Euroleague, la classe operaia in paradiso: Top 5

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Thompkins
Fonte Instagram Thompkins

Lo stop dell’Euroleague ha inevitabilmente stroncato la normale amministrazione che caratterizza “la classe operaia in paradiso”. Per questa ragione, c’era parecchio bisogno di fermarsi un attimo per cercare un qualcosa di nuovo, non potendo parlare di un protagonista della settimana. Dunque, approfittando delle varie coppe nazionali che ci hanno fornito molteplici spunti, è venuto fuori questo pezzo speciale. Prima di tuffarci nella volata playoff, che ci terrà impegnati per dieci turni, abbiamo scritto una sorta di riepilogo, sotto forma di una Top 5 dei migliori tra i giocatori di cui abbiamo scritto finora in questo spazio. Se volete, è anche un modo per sfamare il nostro ego e mostrarvi che su qualcuno (un minimo) ci avevamo preso, o meglio, per farvelo credere, perché, in realtà, non ne prendo una neanche per sbaglio.

#5 Lukas Lekavicius – Zalgiris Kaunas

Ogni anno, arriva quel fatidico momento in cui in casa Zalgiris danno un occhio alla classifica e si accorgono di poter rimontare. Pure in questa stagione, a Kaunas sono alla ricerca dell’ennesima mission impossible, che momentaneamente appare più complicata delle altre, tuttavia, conoscendo le squadre di Jasikevicius, mai dire mai. Un aspetto che si potrebbe, in qualche modo, evidenziare è il fatto che, in ciascuna cavalcata biancoverde, ci sia stato un giocatore che può essere additato come il fattore X, l’arma in più, dei lituani. L’annata delle storiche Final Four colui che incarnava questa figura probabilmente era Micic, nel raggiungimento all’ultimo respiro dei playoff nella manifestazione passata si trattava, orientativamente, di Brandon Davies. La domanda che mi (e vi) pongo è se questo contributore straordinario, in questa stagione, possa essere Lukas Lekavicius. Effettivamente, riflettendoci su, paragonare Leka ai suoi due “predecessori” mi sembra alquanto azzardato, eppure riesco a trovare più di una similitudine. Micic e Davies, in un certo senso, prima di esplodere erano anch’essi degli operai. In più, entrambi davano quello scoring effort aggiuntivo che sta formendo, in minore, se non uguale, misura, il piccolo play lituano. Indubbiamente, per seguire le orme di due che adesso stanno ai vertici della lega i dettagli da limare sono infiniti. Il ragionamento non vuole accostare Lekavicius a due sicurezze di altrettante squadre di peso dell’Eurolega, allo stesso tempo, questo stesso parallelismo mi consente di inserire l’Isaiah Thomas lituano in questi 5 big names. Nel suo gioco ho notato diverse lacune che sarebbero visibili a qualsiasi appassionato che si concentrasse lievemente: difensivamente, specialmente a livello fisico, diventa un problema in più di una situazione e, inoltre, in alcuni tratti di partita, tende ad intestardirsi su una determinata circostanza di gioco o schema, anche se, visualizzando il video sopra avrete uno scorcio delle sue abilità in Pick&Roll. Nonostante tutto, se la sua banda riuscisse miracolosamente ad acciuffare un posto nelle prime otto d’Europa, si meriterebbero un approfondimento personale, uno per uno, Lekavicius in testa.

