altra parte, dimostrando la cinica solidità di chi di solito guida la classifica non solo nel basket, gli squali di Trapani nuotano sinuosamente nella zona d’attacco per azzannare il canestro con le penetrazioni di Notae (16, 5/9 da sotto) e con la mano calda di Imbrò (ancora 16, con 4/8 da tre) e di Mian (11). Solo nella terza frazione Trapani sembra mollare la presa e quei minuti coincidono manco a dirlo con le penetrazioni di Hickey (17, con solo 5 assist) e con l’unico canestro che ricorda la migliore Cantù: quello del 45-46 di un Nikolic che questa stagione non riesce peraltro a trovare lo spazio e soprattutto il ruolo che ce l’hanno fatto apprezzare in quelle precedenti. Sono però solo singoli flash, immediatamente oscurati dalla mano di Imbrò con due triple consecutive (da 60-50 a 60-65) e dalla successiva capacità di Trapani di irretire l’inerzia della partita fino al 67-71 finale.
Certo, se uno stremato Bucarelli (che ha letteralmente giocato sul dolore di una caviglia ko) non avesse perso palla sul 64-67 con un’azione improvvida tanto quanto quella del portiere che nel calcio passa la sfera all’attaccante avversario, forse saremmo qui a raccontare un finale diverso. Ma anche un finale che non renderebbe giustizia a quanto dimostrato dalle due contendenti nei 40’ sul parquet: solida e concreta Trapani, incapace di portare la partita sui suoi ritmi vincenti Cantù.
Alla fine del match coach Cagnardi ha parlato di un match in stile playoff per intensità e aggressività. Verissimo, ma quando sarà il momento questi match l’Acqua San Bernardo dovrà saperli vincere, a dispetto anche degli infortuni che hanno limitato e di fatto escluso Burns dalla contesa. Sfide in cui Cantù dovrà poter contare sugli stessi Baldi Rossi (18 punti, 19 di valutazione e tanta difesa in 36’ di una prestazione encomiabile) e Young (doppia doppia con 15 punti e 10 rimbalzi, anche se con meno presenza difensiva del solito) visti contro Trapani, ma che necessiteranno di un maggior apporto da parte di tutti gli altri, incluso un Moraschini che va in doppia cifra (11) ma con 4/10 dal campo e con 4 palle perse che non sono ammesse dalla sua classe e possibilità di incidere a questo livello.
Tra il derby di fine anno contro l’Urania Milano (30 dicembre al PalaDesio, ore 20,30) e l’inizio del 2024, coach Cagnardi e il suo staff dovranno allora lavorare per alzare la capacità di affrontare le sfide di alto livello e di gestire quelle con squadre meno attrezzate. Perché se Trapani ora corre sempre di più da capolista, con 6 lunghezze di vantaggio in classifica su Cantù, per esperienza passata a noi questa storia delle squadre del girone rosso decisamente inferiori convince poco, se non per nulla (a partire dalla Fortitudo Bologna dell’ottimo coach Caja). “Merry Christmas”, quindi, ma dopo Natale urge rimettersi al lavoro per migliorare, anche perché i risultati sul campo sono strettamente connessi a quello di Cantù Next e del nuovo palazzetto da regalare finalmente ai tifosi. (Paolo Corio)