La devastazione che ha seguito la morte di Kobe Bryant ha colpito anche “la classe operaia in paradiso”. Ci siamo presi un turno di riposo, tuttavia adesso è il momento di tornare. Anche perché, non ne sono certo, potremmo essere arrivati ad un numero in doppia cifra di puntate. A due numeri anche i tabellini di Lighty e Thompkins, due dei nostri operai che stanno riscuotendo più successo in giro per la lega. Ad altri, invece, la fortuna non sta sorridendo e non li nominiamo per rispetto (più a noi che a loro). In una giornata di Eurolega in cui avremmo potuto optare per giocatori più stravaganti, ci siamo tenuti su un evergreen, in tutti i sensi (ma proprio tutti). Avremmo potuto parlare di un Danilo Barthel in grande spolvero, ma i losing effort non fanno per me. Dunque, per cause di forza maggiore, abbiamo opzionato Lukas Lekavicius, inaspettato mattatore che sta guidando l’inversione di trend del suo Zalgiris Kaunas. Si tratta di un lituano in Lituania, quindi aveva una corsia preferenziale per finire nella nostra rubrica.
Lukas Lekavicius
Lo Zalgiris sembrava aver perso la magia che lo aveva accompagnato durante la gestione Jasikevicius, eppure, come ormai da qualche anno ci ha abituato, è riuscito a rilanciarsi, trovando un periodo davvero positivo. 5-2 di record nelle ultime sette, un periodo positivo che ne ha riscattato uno negativo, durato lo stesso numero di partite, con altrettante sconfitte. In questo sprint di risalita, si è messo più che in evidenza il nostro protagonista. Prima, però, di andare ai recenti ottimi risultati, come di consuetudine, diamo uno sguardo alla sua carriera. La carriera di Leka è evidentemente legata ai dominatori della pallacanestro del suo paese. Giovanili e professionismo sono totalmente tinte di bianconere: sette anni di carriera in squadre color folletto (come lui), l’inizio nella casa madre a Kaunas, l’esperienza in seconda squadra, in rilancio tra i grandi, il trasferimento agli altri greens del Pana, in seguito ad una stagione da Top 5 della LKL che ha attirato su di lui l’attenzione diretta di Xavi Pascual, e, infine, il ritorno alla corte di Jasi. Quest’ultimo, è un po’ in background nella vita cestistica di Lukas, come un po’ per tutti i nati, di questa generazione, nella terra di Arvydas. Lekavicius prende il numero 19 al Panathinaikos, proprio quello che era stato di Saras, ma anche dei connazionali Javtokas, Siskauskas e Maciulis. I due anni in Grecia, purtroppo, non sono all’altezza dell’eredità sulle spalle, e nemmeno delle aspettative degli addetti ai lavori lituani. Mi è capitato di sentire pareri piuttosto discordanti riguardo al play di Silale, provenienti dagli stessi nomi di peso della pallacanestro del nord-est d’Europa. In ogni caso, i due anni senza trovare troppo spazio uscendo dalla panchina dell’OAKA, lo portano ad assecondare le lusinghe che vengono dalla Zalgirio Arena, tornando in patria da coach Sarunas, trovandosi in mano le chiavi dell’organizzazione di uno Zalgiris chiamato a disputare una stagione in cui sarà difficile riconfermare gli altissimi standard fissati nelle annate precedenti. Effettivamente è così, i campioni di Lituania hanno iniziato molto male e Lekavicius ha faticato ad entrare in alcuni meccanismi, soprattutto nelle prime settimane. Mi riferisco, in particolar modo, a qualche automatismo difensivo e offensivo arrugginito, la cui conseguenza è stato un inizio caratterizzato da qualche palla persa di troppo (quasi 2 di media a partita nelle prime 10) e alcuni errori difensivi. Successivamente, con la ripresa della squadra, pure l’Isaiah Thomas lituano (una chicca di soprannome dei simpatici tifosi di Kaunas) ha ingranato le marce alte. Realmente, è difficile leggere se sia il miglioramento corale ad aver causato la sua crescita, o viceversa. Eppure, nelle ultime 6 del già citato 5-2 dello Zalgiris, LL sta viaggiando a 17 punti e 2,8 assist ad allacciata di scarpe, tirando con degli irreali 60% da 2 punti, 67% da dietro l’arco e 95% dalla linea della carità.
Il punto esclamativo lo ha messo ieri sera a Villeurbanne: 21 punti, 7/11 tra pitturato e mid range, 2/3 al tiro pesante ed un errore sui due tentativi in lunetta. Il paragone con l’IT ex Celtics è certamente azzardato, però, a dirla tutta, più di una somiglianza possiamo trovarla. In primis, la statura sotto la media (178 centimetri per Lekavicius), inoltre, sono entrambi due mancini con un’attitudine costante nel tentare insistentemente la penetrazione d’agilità e un tiro da fuori affidabili, al quale aggiungerei anche una tendenza a stare nei Pick&Roll (forse un po’ meno per Thomas, ma qui stiamo entrando in un campo minato). Paragoni forzati a parte, Lukas Lekavicius è, senza ombra di dubbio, nel suo momento e, se continuasse con questo rendimento, potrebbe dare una grande mano al suo Zalgiris nell’ennesimo assalto/impresa ai playoff di Euroleague.