Champions League, scattano i quarti di finale

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Riprende oggi la Champions League FIBA, con le gare di andata dei quarti di finale. Andiamo a vedere nel dettaglio che cosa ci proporranno le quattro sfide in programma.

VIRTUS BOLOGNA – NANTERRE 92

Superato l’ostacolo Le Mans, la Virtus ha trovato un’altra francese sul proprio cammino, il Nanterre 92. Sobborgo di Parigi, la squadra biancoverde ha una storia che, a livello professionistico, si è sviluppata praticamente per intero nell’ultimo decennio, avendo raggiunto la massima serie francese per la prima volta nel 2010 dietro a una gestione “familiare” della società: Jean Donnadieu è il presidente e padre dell’allenatore, Pascal, sulla panchina dal 1987 (sì, avete letto bene), e del GM, Frederic, in carica dal 2016.

Si è insediata nell’elite del basket transalpino rapidamente, però, vincendo in cinque anni uno scudetto, due coppe di Francia, una Eurochallenge e una FIBA Europe Cup. Era già in Champions League l’anno scorso dove fu eliminata agli ottavi dal Banvit di Tony Taylor. Quest’anno, invece, ha superato l’ostacolo turco al primo turno, eliminando il più quotato Besiktas, dopo aver terminato terza nel girone di Venezia in regular season.

Sono una squadra estremamente quadrata, sia in attacco che in difesa: terzi nella competizione per offensive rating (116, davanti proprio al 115.2 della Virtus), decimi per defensive con 104.9 (qua subito dietro al 104.5 dei bolognesi) e terzi per net rating. Quando decidono di stringere le maglie possono diventare davvero ostici, come ha potuto constatare il Besiktas, tenuto in entrambe le gare degli ottavi sotto i 60 punti segnati.

Appare abbastanza evidente dove la Virtus dovrà limitare i francesi (dal sito championsleague.basketball)

In attacco patiscono l’assenza per infortunio di Dominic Waters, ma non per questo perdono la loro caratteristica principale: la pericolosità da dietro l’arco. 42,4% di realizzazione su quasi 27 tentativi a partita, il 33% dei possessi francesi finisce con un tiro pesante, il terzo dato più alto della competizione. D’altronde gli specialisti non mancano: 52% per il fuciliere islandese Haukur Pallson, 49% per Hugo Invernizzi, 41% per Adas Juskevicius (prezioso sesto uomo dalla panchina), 37% per il playmaker Jeremy Senglin (anima della squadra dall’infortunio di Waters, 14 punti di media), tutti su alti numeri di tentativi a incontro. Possessi centellinati, 68,9 il pace medio, il secondo più basso della Champions League, e massimizzati nel valore, con minuti e responsabilità molto distribuite tra i propri interpreti: in pratica hanno dieci giocatori con almeno dieci minuti medi di impiego.

Sotto canestro troviamo l’esuberanza di Julian Gamble, giocatore solido, poco spettacolare, ma molto funzionale per il tipo di squadra che è Nanterre. Di fatto è lui l’unico vero lungo del roster, insieme al ventunenne Jean-Marc Pansa, che sta vedendo i suoi minuti crescere. Invernizzi e Demetrius Treadwell giocano spesso da “4” camuffati.

Sfida che la Virtus, priva di Kelvin Martin, non dovrà sottovalutare per nessun motivo. I bianconeri partono con i favori del pronostico, dati da lunghezza e qualità del roster. Ma Nanterre è squadra che gioca bene e ha dimostrato di non sciogliersi nemmeno sotto pressione (per esempio nel match dentro/fuori all’ultima di regular season con Holon o nella gara di ritorno col Besiktas). Al solito, vietato sbagliare la gara d’andata.

HAPOEL GERUSALEMME – IBEROSTAR TENERIFE

Il quarto di finale più atteso tra due delle principali pretendenti al titolo. Da una parte l’Hapoel, principale candidata all’organizzazione della Final Four in caso di passaggio del turno. Dall’altra l’Iberostar Tenerife, una delle dominatrici della stagione regolare e che negli ottavi, dopo lo spavento di gara uno terminata a -12 sul campo di Patrasso, ha annichilito i greci nel ritorno.

Una serie che si annuncia davvero bellissima e mette di fronte due squadre lunghe, piene di talento ma a loro modo diverse. Gerusalemme, forse, ha punte di talento più alte: su tutti James Feldeine, faro dell’attacco che viaggia a oltre 16 punti di media, e Amar’e Stoudemire, ormai tremenda arma dalla panchina, che fattura dodici punti e sei rimbalzi in appena diciotto minuti. Con in playmaker la giovane rivelazione Tamir Blatt, ventunenne che con 11 punti e 7 assist di media è la mente della squadra, oltre che serio candidato al premio di miglior giovane della competizione.

Riuscirà Tenerife a proseguire la caccia alla seconda Champions League in tre anni?

Tenerife ha minuti e responsabilità maggiormente spalmate su un roster dove trovare gerarchie precise risulta più difficile: ci sono ben otto giocatori tra i 7.6 punti di Gillet e i 10.5 di Colton Iverson, in un gruppo che ha perso per strada Thaddeus McFadden (passato a Badalona) ma recuperato Davin White e sotto canestro alterna la coppia Saiz-Niang, portatori di rimbalzi e intimidazione in quantità: entrambi oltre il 18% di offensive rebound percentage e vicini o oltre il 7% di block percentage.

