Eurolega: Anadolu Efes, il tonfo che segna la fine di un’era

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“Lo dico adesso: noi e Milano ci troveremo nella finale per il titolo”. Parole di Ergin Ataman, datate 5 Ottobre 2022. Dichiarazioni invecchiate decisamente male con il passare dei mesi, e che oggi fa un certo effetto leggere. Per quanto Ataman sia un coach che tende sempre a sparare alto, questa sua affermazione fa capire quali fossero le aspettative e possibilità riguardanti l’Olimpia Milano e l’Anadolu Efes a inizio stagione di Eurolega. Adesso, la situazione è ben diversa: entrambe sono fuori dai playoff. Se dell’Armani si è parlato già abbastanza e si parlerà ancora, è venuto il momento di dedicare anche un piccolo spazio all’Efes. La sconfitta nel derby di ieri contro il Fenerbahce segna, infatti, ben più della fine corsa in Eurolega per Micic e compagnia: segna la fine di un’era.

Il ciclo vincente di questa squadra comincia nel lontano 2019, per assurdo da una sconfitta. Al termine di quella stagione l’Efes arriva in finale di Eurolega, perdendo la partita decisiva contro il CSKA Mosca. I mesi che avevano portato a quel match, tuttavia, avevano fatto capire a tutti gli addetti ai lavori cosa ci si trovava davanti: una squadra che avrebbe potuto stare ai piani alti di Eurolega per anni. L’Efes, negli anni successivi, farà ben di più: dominerà la competizione.

La stagione seguente è la maledetta, quella del Coronavirus. La squadra di Ataman, fino a quando è possibile, dimostra di avere un talento e un livello di gioco non equiparabile alle altre compagni. Il campionato purtroppo per l’Efes si ferma, ma la sensazione è che quella squadra sarebbe potuta arrivare tranquillamente fino in fondo, avendo dominato fino a quando il COVID lo ha consentito.

L’anno successivo è quello del primo titolo di questo ciclo. L’Efes batte in finale, a Colonia, il Barcellona. Micic vince l’MVP della stagione regolare e delle Final Four, e Ergin Ataman può sorridere. I turchi arrivano alla vittoria di una coppa che sa tanto di rivalsa, anche all’interno della società stessa. Quella coppa che la squadra non aveva potuto vincere nella stagione precedente ora era finalmente arrivata a Istanbul, e nulla sembrava più giusto.

L’anno scorso, la stagione dell’Anadolu Efes è passata agli annali tanto quanto quelle precedenti. Durante la prima parte di regular season i turchi sono irriconoscibili, tra infortuni vari e un sistema di gioco che sembra andato perduto, e addirittura sembrano poter essere esclusi dalla corsa playoff. Nella seconda metà di stagione, tuttavia, i ragazzi di Ataman mettono il turbo. La classifica alla fine dice sesta posizione e playoff raggiunti. Avversaria un’Olimpia disastrata, che viene eliminata con un 4-2 per volare alle Final Four di Belgrado. Il resto è storia: il buzzer beater di Micic vale la vittoria sull’Olympiacos in semifinale, una difesa granitica contro il Real Madrid in finale porta l’Efes al secondo titolo consecutivo.

Un traguardo storico per la squadra, soprattutto per come è arrivato. Quasi come se l’Efes avesse giocato con le proprie prede per buona parte dell’anno, per poi azzannare alla giugulare gli avversari nel momento più caldo. Segno, ancora una volta, di un dominio quasi incontrastabile.

Le premesse per quest’anno facevano pensare a un’altra stagione, se non di dominio, comunque di altissimo livello. Il roster si presentava come parzialmente rinnovato, ma con così tanto talento da fare invidia a tutti gli altri. Anche solo per l’aggiunta di un certo Will Clyburn, oltre alla presenza dei vari Micic e Larkin. La realtà, tuttavia, ha raccontato ben altra storia. Dopo i primi risultati non soddisfacenti, molti si sono ritrovati a pensare: “Perderanno un po’ di partite all’inizio, per poi comunque arrivare ai playoff e dominare. Come è successo l’anno scorso”. Ma quello switch mentale e tecnico non è mai arrivato.

Nel corso di tutta la stagione, l’Efes non ha mai dimostrato di essere squadra e di avere la benché minima solidità. Nonostante le sparate di Ataman, la superficialità con cui si sono affrontati troppi match ha infine avuto la meglio. Altro che three-peat, l’Anadolu non ha raggiunto neanche i playoff. La sconfitta di ieri, contro il Fenerbahce, è un po’ il simbolo di quella che è stata la stagione dell’Efes. Non tanto per il risultato in sé, quanto per tutto quello che ne è scaturito: rissa in campo con un Clyburn fuori di sé, Ataman che abbandona il campo a 36 secondi dalla fine. Episodi che fanno intendere un clima per nulla sereno all’interno della squadra, un equilibrio che non si è mai trovato.

Dopo anni di dominio (quasi) incontrastato, il ciclo vincente dei turchi si conclude quindi con una serata molto amara. Ma questa squadra non avrebbe meritato i playoff per quanto mostrato all’interno della stagione. Ora un grande punto interrogativo aleggia sopra il futuro dell’Efes. Da chi ripartire l’anno prossimo? Larkin sarà sotto contratto, così come Clyburn. Ma le sirene NBA potrebbero tornare a suonare per Micic, mentre il contratto di Ergin Ataman è in scadenza. Si parla già di una proposta da parte del Panathinaikos, e lo stesso coach ha confermato di avere ricevuto offerte. Forse, quindi, cambierà tutto. O forse non cambierà niente. Ma la sconfitta di ieri, al momento, ha il sapore della fine di un’era.