Saranno la Virtus Bologna e l’Iberostar Tenerife a contendersi, domenica alle 18, l’edizione 2018/2019 della Basketball Champions League FIBA. I bianconeri hanno sfoderato una prestazione difensiva clamorosa, dominando Bamberg. Gli iberici, dopo un avvio complicato, si sono sbarazzati nel secondo tempo dei padroni di casa di Anversa.
IL BAMBERG SI SCHIANTA CONTRO LA DIFESA DI BOLOGNA
Nella prima semifinale la Virtus Bologna tira fuori la prestazione d’orgoglio inaspettata. Non tanto per la vittoria in sé (Bamberg era favorito, ma una vittoria Virtus non impossibile alla vigilia), quanto perché arrivata mettendo letteralmente un muro tra Bamberg e il canestro. 50 miseri punti segnati dalla squadra di Federico Perego. 17/66 dal campo, 5/23 da tre, 8/28 in area. Un disastro totale, andato anche oltre i meriti dei bianconeri di coach Djordjevic.
Che, dal canto loro, sono stati abbastanza bravi ad approfittare della situazione, conducendo in pratica per 40′ la gara, di fatto dominata (massimo vantaggio sul +23). Decisiva la resurrezione di Kevin Punter (21 punti con 8 rimbalzi), tornato ad essere la prima punta di un attacco che dopo un primo tempo da 42 punti si è pericolosamente fermato nella seconda frazione.
Poco male, perché, per una volta, è stata la difesa ad evitare pericoli. L’intensità dei bianconeri ha tolto ossigeni al Brose, che ha assommato palle perse (16) a tiri con poco ritmo, finendo poi per sbagliare anche le cose elementari, leggasi una miriade di errori al ferro. Così sono bastati alcuni spunti dei vari Kravic e Moreira, partita sostanziosa in coppia sotto canestro, Chalmers, riapparso dopo lungo tempo, Aradori, Martin e M’Baye.
Pareggiata, di fatto, la partita a rimbalzo (14 rimbalzi in attacco per Bologna, 16 per Bamberg, 10-8 per la Virtus i punti da seconda chance), la gara è sfilata via senza grossi sussulti e la leadership bolognese non è mai davvero stata messa in discussione.
Troppo solo Tyrese Rice (21 punti, ma 6/20 al tiro), un disastro Ricky Hickman (2/10 al tiro, 3 palle perse), fuori fase Nikos Zisis, impalpabile Cliff Alexander.
La Virtus festeggia il ritorno all’atto conclusivo di una manifestazione europea dopo nove anni (ultima volta nel 2009 nella allora Eurochallenge) e domenica proverà a vendicare la sconfitta di Venezia, proprio contro Tenerife, nelle semifinali di Champions 2017.
ANVERSA DURA UN TEMPO, POI TENERIFE DILAGA
Nella seconda semifinale, giocata davanti un fantastico pubblico (quasi 20 mila spettatori), i padroni di casa hanno provato a tenere testa all’Iberostar, dovendo però alzare bandiera bianca dopo un buon primo tempo. Troppo più lunghi e talentuosi gli spagnoli, che con un parziale di 26-4 a cavallo tra primo e secondo tempo hanno ribaltato la partita.
Protagonista assoluto Nicolas Brussino, autore di 17 punti, con 4 rimbalzi, 3 assist e due recuperi. L’argentino ha trascinato i suoi alla rimonta, dopo che Anversa aveva condotto per i primi quindici minuti. A suon di triple e canestri pesanti ha forzato l’aggancio, con Beiran (14 punti) e il belga Gillet (11 punti e 6 rimbalzi) a dargli manforte.
Tenerife, così, ha ovviato alla serata poco ispirata del proprio temibilissimo reparto lunghi: 14 punti complessivi da Iveson, Abromaitis, Saiz e Niang.
Chiave della partita, poi, è stata la difesa degli uomini di Vidorreta su Paris Lee, anima e cuore della propria squadra. Il play belga è stato tenuto al suo career low nella competizione, segnando la miseria di 4 punti con 1/9 al tiro e -10 di plus/minus. Ciò nonostante, Anversa aveva toccato il +10 in apertura di secondo quarto, con i canestri Jea’sean Tate e Tyler Kalinsoki.
Ma alla lunga, la perdurante assenza di Lee e percentuali pessime ai liberi (9/18, 3/10 del solo Tate), sono state un fardello troppo ingombrante da portare. L’Iberostar è rientrato di prepotenza e quando ha messo il naso avanti (31-26 per gli spagnoli all’intervallo) si è capito che difficilmente l’equilibrio della partita si sarebbe nuovamente ribaltato.
I padroni di casa non hanno mollato facilmente (ancora a -5 all’inizio dell’ultima frazione), ma nemmeno hanno trovato le forze per completare la rimonta, rallentati anche dagli stenti da dietro l’arco: 2/18 per chi non si chiamava Tyler Kalinoski.
Tenerife torna così in Finale e proverà domenica a bissare il successo ottenuto in casa nel 2017.