Eurolega: è iniziata la nuova era di Bodiroga e Glickman

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L’Eurolega si affaccia verso una nuova era della propria storia. Il punto di svolta può essere ricondotto precisamente a dieci giorni fa: la nomina del nuovo senior management della lega. Dejan Bodiroga è stato eletto presidente, mentre Marshall Glickman è il nuovo CEO. Due nomi che portano (si spera) aria fresca nell’ambiente, dopo gli ultimi movimentati mesi della gestione Bertomeu.

Le prime dichiarazioni di Bodiroga da presidente di Eurolega risalgono a qualche giorno fa. Parlando ai rappresentanti di ELPA, associazione dei giocatori di EL, il serbo si è così espresso:

Dopo 22 anni di crescita di questa lega, è ora di portarla ad un livello superiore. É un nuovo inizio e voi siete parte fondamentale del processo verso il futuro della competizione. I giocatori sono le vere stelle del gioco e noi lavoreremo per far crescere il vostro valore in campo come fuori.

Parole che, da un certo punto di vista, potrebbero risultare quasi scontate ma che a conti fatti non lo sono. Nel corso degli ultimi anni, molte volte i giocatori si sono lamentati di avere poca “protezione” dall’Eurolega stessa. Tanto che il torneo ha assunto la nomea di “lega di allenatori”, a sottolineare l’importanza maggiore dei coach sugli atleti, dentro il campo e fuori. Queste prime dichiarazioni di Bodiroga sembrano voler segnare un’inversione di tendenza sotto questo aspetto. D’altronde, chi meglio di un ex giocatore simbolico come lui potrebbe farsi portavoce di un cambiamento del genere?

A rafforzare quest’idea è stato Marshall Glickman, sempre nel meeting svoltosi con ELPA qualche giorno fa.

La voce dei giocatori dev’essere la più importante. Questa è una lega di giocatori, la gente paga per vederli ma non solo, ha anche bisogno di relazionarsi in forma importante con loro.

Il concetto di “lega di giocatori” in questi anni è stato molto legato, in realtà, al basket d’oltreoceano. L’NBA ha sempre protetto le proprie stelle e i propri talenti più di qualsiasi altro aspetto, rischiando a tratti di diventarne quasi ostaggio. Un estremo rispetto a quello di Eurolega, che invece troppo spesso dimentica quale sia il core del proprio business: il gioco e coloro che lo rendono uno spettacolo.

Sempre in quest’ottica, ieri Glickman è tornato a parlare in occasione dell’evento Meet the Best a Tortona. Le dichiarazioni del CEO si sono concentrate in particolare sul rapporto tra Eurolega e FIBA, una delle evidenze più importanti riguardanti la scarsa protezione nei confronti dei giocatori. La non comunicazione tra le due leghe, infatti, ha portato troppo spesso a una gestione ridicola dei calendari penalizzando lo spettacolo. I giocatori si sono trovati molte volte a dover rifiutare la chiamata in nazionale per giocare con il proprio club in Eurolega, proprio a causa della sovrapposizione delle partite. Oppure, nel migliore dei casi, gli atleti hanno dovuto giocare la partita con il proprio club e quella con la nazionale a pochissime ore di distanza. Magari anche con un viaggio estenuante nel mezzo.

Va da sé che una gestione di questo tipo penalizzi fortemente i protagonisti del nostro basket europeo, e che sia necessaria una comunicazione decisamente migliore. Le dichiarazioni di Glickman, in questo senso, fanno ben sperare.

Vogliamo semplificare il basket europeo, cercare soluzioni. Vedremo presto la FIBA, parleremo, incontreremo i presidenti delle leghe nazionali. Ci auguriamo davvero di trovare compromessi tra interessi a volte divergenti.

Il basket in questo continente è legato all politica, ha rapporti complicati, mi verrebbe da dire sia troppo complicato e troppo politico. Sul problema calendari quel che potremo fare cercheremo di farlo.

Parole incoraggianti ma che rimangono, appunto, soltanto parole. Come è normale che sia, nei primi soli dieci giorni di un mandato così pesante. Ma tutti ci auguriamo che le parole presto diventino fatti, i giocatori e i coach in primis. In tal caso sì che si respirerebbe aria fresca. Una missione non facile, per Bodiroga &co, ma necessaria.

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