Eurolega: Barcellona, la squadra più clutch d’Europa

Dopo uno dei mercati estivi più esaltanti per i suoi tifosi, con gli arrivi in serie di Mirotic, Higgins, Davies, Abrines e Delaney in Catalogna, una delle squadre più in forma d’Europa è senza dubbio il Barcellona di coach Pesic forte di 15 vittorie nelle ultime 16 partite tra ACB ed Eurolega. In terra spagnola recita il ruolo di protagonista con il primo posto in classifica a fronte di sole 4 sconfitte, dove l’unica macchia rimane il quarto di finale perso contro il Valencia in Copa del Rey, mentre in campo europeo cavalca una striscia di 9 successi consecutivi assestandosi, in graduatoria, solo dietro all’Efes alla pari del rivale Real Madrid in attesa del Clasico di inizio Aprile al PalauBlaugrana (l’andata è finita con la vittoria delle merengues per 86-76). Ad inizio 2020 le 3 sconfitte consecutive a cui si aggiunse quella con Bilbao in campionato avevano messo un filo in discussione l’operato di Pesic che però ha saputo ritrovare la retta via in vista degli imminenti playoff. Ai rinforzi estivi è, quindi, seguito anche un netto miglioramento di risultati rispetto all’annata 2018-2019 (l’anno scorso a questo punto della stagione il Barça aveva addirittura 9 vittorie in meno in classifica) in particolare lontano da casa dove, in un anno, ha quasi eguagliato il numero di vittorie dei 3 anni precedenti.

Un arsenale a disposizione

Una squadra che può permettersi di strappare Nikola Mirotic dalle sirene NBA con il contratto più remunerativo del vecchio continente oppure battere la concorrenza di mezza Europa per uno dei segreti di Pulcinella (nascosto non molto bene però) della vittoria del CSKA nella scorsa edizione come Cory Higgins e via dicendo non poteva che essere la favorita numero 1 al titolo di Eurolega ai nastri di partenza estivi. Nonostante gli infortuni di lunga durata occorsi ai loro principali ball-handler, Heurtel e Pangos, coach Pesic ha ripiegato subito sull’ex Avellino Adam Hanga come playmaker titolare, utilizzando il rientrante dalla Cina Malcolm Delaney come sesto uomo di lusso per spaccare le partite uscendo dalla panchina.

Il front-court, invece, ha subito delle modifiche nell’arco dell’anno: Mirotic ora è utilizzato come 4 tattico, mentre all’inizio veniva schierato da 3 in quintetti grossi, sfruttando le sue caratteristiche fisiche e atletiche che lo portano a giocare in post-basso contro avversari più leggeri. Al contrario, se marcato da difensori più lenti di piedi di lui lo si vede uscire dai blocchi o a giocare dei PnR 4-5 da palleggiatore. Il suo partner nello spot di ala nei finali di gara è il glue-guy Victor Claver che infatti presenta il miglior net rating della squadra con un super +24.6, con lui in campo il Barça segna addirittura 134.5 punti ogni 100 possessi. Higgins è il closer, nel caso il pallone non finisca nelle mani di Mirotic, il suo palleggio arresto e tiro è mortifero quando è in serata e la sua capacità di subire falli, unita a quella dello spagnolo (circa 8 e 10 falli subiti rispettivamente ogni 100 possessi), realizzando i liberi con ottime percentuali, gli permettono di essere molto difficile da contenere per le difese avversarie. Gli altri due ruoli vacanti nel crunch time sono riempiti in base a cosa viene proposto dalla controparte sia offensivamente che difensivamente, soprattutto per quanto riguarda il centro, con rotazioni a 3 tra Tomic, Davies ed Oriola, quest’ultimo molto più a suo agio da 5 che 4 affiancato ad uno dei due citati in precedenza.

Vincere i finali punto a punto

Questa lunga striscia di vittorie, ultima in ordine cronologico quella in casa contro il Bayern Monaco, possiede un pattern simile per ognuna di esse. Se togliamo il largo successo contro il fanalino di coda Zenit , tutte le altre presentano un arrivo in volata (il +11 finale contro il Panathinaikos è bugiardo visto il 14-35 di parziale dell’ultimo periodo) e uno scarto entro i 5/6 punti nel punteggio al termine dei 40′ regolamentari. Da sottolineare questo aspetto visto che i blaugrana non si sono mai trovati a dover affronare un overtime in tutta la campagna europea fino ad ora. I protagonisti nei momenti decisivi in questo span di gare sono stati molteplici, da Abrines contro l’Alba a Higgins con le giocate decisive contro il Fenerbahce oppure Oriola nell’ultima sfida giocata, però c’è un minimo comun denominatore in tutti questi successi e il suo nome non può che essere quello di Nikola Mirotic. Dopo aver trascorso le ultime stagioni in NBA e aver “tradito” i suoi ex compagni dei blancos al rientro da oltreoceano, lo spagnolo è l’unico altro candidato in lista per il premio di MVP stagionale insieme al favorito Shane Larkin. Infatti, dopo aver vinto il premio come miglior giocatore del mese di dicembre il numero 33 del Barcellona l’ha rivinto nel mese scorso di Febbraio grazie a 21 punti e 6 rimbalzi di media con il 69.2% da 2 e il 42.9% da 3 e come highlight principale il buzzer beater in fade-away alla Nowitzki contro il CSKA. Da segnalare come il suo dato di Win Shares, cioè la stima delle vittorie aggiunte dal singolo giocatore nei confronti della squadra, è il migliore dei suoi con 0.24 su 40 minuti e il suo true shooting del 64% per il volume di tiro che deve sostenere è irreale per un giocatore “normale” non per un top player come lui.

Dopo aver conquistato l’accesso ai playoff con largo anticipo il Barcellona non vuole di certo fermarsi qui, anzi, l’obiettivo minimo è raggiungere le Final Four di Colonia. Infatti, l’ultima apparizione all’atto finale di Eurolega è datato 6 anni fa, conclusosi con un massacro subito da parte dei rivali del Real Madrid, i quali potrebbero essere gli avversari anche quest’anno nella semifinale. Che sia la volta buona per prendersi la rivincita?

 

a.deandreis
a.deandreis
Appassionato di pallacanestro a 360° con una certa inclinazione verso il basket in Piemonte, tifoso (fin troppo) biellese sin dalla tenera età.