#4 Marcus Eriksson – ALBA Berlino

Freschissimo ultimo giocatore trattato ed è difficile aggiungere altro su Marcus Eriksson. Se non altro, perché nel periodo tra l’episodio su di lui e questo speciale non si è disputato alcun match di Euroleague, pertanto posso commentare solo l’esito della coppa di Germania. Il trofeo nazionale è stato portato a casa dall’ALBA, qui ne abbiamo parlato meglio. Non a caso, i berlinesi, non solo sono, in ex-equo, la squadra più rappresentata ne “la classe operaia”, ma sono anche riusciti a portare i loro due pupilli in questa Top 5, a dimostrazione di un roster costruito senza grandi individualità (forse ad eccezione di Sikma, comunque non una prima donna). Marcus Eriksson si merita questa nomination per la solidità dimostrata fino ad oggi come ben ricorda anche l’Olimpia Milano, vivisezionata dai suoi canestri. A proposito di nomination, ne approfitto per esternare il mio buffo pensiero, direttamente conseguenza dalla recente assegnazione dei premi Oscar, riguardante il fatto che, secondo me, il migliore di questa Top 5 potrebbe essere meritevole del premio di “Miglior attore non protagonista”, come nelle cerimonia delle statuette. Questo riconoscimento magari non lo assegnerei ad Eriksson, però lo inserirei tra i candidati, difatti, si trova qui.

#3 David Lighty – ASVEL Villeurbanne

I nostri più accaniti lettori si ricorderanno dello squallore del soprannome Davide Lucente, che io attribuì al povero Lighty, o forse no, perché forse fu censurato, diventando uno dei primi bloopers della rubrica (questo irrilevante particolare è da verificare sempre pigiando sul titoletto). Quello che posso, innanzitutto, farvi notare è che, a differenza dei precedenti due, l’ASVEL di David Lighty non ha portato a casa la coppa di Francia, pur essendo, alla vigilia, strafavorito, uscendo un pizzico ridimensionata, per mano del Dijon. David sta facendo il suo, macina i suoi punti e aggiunge quella fisicità in più al reparto ali francese. Si merita un posto qui, perché, i campioni di Francia hanno un roster formato da tanti giocatori simili e al contempo diversi, che si dividono quasi equamente i punti in fase realizzativa. Emergere in un contesto del genere non è mai facile, soprattutto essendo spesso il miglior marcatore dell’incontro e lui lo è stato spesso e volentieri. Di queste sue doti di cannoniere ne avevamo già parlato, raccontando la sua esperienza trentina.

#2 Niels Giffey – ALBA Berlino

Una delle, se non esattamente quella per eccellenza, nostre intuizioni dell’anno. È vero che, parlando di Eriksson, avevamo appuntato che le sue percentuali erano un po’ calate, è anche vero, volendo essere razionali, che, a netto del calo, le percentuale di Niels Giffey sono davvero importanti. Si prende pochi tiri, rispetto agli altri cecchini di precisione dell’Eurolega, perché sono quelli che servono al sistema di Berlino. È un tipo di uomo da complemento (nel senso estremamente cestistico del termine) che non esagera mai, fa quello che gli viene chiesto, con qualche sbavatura, e il 50% al tiro da tre punti è frutto, in gran parte, di questa componente psicologica. Stiamo, in ogni caso, trattando di un elemento che fa parecchie altre cose durante una partita di pallacanestro. Atletismo, corsa, fisicità e, negli ultimi tempi, sta trovando comodità in alcuni tipi di accoppiamenti difensivi (vedi match contro Milano).

#1 Trey Thompkins – Real Madrid

Accanto al #1, tra questi cinque nomi, forse trovate il best of the best fra tutti. In effetti, non possiamo attribuirci la paternità della segnalazione dell’exploit di Trey Thompkins. In primis, perché questo talento non lo scopriamo certo noi, e nemmeno oggi, in secondo luogo, il nostro pezzo, devo ammettere, è arrivato in leggero ritardo. Vi devo confessare che la logica di quest’uomo non l’ho mai afferrata pienamente, nel senso che in certi momenti ho seriamente pensato fosse un bidone e in altri mi sono chiesto cosa ci facesse in questo continente, anziché stare dall’altra parte a cercare spazio nella lega di Adam Silver.
Se siete arrivati fin qui sotto siete dei lettori de “la classe operaia in paradiso”, grazie.