Virtus Bologna: tra immobilismo e CDA il futuro qual è?

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Foto di Savino Paolella

L’estate in casa Virtus Bologna sta filando via nella recita un copione già visto in passato: un mare tranquillo e piatto in superficie, ma che nei fondali sembra mosso da correnti frizzanti. Se nel 2022 e nel 2023 la bonaccia virtussina era stata increspata dalle parole di Sergio Scariolo, il 2024 sta procedendo all’insegna di una calma apparente che ha fatto alzare il sopracciglio a molti.

Non è sfuggito, fuori e dentro le mura cittadine, come la società bianconera sia praticamente l’unica al palo per quanto riguarda il mercato, in Italia e in Europa. Almeno in termini di ufficialità. Con l’ultima comunicazione diretta del club, la conferenza stampa del primo luglio, che non ha aiutato in tal senso.

Al netto delle rassicurazioni, apparse abbastanza di circostanza, il succo delle questioni trattate si è sostanziato nel prolungamento con adeguamento del contratto di Marco Belinelli messo sul piatto opposto di una bilancia su cui pesavano l’addio ad Awudu Abass, lo scivolone sul rinnovo di Shengelia e la conferma della fiducia a Luca Banchi. In un mondo dove il rinnovo della fiducia ad un allenatore non è sempre sinonimo di buoni auspici per lo stesso, come pure la storia recente della Virtus testimonia.

Banchi
Foto di Savino Paolella

Una conferenza stampa che ha inoltre fatto chiarezza sulla questione rinnovo della sponsorizzazione Segafredo (impegno rinegoziato a cifre più contenute) e che è stata seguita dall’uscita dal contratto di Bryan Dunston che dovrebbe essere seguito dal saluto ad Ognjen Dobric. Operazioni che hanno lasciato il roster sotto contratto con uno zoccolo duro di giocatori di qualità, ma al tempo stesso bisognoso di aggiunte mirate.

La cronaca di questi giorni, però, è stata segnata dalle convocazioni dei CdA, non forieri di grandi novità per ora, più che da news di mercato. Da un lato ci sono gli arrivi dati come certi di Grazulis, Akele e Visconti, dall’altro lo straniamento generale nel non vedere l’ufficialità nero su bianco per giocatori che da un punto di vista di peso, contrattuale e nelle rotazioni Virtus, non dovrebbero essere centrali.

Appare evidente che ci siano nodi economici da sciogliere (giovedì sarà il giorno buono?). Altrettanto chiaro che le volontà di riduzione dei costi, unite all’operato nebuloso dell’ultimo periodo, facciano addrizzare le antenne agli osservatori. Anche perchè legate a un bilancio al 30/06/2023 chiuso in perdita di oltre otto milioni di euro, a fronte delle dichiarazioni che parlano di “un budget del prossimo anno che deve chiudersi in utile”. Situazione in cui la Virtus Bologna può considerarsi in buona compagnia nel panorama cestistico italiano, senza bisogno che nessuno si senta tacciato di essere un “pezzente con le braghe rotte” per questo.

Semmai sarebbe da ragionare sui sistemi di comunicazione di un club che, in termini di risultati di campo, ha unicamente del credito da riscuotere per quanto ottenuto. Ma nonostante questo spesso sceglie il dialogo passivo-aggressivo, quando non il silenzio quasi assoluto, come nel caso della chiusura della squadra femminile. A fronte di un pubblico che, in linea di massima, negli anni ha dimostrato affetto incondizionato, ma a cui si sente la necessità di distribuire “pillole tranquillanti”.

Venendo alla squadra in via definizione, si riparte dai punti fermi che saranno Isaia Cordinier, Alessandro Pajola e Daniel Hackett in playmaker, Toko Shengelia e Achille Polonara in ala oltre a Marco Belinelli. Il punto interrogativo più grande al momento è sotto canestro, dove Ante Zizic e Devontae Cacok, in recupero dall’infortunio di dicembre, sono al momento i giocatori deputati a presidiare l’area, in attesa di sviluppi.

Foto di Savino Paolella

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n.fiumi
Classe 1985, bolognese di nascita. Folgorato da Danilovic, ammaliato da Ginobili, tradito da Abdul Gaddy. Incidente che mi ha portato a valutare le cose in maniera più disincantata. Classico esempio di paziente affetto dal "Disease". La vita è troppo breve per vedere brutto basket ma, se non c'è altro, il campionato ungherese resta un'ottima opzione.

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