Ieri sera l’Anadolu Efes di Shane Larkin ha aperto le danze della stagione Eurolega 2020/21 contro il nuovissimo Zenit, un Larkin tutto devoto alla causa dei turchi anche se in testa il pensiero NBA vive ancora.
La stagione di Eurolega è iniziata proprio ieri sera (CLICCA QUI per il nostro Power Ranking) dalla Sinan Erdem Arena di Istanbul con l’Efes sorpreso dal nuovo Zenit di Kevin Pangos vero trascinatore nel 2° tempo e uomo chiave nel finale in volata, un’Efes che però non schierava la sua stella Shane Larkin.
I turchi, grandi protagonisti della scorsa stagione e ovvi favoriti anche per questa hanno già compiuto il primo passo falso perdendo proprio dai russi, con l’attenuante di non avere nel proprio roster il miglior giocatore della scorsa stagione proprio l’ex Boston e NY.
L’ex prodotto di Florida ha rinnovato ad aprile con contratto 1+1, negli accordi però c’è la clausola d’uscita in caso di chiamata NBA, un pensiero che non ha mai lasciato l’ex Celtics:
L’obiettivo è vincere il titolo (Eurolega) con l’Efes. Ma io vengo dall’America e l’NBA è l’NBA ed è sempre un mio obiettivo. Ho sicuramente ricevuto delle ottime offerte dall’NBA quest’estate, ma alla fine non ho trovato la giusta soluzone. Sono tornato con l’Efes e pienamente concentrato con la squadra nel tentativo di vincere il campionato. Ma ho ancora 27 anni e molto basket nel mio corpo, non potrei ancora escludere l’NBA. Vedremo cosa accadrà.
Sono state le parole dell’ex Brooklyn Nets in una video-conferenza, Larkin che ha giocato nei PRO in ben 4 squadre ossia Mavericks, Knicks, Nets e Celtics dopo la prima avventura in Europa con i colori del Baskonia (stagione 2016/17).
Larkin ha anche parlato della passata edizione dell’Eurolega, se coach Ergin Ataman ha ancora il dente avvelenato per lo stop Shane l’ha presa con più filosofia accettando le decisioni prese:
Sull’interruzione della passata edizione:
Tutti ci davano come stra-favoriti per la conquista del titolo, è stato tutto davvero molto molto molto sfortunato il modo in cui quella stagione sia finita. Ma alla fine della giornata, siamo tutti umani. Penso che ci abbiamo messo una pietra sopra, la vita è più importante. Non sarei stato in grado di sentirmi bene nel vincere un campionato o finire la stagione se fosse successo qualcosa di molto brutto a qualsiasi giocatore o alle loro famiglie.