Sono una squadra che, se gli permetti di fare il suo gioco, ha abbastanza talento per segnare molto. Ecco perché dobbiamo essere davvero duri. Parole sante, quelle pronunciate da Georgios Bartzokas nella conferenza stampa pre-partita di Olympiacos-Efes. Se si va ad analizzare la vittoria dell’Oly, però, duri non è il primo aggettivo che viene in mente per descrivere la prestazione di Printezis e soci. Folli, va meglio? Opportunisti, si addice di più? L’Efes torna in Turchia con le pive nel sacco dopo tre quarti di rincorsa e un supplementare dove ha anche accarezzato la possibilità di portarla a casa. Ma a casa Sloukas bisogna fare i conti col pater familias.
Sloukas che la decide sulla sirena in casa contro una turca. Dove l’avevamo già vista? Il play di Bartzokas deve averci preso gusto. E ne ha ben donde: oltre al 23 di valutazione, oltre ai 6 assist, oltre al 67% da tre punti, quello che impressiona di Kostas è la capacità di portare la partita sui ritmi più consoni alla sua pallacanestro. Logico che non possa andare al massimo per tutti i 38’ (!) nei quali calca il parquet, ma le pause e le accelerazioni del suo gioco lo aiutano a essere decisivo nei momenti chiave della partita. All’ultimo secondo con la palla della vittoria, per esempio. Gestire i pick ‘n roll coinvolgendo gli angoli o concludendoli in proprio a seconda dell’accoppiamento. Concedere la gestione del possesso a Dorsey (stante l’assenza di un equilibratore fondamentale come Walkup) per punire le tardive rotazioni di Larkin e compagni. Manipolare i cambi difensivi per sfruttare il lavoro in post di Vezenkov, Printezis o Fall. Sloukas possiede la squadra, controllandola in ogni movimento.
Olympiacos fans show appreciation for Kostas Sloukas after an incredible buzzer beater to sink Anadolu Efes 🙏
Careful, he's a hero 🦸♂️ pic.twitter.com/tGFtXqm1KK
— BasketNews.com (@BasketNews_com) February 10, 2022
Il talento dell’Efes, si diceva. Quello non manca, a differenza della costanza. I 12 assist di un Micic dalle polveri bagnatissime. Gli 8 punti nel supplementare di un Larkin assente ingiustificato sino al momento. La scarica di Beaubois di inizio quarto quarto, che ha sfruttato l’unico momento di appannamento dei padroni di casa per dei punti facili in contropiede dopo eccellenti difese di squadra. Il 3/4 dall’arco di Moerman, forse impiegato troppo poco al pari di Singleton in rapporto alla qualità dei minuti trascorsi sul parquet. La pericolosità dal midrange di Pleiss, l’unico in grado di scardinare il castello difensivo dei biancorossi trovando terreno fertile per il piazzato, specialità della casa. Lo spirito guerriero del vecchio Dunston, ignaro di combattere contro marcantoni di decine di anni più giovani. I flash che, anche in questa occasione, hanno regalato gli uomini di Ataman sono degni dei campioni di Eurolega 2021. Come troppe volte accaduto in stagione, però, i pezzi del puzzle non si incastrano. I singoli tasselli non trovano gli spazi giusti per unirsi armonicamente e formare la tavola completa. L’Efes non è un quadro: è una serie di schizzi, abbozzi, tavole preparatorie. Bellissimi se considerati singolarmente, ma che nell’insieme raccontano veramente poco.
È inutile ripetersi: i singoli dell’Efes sono migliori di quelli dell’Olympiacos. Ma il totale, ci hanno insegnato, è maggiore della somma delle sue parti. Non che i comprimari dell’Oly siano di secondo piano, intendiamoci. Vezenkov si conferma ogni partita di più il role player dei tuoi sogni. La sola presenza di Moustapha Fall è in grado di condizionare l’attacco avversario: guardate quanta difficoltà Larkin, Micic e gli esterni dell’Efes hanno nell’attaccare il pitturato quando è il francese a presidiarlo. La capacità di accendersi in un secondo di Dorsey si è vista anche ieri sera, quando nel finale ha trovato finalmente il canestro dopo una partita passata a litigare col ferro. Le punte di talento che l’Efes tiene in faretra (Eljah Bryant è commentabile senza far apparire il simbolo dell’explicit content?) sono forse impareggiabili in Europa. L’Olympiacos, anche grazie al controllo dei rimbalzi (non dite che non ve l’avevamo detto…), ha saputo andare oltre ai singoli, imponendosi come collettivo. Poi certo: avere Sloukas dalla tua parte, una minima differenza la fa. Nonostante le percentuali dalla distanza facciano presagire il contrario. La prossima, sempre al Peace and Friendship Stadium, sarà Olympiacos-Milano. Quarta contro terza. Uno scarto di 21 punti dell’andata da vendicare. Due squadre dall’organizzazione maniacale e dai veterani ancora sulla cresta dell’onda. Un 24 febbraio per palati finissimi.