Eurocup: la guida alle Top 16

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Dal sito www.eurocupbasketball.com

Partono oggi le Top 16 di Eurocup. Inizia la rincorso verso la finale che mette a disposizione due posti in Eurolega. Quattro ancora le italiane in corsa. Tanta la concorrenza per un posto al sole. Andiamo a vedere insieme i quattro gironi nel dettaglio (qui trovate il nostro podcast di approfondimento).

GRUPPO E

Sulla carta il girone che appare più ostico, quello di Virtus e Trento. Partizan e Darussafaka sono avversarie parecchio complicate, entrambe, peraltro, tra le prime cinque difese, per rating, della prima fase. Il Partizan di coach Andrea Trinchieri è una delle legittime candidate alla vittoria finale e sarà anche la prima avversaria degli uomini di Sasha Djordjevic, in un match che si preannuncia davvero imperdibile. Come dicevamo, quinta difesa della prima fase con 100.9 di defensive rating (per Real GM), non sempre altrettanto efficace in attacco, dove comunque il talento non manca. La squadra è veramente profonda, con almeno due giocatori per ruolo a garantire una rotazione a dieci, dove i minuti sono molto distribuiti e a turno tutti possono portare un contributo. Sotto canestro, mentre si attende la risoluzione della telenovela McLean, il Partizan propone già di per sé una batteria lunghi di primissimo livello, con gli ex “italiani” Rashawn Thomas e Will Mosley completati ottimamente da Stefan Bircevic e Nikola Jankovic. Un gruppo che garantisce impatto a rimbalzo (51,7% di total rebound percentage di squadra, ottavo miglior dato della prima fase) ma anche contributo offensivo. Dietro, la coppia Walden-Paige dirige le operazioni, mentre il talento cristallino, ma discontinuo, di Rade Zagorac è completato dal lavoro sporco di Onjen Jaramaz e dall’esperienza di Nemanja Gordic e Reggie Redding.

Prima avversaria della Dolomiti Trento, invece, sarà il Darussafaka, uscito come terza del gruppo C. La squadra di Istanbul ha messo in mostra una difesa davvero granitica (99.2 di rating, seconda solo a Brescia), ancorata ai 213 centimetri di Johnny Hamilton (12 punti e 8 rimbalzi di media in 29’), ma anche alla presenza sul perimetro dei vari Bonzie Colson, Gary Browne e Dogus Ozdemiroglu. Da qui è nato l’ottimo impatto a rimbalzo, dove i turchi conquistano quasi il 53% dei palloni disponibili, quinti in tutta l’Eurocup. Come per il Partizan l’attacco è andato un po’ a corrente alternata, anche per via delle prestazioni alterne del gruppo USA. Doron Lamb, Bonzie Colson e Jarrod Jones non sempre hanno dato quello che coach Ernak si attendeva da loro. Altro parallelismo con il Partizan lo si può trovare nel tiro da tre punti: solo il 32,7% da dietro l’arco per il Darussafaka, comunque meglio del 31% dei serbi. Per la Segafredo conquistare la qualificazione ai playoff non sarà certo una passeggiata, mentre Trento può candidarsi al ruolo di mina vagante del gruppo.

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Doron Lamb del Darussafaka (foto by Eurocup Basketball)

GRUPPO F

Questo può essere definito il gruppo delle sorprese. Venezia, con pieno merito ma anche contro i pronostici, ha vinto il durissimo gruppo B. Brescia ha fatto fronte a tanti problemi giocando un’eccellente regular season e chiudendo al secondo posto nel gruppo C. Oldenburg, dopo essere partita con tre sconfitte in fila, ha vinto sei delle ultime sette gare staccando il pass per la Top 16. Infine, Patrasso ha fatto a lungo corsa di testa nel girone della Virtus Bologna, calando un po’, forse anche volutamente, negli ultimi incontri. Così ne è venuto fuori un raggruppamento che dietro Venezia, al momento forse un gradino sopra a tutti, appare apertissimo. Oldenburg, come detto, ha avuto una partenza difficile, ma quando ha trovato la quadra ha macinato una vittoria dietro l’altra. Squadra a trazione decisamente offensiva (75 possessi di media, 112 di rating offensivo contro il 113 difensivo, quartultimo rilievo complessivo), se si accende da dietro l’arco può fare malissimo (terza per percentuale da tre punti col 39.6%, 17 triple a segno nell’ultima partita contro il Buducnost). L’ex Cantù Gerry Blakes e l’eterno Rickey Paulding sono le guide sul perimetro, ma il giocatore di maggior talento è il poliedrico centro Rasid Mahalbasic: 14,7 punti col 55% dal campo, 6.2 rimbalzi e 4.9 assist. Squadra abbastanza leggera, può soffrire a rimbalzo.

