Dopo la complicata vittoria di ieri sera a Belgrado, Ettore Messina è tornato a parlare dei problemi legati al Covid e ai calendari colmi che le squadre stanno affrontando in questa stagione. Già l’anno scorso il coach aveva affrontato il tema in una lettera a cuore aperto ai dirigenti di Eurolega e FIBA. Le sue dichiarazioni avevano fatto discutere molto in quel caso. L’ex Spurs chiedeva infatti una sospensione delle competizioni europee, che stavano risentendo molto di tutte le assenze tra i giocatori. Una pausa momentanea in modo da concludere i rispettivi campionati nazionali e concentrarsi poi sull’Eurolega. Oggi è passato quasi un anno da quel giorno, ma la situazione non sembra essere cambiata. Ne è consapevole Messina così come ne sono consapevoli tutti gli altri allenatori e dirigenti europei. Molte partite sono state già rimandate, e incastrare i recuperi di quelle gare in mezzo a tutti gli altri impegni delle squadre è un’impresa complicata. Proprio per questo l’allenatore dell’Olimpia ha affrontato di nuovo il tema con parole significative riportate dalle principali testate europee, tra cui Sportando.
Il punto principale di quella lettera era la necessità di trovare una soluzione per il calendario, perché molti giocatori si infortunavano e la qualità delle partite scendeva. Tutti si sono arrabbiati, come se avessi aperto un vaso di Pandora.
Dopo le ultime settimane questo vaso di Pandora si è però aperto nuovamente. Ad oggi l’Eurolega è al round 24 ma solamente poche squadre hanno giocato 23 partite (comunque non tutte). L’Olimpia ne sa qualcosa, dovendo recuperare ancora tre turni. Il calendario della squadra italiana è l’esempio perfetto dei problemi legati alle assenze: due doppi turni da giocare in 14 giorni. In mezzo, due partite di campionato. Non proprio una situazione idilliaca per i giocatori biancorossi, costretti a sottoporre il proprio fisico ad alti livelli di stress e poco riposo. Ma così come l’Armani, tante altre sono le squadre che devono far fronte a questa emergenza.
A risentirne maggiormente è sicuramente il gioco. Impossibile mantenere lo stesso livello di qualità nelle competizioni se a mancare sono gli stessi giocatori portatori di quella qualità. L’Eurolega, così come l’Eurocup, in questi anni hanno cercato di alzare sempre più l’asticella, coinvolgendo progetti e società quanto più possibile ambiziose. I risultati non sempre hanno rispecchiato le intenzioni, ma è innegabile che questi due tornei rappresentino il meglio che il basket europeo (e in alcuni casi mondiale) può offrire. Vedere le sfide tra le più grandi squadre dei nostri campionati menomate da condizioni non ottimali è davvero un peccato.
I vertici di Eurolega fino ad ora non hanno aiutato. Tra protocolli e rinvii contestati, non è stata presa nessuna decisione atta ad arginare la situazione o cambiarla. The show must go on, il più possibile. Così come successo oltreoceano in NBA. Si dovrebbe fermare tutto nella speranza di un miglioramento e di riuscire ad incastrare meglio le varie gare? In questo momento sarebbe molto difficile, e probabilmente una decisione errata. Ma le parole di Messina ci portano a riflettere su ciò che sta accadendo, non per forza andando incontro ad una conclusione estrema come quella a cui il coach era giunto durante lo scorso anno. Qualcosa va fatto di sicuro, per trovare insieme delle soluzioni adatte a tutti. La scelta migliore da fare noi non la sappiamo, non la sa neanche il coach di Milano. Ma anche solo parlarne sarebbe un buon punto di partenza.
Non so la soluzione, ma spero in un prossimo futuro ci sia la volontà di sedersi ad un tavolo comune e trovare una soluzione. La realtà è la presenza di tante squadre nelle leghe nazionali, in Eurolega ed Eurocup e tante partite anche per le Nazionali. Quindi è impossibile trovare date.