La gara non sarà ricordata per agonismo, anzi, il primo fischio arbitrale arriva dopo quasi 5 minuti di contropiede, squadre lunghe e gioco confusionario da ambo i lati. Bella l’atmosfera dell’arena di Klaipeda, piena in ogni ordine di posti pur per una partita che non ha una vera e propria finalità. Distratti gli azzurri in avvio, che provano a sopperire con l’energia a rimbalzo di Pascolo e Biligha e si lasciano trasportare da Gentile. Nel frattempo, però, i padroni di casa hanno già messo la freccia con una serie di triple da hand-off, con Giedraitis e Bendzius per il +8 (12-4) al 5′. Mentre l’Italia forza e spara senza mai vedere il ferro, specie dalla distanza, Janavicus e Masiulis allargano il gap mettendo ben 10 lunghezze tra le formazioni già alla prima pausa (26-16).
Sacchetti cambia qualcosa sul parquet, Aradori entra e fa vedere il suo talento, provando a caricarsi la squadra sulle spalle, ma la scarsa percentuale dall’arco limita e non poco il rendimento della gran mole di gioco prodotta. Basti pensare che la prima tripla degna di nome la mette Biligha. Se i lituani giocano sul velluto hanno pochi limiti, Vasiliauskas inventa, Seibutis finalizza e quando Giedraitis si mette al servizio dei suoi lo scarto sul tabellone si è incredibilmente dipanato fino al 47-29 della pausa lunga.
MICHELE VITALI: UNA CANDIDATURA A VOCE BASSA…
Ci si aspetta la reazione italiana e questa non si fa attendere, anche per lo stravolgimento del quintetto operato, con Filloy, Michele Vitali e Moraschini a dividersi le scelte dal palleggio. Seppur assai carente a rimbalzo, con troppi secondi possessi concessi ai baltici, le triple e l’intensità del giocatore di Andorra sanno fare la differenza. Quando a lui si aggiunge la zingarata di Ariel in penetrazione, ecco che magicamente la sfida ha ancora equilibrio da mostrare. Aggiustando qualche tacca in difesa, gli Azzurri tornano in linea di galleggiamento sfruttando il bonus: un 2/2 di un sempre presente Aradori vale il 61-51 che ci anticipa gli ultimi 10′ di gioco.
Sarebbe facile ammettere di un quarto periodo di garbage time, ma vale la pena sottolineare i due volti anche dell’ultima frazione, con la Lituania che in una prima fase rimette prepotentemente il suo zampino sulla gara, con Vasiliauskas che inventa per Juskevicius prima (tripla) ed Echodas poi (ottima lettura dal pick and roll con fallo subito). Sacchetti nel timeout predica calma ed invita i suoi ad aumentare qualcosa in difesa, a crederci nonostante tutto, ma il +23 firmato Giedraitis appare mettere anzitempo i titoli di coda. Proprio però nel momento di maggior oscurità, ecco ancora Michele Vitali farsi trovare pronto a segnare, prima in uscita dai blocchi col suo classico movimento e poi col canestro e fallo subito, per portare linfa ai compagni. Insieme a Filloy, che segna e fa segnare, gli italiani tornano a -10 con le due triple dal parcheggio di Abass, ma è l’ultimo sussulto del match, che si chiude in linea col canovaccio di tutta la storia del basket lituano: tripla, stavolta di Masiulis, e 86-73 finale.
COSA RESTERA’ DI QUESTA GARA?
Sacchetti può imparare e non poco da questo match, anche se probabilmente di questi 12 di stasera della Lituania, forse solo il vecchio Seibutis potrebbe salire sull’aereo per la Cina e neanche con un ruolo da protagonista. Di sicuro, sia contro Geben (11 punti) che contro Mockevicius (9), ossia centri di ruolo, abbiamo fatto fatica in difesa. Non che col buon Melli tutte le pezze saranno messe a posto, ma se si cerca la difesa contro un pivot interno, sarà bene cercare delle soluzioni, perchè Pascolo appare ancora acerbo per condizione fisica ed esperienza ed il buon Biligha non può contare tutto sulla sua esplosività.
Male la lettura difensiva sulla palla, con Janavicius e Vasiliauskas che, anche al netto dei tanti consegnati stile football americano, hanno creato pallacanestro con troppa facilità, sia dal pick and roll che nelle letture degli esterni. Eppure anche da questa serata, e da questa brutta difesa, si può trarre profitto, perchè anche contro percentuali così elevate concesse, l’Italia non si è snaturata, ha provato la transizione quando ha potato e, cosa che va riconosciuta, ha continuato a produrre la propria pallacanestro, plauso al lavoro di Sacchetti e del suo staff. Magari questi problemi tecnici non si risolvono con il sempre valido Cinciarini nei 12, eppure sarebbe stato interessante testare la sua garra in una gara come questa.
Gli aspetti positivi sono anche le noti dolenti di chi potrebbe non esserci sull’aereo per la Cina. Vedere un Michele Vitali ed un Ariel Filloy così in palla, così capaci, dal nulla, di reinventare una gara che sembrava già partita per la tangente, è di sicuro un buon segno della profondità del settore esterni. Un plauso anche per Aradori, che magari non è stato premiato dalla fortuna nelle sue conclusioni ma stasera (10 con 4/8 al tiro), come sempre in maglia azzurra del resto, ci ha messo la faccia e ha provato a mettere il talento al servizio della necessità. Sarebbe un peccato che un veterano del genere non fosse nell’elenco, ma pensare al fatto che stasera mancava Della Valle, potrebbe essere inserito un Mannion o addirittura un DiVincenzo, fa riflettere e non poco.
In ultimo, come già detto, occhio agli outsider. Gentile sta crescendo e la sua presenza non dovrebbe essere un problema, Abass e Biligha possono dare qualcosa alla causa ma alla fine per altri equilibri potrebbero finire fuori, molto poco agli altri ragazzi di stasera, che hanno dato l’anima nelle qualificazioni, sono giovani e possono solo crescere, ma vedere in loro possibili speranze di convocazione è peregrino. Tutto questo, ovviamente, a patto che dal gruppo degli EL (Hackett, Datome e Melli) e dei due NBA (Belinelli e Gallinari) arrivi una disponibilità che sarebbe fondamentale per un torneo che vale, cosa importantissima, la qualificazione alle Olimpiadi di Tokyo 2020.