Più quadrato, invece, il Promitheas, che ha bagnato il suo esordio in Eurocup con un’ottima prima fase. Squadra dai ritmi compassati (21esima per pace medio con 71 possessi a incontro) ha in Chris Babb (11.7 punti di media col 42% da tre punti) il proprio cannoniere principale e in Langston Hall, che sta giocando un’ottima stagione, la propria guida in cabina di regia. Proprio in playmaker il Promitheas ha uno dei suoi punti di forza. Hall ha nel veterano Dimitrios Katsivelis un ottimo cambio e ora si è aggiunto al mix anche Evangelios Mantzaris, in uscita dall’Unics Kazan, a dare ancora più qualità al secondo miglior attacco della competizione in termini di canestri assistiti: il 68,6% del totale. Come Oldenburg, non hanno grande peso sotto canestro, in particolare dopo la partenza di Bogris. Di fatto c’è il solo Octavius Ellis come lungo vero e proprio, con Agravanis e Chase Fieler che giostrano nella posizione di quattro soprattutto aprendo il campo col tiro da fuori. Va da se che i greci siano una delle squadre che tira di più da tre punti (quasi 27 tentativi a incontro) ma che, al contempo, soffre maggiormente a rimbalzo (46,8% di total rebound percentage, 21esima dopo la prima fase). Venezia ha una grande chance in questo gruppo per conquistare un altro primo posto e entrare nei playoff con la massima fiducia. Occhio però a Brescia. Che arriva in un ottimo momento e con poca pressione sulle spalle. Gli uomini di Esposito potrebbero sorprendere ancora.

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Chase Fieler, ala del Promitheas Patrasso (foto by Eurocup Basketball)

GRUPPO G

Il gruppo G può davvero diventare quello dove si assisterà ai maggiori colpi di scena. Kazan è apparsa la “numero uno” meno solida delle quattro uscite dalla prima fase. Non a caso è la peggiore per net rating con un risicato +1.1 di differenza tra rating offensivo e difensivo. Frutto anche di un roster che dietro gli attori principali (Jamar Smith e Errick McCollum su tutti) ha offerto poche alternative. Haukur Pallson non sta ripetendo le buone cose fatte in Francia col Nanterre, Jamil Wilson, arrivato in corsa, ancora non sembra perfettamente inserito, Mantzaris è stato addirittura ceduto per fare posto a Jordan Theodore. Ciò non toglie che i russi siano squadra di grande talento (Raymar Morgan e Alex Tyus, insieme a Kostas Kaimakoglu, sotto canestro sono delle certezze) e anche solo in attacco possano risolvere tanti problemi. Talento che, di certo, non manca al Galatasaray, terzo miglior attacco della prima fase di Eurocup con un rating offensivo di 113,7. D’altronde non tutti possono permettersi di schierare contemporaneamente in campo un attaccante come Aaron Harrison (16,6 punti di media) e una coppia di lunghi come quella formata da Greg Whittington (12,9+6,6) e Zach Auguste (12,6+7,2). Come per l’Unics, però, sono mancate spesso la difesa e un po’ di profondità nel roster. I turchi hanno concesso quasi il 39% da dietro l’arco agli avversari e spesso alle spalle del trio di leader hanno avuto contributo esiguo dagli altri giocatori. Ora nel mix, però, c’è anche Alex Poythress, che nelle prime sette partite in maglia giallorossa ha viaggiato a quasi 15 punti di media.

Su una difesa arcigna, invece, Monaco ha costruito la propria qualificazione. 99.6 il rating difensivo dei monegaschi, terzi dopo la prima fase. Squadra di ottimi atleti ed estremamente fisica, che con l’inserimento in corsa di Norris Cole, al posto di Dylan Ennis, ha trovato un po’ di brillantezza anche in attacco, dove invece a lungo ha stentato. Non sono belli da vedere, ma estremamente ostici da battere. Così come ostico da violare sarà per tutti il campo del Rytas Vilnius. In stagione alla Siemens Arena sono passate solo squadre del calibro di Partizan, Venezia e Zalgiris Kaunas. I lituani, infatti, sono squadra con buone qualità offensive, in particolare nel playmaker Paco Cruz e nell’ala Eimantas Bendzius (rispettivamente 40 e 47% da tre punti), e sotto canestro hanno l’interessantissimo classe 1997 Martinas Echodas. Concedono parecchio nella propria metà campo: 112.6 di rating difensivo. Possono comunque essere una variabile che spariglia le carte in tavola.

