Bruno Cerella: una carriera da ricordare dentro e fuori dal campo.

328
Cerella

L’ultima cosa fatta da Bruno Cerella su un campo da basket da professionista? Un canestro da centrocampo, inutile per i tentativi di rimonta della sua Blu Basket Treviglio contro la Fortitudo. Non esattamente il marchio di fabbrica di Brunito, che si è reso indispensabile per i roster più competitivi e talentuosi per tutt’altro tipo di giocate.

Quello che mancherà di più alla pallacanestro, ora che Bruno Cerella si è ritirato dall’attività professionista, non sarà tanto il Cerella giocatore. E dire così di una guardia da 3 Scudetti, 3 Coppa Italia, 1 Supercoppa e 1 FIBA Europe Cup rende perfettamente l’idea della grandezza del Cerella atleta professionista a tutto tondo. Perché – anche volendo accantonare e non considerare influente sulla carriera cestistica di Bruno tutta l’attività di Slums Dunk – il percorso di Cerella è l’esempio perfetto per tutti coloro che vorrebbero ricevere degli impulsi. Nella pallacanestro italiana recentissima, forse soltanto John Brown III regge il confronto con Bruno Cerella in quanto a “numero di livelli per i quali non si era ritenuto all’altezza e invece superati, arrivando al successivo“.

C2, B2, LegaDue, LBA, Eurolega: ogni singolo scalino è stato percorso, senza buchi di sceneggiatura o passi più lunghi della gamba. Dall’arrivo a Massafra direttamente da Bahia Blanca e Pueyrredon, ancora minorenne, ai campionati vinti con Olimpia Milano e Reyer Venezia, Bruno è stato il compagno che tutti avrebbero voluto avere ma che nessuno avrebbe fatto lo sforzo di essere.

Anche nell’annata a Varese, condizionata pesantemente dall’operazione al ginocchio subita quando era a Teramo, non è esistito nessuno in grado di parlare male dell’impatto di Cerella su ciascun membro del gruppo squadra, staff e dirigenza. Elevare così tanto, da solo, il livello dell’agonismo e della competizione positiva interna è stato motivo di eterna riconoscenza di moltissimi compagni, che anche a distanza di anni lo ricordano come il motore di un gruppo vincente. 5 stagioni all’Olimpia Milano e 5 nel sistema di Walter De Raffaele al Taliercio non sarebbero sostenibili se non ci fosse un’estrema consapevolezza del proprio ruolo e dei propri mezzi, tecnici e atletici, in presenza di un talento come ne avevano molti in squadra con lui. Per pochissimi di questi, però, tutte le società e le tifoserie stanno dicendo adesso “Uno di noi” quando Cerella ha chiuso la carriera con Treviglio.

¡Buen retiro, Brunito!

Pubblicità

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui