Se c’è uno di quei giocatori che guardandosi indietro può davvero essere fiero della sua carriera quello è Mario Chalmers, l’ex Miami Heat nella sua bacheca vanta titolo NCAA, due anelli NBA e pure la FIBA Champions League vinta l’anno scorso con la Virtus Bologna.
Il Mario Chalmers visto a Bologna non era quello degli anni migliori, qualche chilo di troppo, un passo meno performante e un rapporto mai sbocciato con coach Sasha Djordjevic. Dopo la parenesi bianco-nera, l’ex Grizzlies andò in BIG3 per poi firmare a novembre 2019 un contratto da 2 mesi con l’AEK Atene rinnovato poi per tutta la stagione a gennaio. Il campionato greco ufficiosamente è concluso anche se manca ancora, come lo è stato in VTB o qui in Italia, la conferma ufficiale e nel mentre l’ex prodotto di Kansas ha rilasciato un’intervista in una live Instagram col canale Eurohoops.
Chalmers ha parlato di come quel clutch shot, per portare la finalissima delle Final Four NCAA 2008 all’overtime contro i Memphis Tigers di Derrick Rose (che fece 1/2 a 10″ con Memphis avanti 60-62, ndr), lo mise sulla mappa della pallacanestro e lo fece sentire orgoglioso di aver messo il nome della sua famiglia nella storia del College Basketball:
Rio ha anche parlato anche del peggior momento della sua carriera ossia l’infortunio al tendine d’Achille del 2016 quando vestiva l’uniforme dei Memphis Grizzlies.
Il 10 novembre 2015 Memphis e Miami mettono a segno la trade a 4 giocatori con Chalmers e James Ennis diretti nel Tennessee in cambio di Beno Udrih e Jarnell Stokes, Mario gioca abbastanza bene ma il 10 marzo a Boston la sua carriera subirà un brusco stop; al TD Garden, in un match senza storia in favore dei padroni di casa, Chalmers spara la tripla frontale, la sbaglia e nello scattare a rimbalzo il suo tendine d’Achille cede! Diagnosi spietata, rottura del tendine d’Achille e taglio il giorno dopo da parte di Memphis. Rio non giocò l’intera stagione 2016/17 malgrado fosse pronto, firmò nel 2017 ancora con i Grizzlies ma se ne persero le tracce.
Nell’intervista Mario ha parlato proprio di quel 10 marzo 2016 e di chi fu il primo a chiamarlo, una persona che aveva vissuto quell’infortunio 3 anni prima:
Fu una giornata difficile per me. Parlavo col management riguardo al nuovo contratto e questo infortuno ferì la mia anima ed il mio orgoglio. Mi diede una visione diversa della vita e del basket. Molte cose mi passarono per la testa. Kobe è stata la prima persona a contattarmi, mi chiamò ed aiutò nel processo. Anche DwyAne Wade era lì per me e si assicurò che stessi bene. Dopo l’infortunio mi sentii altre volte con Kobe.
Rio nella sua avventura a Miami, cominciata al Draft 2008 (scelta assoluta #34), ha avuto l’opportunità di giocare al fianco di Dwyane Wade e LeBron James, proprio l’ultima domanda dell’intervista con Eurohoops vede LBJ protagonista nella più classica su chi sia il più grande di tutti i tempi tra lui e Michael Jordan:
MJ è il G.O.A.T, non c’è dubbio.