Il passaggio del turno, probabilmente, si deciderà su due fattori: tiro da tre punti e rimbalzo. Entrambe specialità in cui le squadra eccellono. 38% da tre e 55% di rimbalzi totali conquistati per Gerusalemme, 37% e 57% Tenerife. Da una parte gli israeliani sono i migliori nel concedere le percentuali più basse al tiro pesante (solo il 28.5%), dall’altra l’Iberostar, per defensive rating, è la migliore delle squadre rimaste in corsa, con 98.5.

L’andata si gioca a Gerusalemme. Da una parte coach Oded Kattash, dall’altra Txus Vidorreta. L’Hapoel è la squadra con i ritmi più alti della competizione (75,2 di pace medio), Tenerifa con quelli più bassi (67,5). Lo spettacolo sembra assicurato.

BROSE BAMBERG – AEK ATENE

Altra serie di enorme interesse, tra i campioni in carica dell’AEK e una delle squadre meglio attrezzate della competizione come il Brose, sopravvissuto per un soffio al Banvit nel turno precedente. Sarà anche un derby italiano in panchina, con Luca Banchi a sfidare il giovanissimo Federico Perego (34 anni), messo a sorpreso sulla panchina dei tedeschi dopo l’esonero di Ainars Bagatskis a inizio 2019.

Bamberg arriva nel suo miglior momento di forma della stagione: con la ventata di freschezza portata da Perego in panchina il Brose ha inanellato undici vittorie consecutive tra coppe e campionato, che stanno risollevando una stagione fin qua non del tutto convincente. Tyrese Rice negli ottavi di finale si è dimostrato il trascinatore che si aspettavano in Baviera, segnando 52 punti complessivi nelle sfide col Banvit, mentre nella striscia di undici vittorie l’arma in più è stata l’ala Elias Harris, che ha segnato 13 punti di media col 73% dal campo e 33/35 ai tiri liberi.

Vince Hunter, trascinatore dell’AEK

L’AEK, che ha eliminato senza troppi problemi il PAOK Salonicco negli ottavi, porta un gruppo che è stato più continuo fin qua (13-3 in Champions, 15-5 in Campionato), reggendosi su una stagione da urlo di Vince Hunter, che con 18 punti e 8 rimbalzi di media è il principale candidato al premio di MVP della competizione. I greci, a differenza dei tedeschi, sono titolari di una difesa a tratti impenetrabile (98.9 il defensive rating, contro il 110.8 del Bamberg) che si basa anche sull’apporto di esterni come Howard Saint Roos e Giannoulis Larentzakis, oltre agli innesti di Jordan Theodore e Delroy James. L’effective field goal concesso agli avversari (48,7%) è il quinto più basso della competizione.

Sulla carta i gialloneri sarebbero favoriti, ma il Brose arriva nel suo miglior momento della stagione e, fin qua, ha mostrato di aver maggior potenza di fuoco in attacco, quindi, nella realtà, il pronostico resta apertissimo. I gialloneri hanno il vantaggio di giocare il ritorno in casa, ma accumulare troppo ritardo nella prima sfida potrebbe essere un peccato capitale.

NIZHNY NOVGOROD – ANTWERP GIANTS

La giornata sarà aperta dello scontro fra le due sorprese della competizione. Entrambe arrivano dalla fase di qualificazione (come Nanterre). Entrambe hanno ribaltato il pronostico negli ottavi, Novgorod superando Venezia grazie al +23 dell’andata, Anversa buttando fuori in maniera sorprendente Murcia, che in regular season aveva perso una sola partita.

Sfida equilibrata, tra squadre con numeri simili se guardiamo i dati di tiro, rimbalzo e gestione del pallone. Anversa, invece, può avere qualche cosa di più in attacco, mentre Novgorod ha fatto vedere le cose migliori nella propria metà campo (101.9 di defensive rating) battagliando tutto l’anno con problemi di infortuni.

Sfida nella sfida tra i due playmaker tascabili: Kendrick Perry per Novgorod (34 punti in gara contro la Reyer), Paris Lee per i Giants (13 punti e 6 assist di media per lui). Entrambe le squadre girano molto in base a come vanno i loro registi e quindi da questo duello passerà molto del futuro della serie.

Anversa chiede a Paris Lee le giocate per raggiungere un risultato storico

I russi hanno un roster, allenato da Zoran Lukic, composto prevalentemente da giocatori locali, con soli due americani (oltre a Perry c’è l’ala Ian Hummer, arrivata a sostituire l’infortunato Rod Odom). Anversa, invece, ha un gruppo più “tradizionale” con sei USA, la metà dei quali confermati dalla passata stagione, nel portare avanti un’idea di continuità che sta pagando dividendi al giovane coach Roel Moors.

Dovessimo fare un pronostico, forse metteremo un centesimo su Anversa, che ha sorpreso davvero spesso giocando una pallacanestro molto piacevole, con esterni atletici e la presenza di Bako vicino al ferro. Novgorod è squadra decisamente meno bella da vedere, ma ha già dimostrato che in casa può far male agli avversari.

Come andrà, comunque, alle Final Four finirà una completa inattesa.

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n.fiumi
Classe 1985, bolognese di nascita. Folgorato da Danilovic, ammaliato da Ginobili, tradito da Abdul Gaddy. Incidente che mi ha portato a valutare le cose in maniera più disincantata. Classico esempio di paziente affetto dal "Disease". La vita è troppo breve per vedere brutto basket ma, se non c'è altro, il campionato ungherese resta un'ottima opzione.