Erano due serie che avevano girato in equilibrio, con leggera inerzia per chi aveva violato il parquet ospite e si presentava innanzi al proprio pubblico con la speranza di un nuovo upset. Quando però le teste di serie sono state scippate del vantaggio ambientale, di solito si tende a far pesare il proprio talento, una missione che tocca e riesce a Efes e Cska Mosca.
CSKA TARGATO DE COLO: AL BASKONIA SOLO L’ONORE
Non basta il cuore, non basta neanche la grande rimonta nè l’immensa gara di Vincent Poirier (19 con 15 rimbalzi) a regalare al Baskonia la vittoria contro un Cska da Dr Jekyll e Mr Hyde che si fa del male da solo con troppi falli e troppo nervosismo. La squadra di Itoudis è quella che però, nel momento clou, con Hunter fuori per falli al termine del terzo periodo ed Hines che tocca quota 4, può concedersi il lusso di buttare nella mischia Bolomboy che magari non incide, ma regala quantità. Il resto lo fa un Nando De Colo da 28 punti (9/15) e 5 assist, con una striscia di 12 punti filati nel quarto periodo che indirizza e non poco una sfida che sembrava già segnata in avvio quando le triple di Vorontsevich avevano scavato un solco di 8 punti che sembrava sempre lo scoglio insormontabile per i baschi. Inizio letargico dei rossoblu contro la zona, serve Hilliard ma soprattutto l’intensità di Poirier per rivitalizzare un attacco che comunque va a spizzichi e bocconi, ma che soprattutto ad ogni errore viene infilato da un Chacho Rodriguez che non segna ma fa parlare le mani (7 assist alla fine).
Dopo il -7 della prima frazione, la riscossa Baskonia arriva puntuale, con Voigtmann prima e Huertas poi. Quando ad inizio quarto periodo Janning piazza due triple in fila, regalando ai suoi il +3, la Fernando Buesa Arena va in visibilio, ma da qui in poi è un De Colo show. Decidono, sempre sottovalutati, anche le produzioni mai banali di Higgins (11 e 5 rimbalzi) e Clyburn (10+7), ma se si cerca la certezza, come la mano glaciale nel finale dalla lunetta quando serve, è sempre bene andare a cercare quel Kyle Hines che non fa mai mancare ai suoi la sua presenza. Finirà 77-84, punteggio forse pesante per i baski, ma tutto sommato giusto per il complesso della gara. Per i ragazzi di Perasovic ci sono vari ragazzi in doppia cifra, ma pesano e non poco un Vildoza (7+6+4 assist) discontinuo, Shengeila (9) a tratti sovrastato dai lunghi avversari e uno Shields spaesato. Bene Hilliard (13) e Voigtmann (12).
BARCELONA SENZA GRINTA, EFES CORSARO
C’è poco da raccontare in una gara che di fatto dura due quarti e poco più: è una sinfonia turca che si avvia nel segno di Kruno Simon (11 e 8 assist) e vede poi uscire alla distanza il talento sconfinato di Shane Larkin che chiuderà con 30 punti con un fantastico 11/12 sul campo. Raccontare una gara che finisce al 22′ (alla sirena finale sarà 68-102) è difficile, perchè la squadra di Pesic si regge unicamente sul fisico di Hanga, che trova continuità e punti (13) nonchè sull’esperienza di Ante Tomic. Dopo un primo tempo chiuso a meno -13 (39-52), le triple di Kuric (12) ed Hanga sembravano aver riaperto la sfida, ma la pronta risposta in un amen di Larkin, chiudeva definitivamente i giochi, consegnando una sfida in cui a dominare è il garbage time.
Per i blaugrana si salvano Oriola e Ribas, che dalla panchina provano a portare il proprio contributo, senza mai demeritare. Tra le file dei ragazzi di Ataman si sprecano gli elogi: solida gara di Dunston (10 +10 senza errori dal campo), Micic alla solita gita in ufficio (14 con 8 assist) e buona prova da ex di Moerman, con 13 punti e 6 rimbalzi catturati.