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Anthony Clemmons, guardia del Monaco (foto by Eurocup Basketball)

GRUPPO H

Raggruppamento che parla quasi esclusivamente spagnolo. Malaga è la testa di serie e una delle maggiori pretendenti al titolo. L’andamento tra campionato e Eurocup è stato spesso invertito, alternando buoni momenti in Europa a periodi di flessione in patria e viceversa. Così, un finale di 2019 con cinque vittorie in sei gare di ACB ha fatto da contraltare a una chiusura di prima fase in Eurocup non particolarmente brillante. Al di là di questi discorsi, i malagueños restano una corazzata per questo livello di competizione. Secondi per offensive (114.9), ottavi per defensive (105.3) e secondi per net rating (+9.7). Dominano a rimbalzo (primi per total rebound percentage con 55.2%). Sono profondissimi e ruotano quasi indistintamente dieci giocatori. Josh Adams sul perimetro e Deon Thompson in area portano qualità, ma è il trio di ali Toupane, Ejim, Suarez che spesso mette il turbo all’Unicaja. Jaime Fernandez e Alberto Diaz si danno il cambio in regia, l’esperto Adam Waczynski colpisce col 42% da tre punti, mentre dietro a Thompson portano contributo sostanzioso in area Volodymyr Herun e Frank Elegar. Proverà a mettergli i bastoni tra le ruote Andorra, partita piano ma arrivata fortissimo alla Top 16. Forse la squadra più divertente da vedere in attacco. Giocano leggeri, tirando tanto e bene da tre punti (41,5% di squadra su 27 tentativi a incontro). Offensivamente sono, con distacco, i migliori della competizione: 118,3 di offensive rating, oltre tre punti meglio della seconda, proprio Malaga. Cosa che, comunque, non gli impedisce di essere una buona difesa: decima in regular season, con 106.2 di rating difensivo, quando la media della competizione è stata 107,9. Gli specialisti da dietro l’arco fioccano: David Walker e Clevin Hannah sono abbondantemente sopra il 50% da tre, Frantz Massenat, Jeremy Senglin e David Jelinek si attestano ben al di sopra del 40. Manca, prevedibilmente, un po’ di peso. Ma nonostante questo la squadra non soffre troppo a rimbalzo, anche grazie alla presenza di atleti come Bandja Sy, Tyson Perez e Moussa Diagne.

A completare il trio spagnolo, infine, c’è Badalona, trascinata in Top 16 da un super Klemen Prepelic. Lo sloveno, in prestito dal Real Madrid, sta seriamente contendendo il premio di MVP a Milos Teodosic, segnando con una continuità mai vista in carriera (17,8 punti di media). Lui è il terminale offensivo di un curioso, quanto riuscito, mix di gioventù ed esperienza. Dove la freschezza dei vari Dimitrijevic, Lopez-Arostegui e Parra si sta incrociando molto bene con la sapienza di Zisis, Omic, Ventura, Harangody e lo stesso Prepelic. In mezzo a questo trio proverà a inserirsi il Tofas Bursa, uscito come terzo dal girone B, eliminando all’ultimo tuffo il Lokomotiv Kuban. Squadra che vive e muore sul talento dei suoi interpreti principali, Devin Williams (15 punti e 8 rimbalzi di media) su tutti. Sammy Mejia, Matt Lojeski, D.J. White e Tarik Phillip portano la maggior parte del peso restante, in un contesto non troppo profondo. La difesa è un problema: penultima nella prima fase con 115.8 di rating. E questo potrebbe essere un guaio difficile da risolvere.

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Klemen Prepelic esulta dopo l’incredibile buzzer beater della terza giornata (foto by Eurocup Basketball)
n.fiumi
Classe 1985, bolognese di nascita. Folgorato da Danilovic, ammaliato da Ginobili, tradito da Abdul Gaddy. Incidente che mi ha portato a valutare le cose in maniera più disincantata.Classico esempio di paziente affetto dal "Disease". La vita è troppo breve per vedere brutto basket ma, se non c'è altro, il campionato ungherese resta un'ottima opzione.

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