Eurolega, Zalgiris: la forza del lupo è il branco

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Zalgiris
Grafica di H3ml0ck

L’ultima analisi riguardante la stagione dello Zalgiris lo vedeva in una profonda crisi di risultati, reduce da 8 sconfitte consecutive e con la prospettiva di un’annata di transizione dopo le due imprese degli anni precedenti. Invece oggi, nonostante un avvio stentato, si ritrova in piena corsa playoff e con tutte le carte in regola per compiere l’ennesimo miracolo a sfondo biancoverde. I posti ancora in gioco per la postseason di Eurolega sono almeno due, le squadre desiderose di agguantare questo traguardo non mancano, ma i lituani sono tra le formazioni più in forma della competizione in virtù dei successi negli ultimi mesi, 9-3 nelle ultime 12 partite.

Non l’inizio sperato

Svanite le sirene estive spagnole, sponda blaugrana, coach Jasikevicius ad inizio anno ha faticato a trovare la quadra in Europa, complici gli addii di alcuni dei pezzi da 90 della passata stagione e delle difficoltà di inserimento dei nuovi arrivati. In particolare Alex Perez, visto all’opera per solo 7 match europei, senza per altro entusiasmare, che non è riuscito nel compito di non far rimpiangere Nate Wolters partito per la volta di Tel Aviv. Anche il neo-arrivato Jock Landale, dopo una buona stagione in Eurocup al Partizan, ha faticato a trovare il ritmo giusto per avere un impatto significativo sulle partite, infatti erano più le volte dove commetteva diversi falli in poco tempo che quelle dove riusciva ad estendere il suo impatto, comunque di buon livello, lungo tutto l’arco della partita. L’infortunio al piede del loro miglior giocatore fino a quel momento, Marius Grigonis (+12.8 di Net Rating con il 62% di True Shooting), dopo solo 10 gare sembrava poter mettere la pietra tombale sulla campagna europea dello Zalgiris. Invece, dopo aver toccato probabilmente il fondo (3-12 diceva il record a metà dicembre) i lituani hanno iniziato una lunga rimonta, è arrivato K.C. Rivers al posto di Perez, Lekavicius e Ulanovas, con lo spazio creatosi dai minuti vacanti di Grigonis, sono saliti di colpi e con una sorta di platoon system, (8 giocatori intorno ai 20 minuti di media, nessuno sopra i 26′) hanno iniziato a macinare vittorie su vittorie.

L’avresti detto che..

In alcuni casi lo Zalgiris, statisticamente, spicca come una delle migliori del lotto se non la migliore. Su tutte, la loro predisposizione al rimbalzo offensivo, il dato di OR% è pari al 34%, il migliore del torneo, che gli permette di avere spesso il controllo sotto al proprio tabellone o comunque di potersi permettere una buona transizione difensiva, visto che sono spesso bilanciati per il rientro in difesa e di conseguenza subiscono poca transizione/contropiede primario. Un altro elemento, in grandissima crescita in questo periodo, è la loro efficienza al tiro dalla lunga distanza che è migliorata sensibilmente passando dal 30% di media delle prime 15 partite al 38% attuale. Da segnalare come i lituani abbiano il Pace più basso della competizione, solo 67,2 possessi a partita, ma non disdegnino comunque a correre quando possono, soprattutto quando c’è Lekavicius da playmaker. Il numero basso di possessi nelle partite dello Zalgiris è dovuto ad una chiara scelta difensiva, che ogni tanto vede il difensore del portatore di palla avversario mettere una grandissima pressione e con un secondo uomo, tramite dei trigger difensivi (ad esempio dei palleggi verso la linea laterale), fintare dei raddoppi non tanto per recuperare immediatamente il pallone ma piuttosto per far passare la palla al ball-handler principale e quindi far entrare nei giochi l’attacco con pochi secondi sul cronometro. Ragion per cui spesso gli attaccanti si trovano a dover tirare a fil di sirena avendo sfruttato sostanzialmente tutti i 24” a loro disposizione. In queste particolari occasioni, quindi a gioco rotto e con l’azione che si conclude con un isolamento in punta magari dopo aver forzato un cambio difensivo, lo Zalgiris non si limita ad accettare l’ipotetico vantaggio creato dall’attacco ma direziona l’attaccante verso un lato da cui vengono mandati dei blitz per far sì che lui debba obbligatoriamente scaricare la palla e quindi per far tirare l’uomo “designato” dalla difesa.

La forza del Branco è il Lupo

All’interno del platoon system lituano spiccano comunque degli interpreti su tutti gli altri: uno dei quali è sicuramente Thomas Walkup. Dopo un’annata passata quasi all’ombra di Wolters, si è preso le chiavi della squadra risultando fino ad ora il giocatore più utilizzato da coach Jasikevicius e quello con il net rating migliore, +4.1. La sua precisione al tiro in questa stagione dopo i buoni numeri dell’anno scorso, non era affatto scontata, anzi, visto che il volume dei tiri è sostanzialmente raddoppiato. Al tiro da 2 è rimasto pressochè costante, invece il suo tiro da 3 si è elevato a vette vertiginose passando dal 29% al 51%, sempre sul doppio dei volumi. Se “migliorasse” ai tiri liberi, che tira comunque con un ottimo 85%, si potrebbe issare in un club d’elitè europea, come quello del 50-50-90 (le percentuali al tiro da 2, da 3 e ai liberi) che lo vedrebbe sedersi al tavolo con pochi eletti in tutto il vecchio continente. Tra l’altro il suo True Shooting, pari al 62%, su 7 tentativi e mezzo a partita sarà difficilmente migliorabile per il futuro.

Il suo braccio destro, in termini di produzione offensiva, in questa striscia di vittorie è sicuramente Ulanovas, che dopo un’inizio di stagione altalenante sembra aver trovato quella continuità che gli è sempre mancata per far il salto di qualità. Le sue ricezioni in isolamento in post basso, di solito sul lato destro del campo, arrivano spesso dopo un cross-screen, che sono tra le armi più usate da lui e dallo Zalgiris in generale. Da quella posizione di campo è conscio che la difesa, nella maggior parte dei casi, lo voglia direzionare a girarsi sulla sua spalla sinistra, cosicchè lui debba tirare con la mano debole e con un aiuto dal fondo in arrivo per contestarlo o stopparlo proprio, peccato che non sempre questo basti a limitarlo. Da ball-handler, quando gioca il PnR con la sua amata mano sinistra, attacca di prima intenzione il ferro, principalmente dopo che la difesa è stata mossa, in modo tale da ampliare ancor di più il vantaggio già creatosi ed è bravissimo a concludere creando separazione e mantenendo il contatto con il difensore. Una delle sue migliori capacità, per l’appunto, è quella di subire falli andando poi in lunetta, 28.8 liberi tirati su 100 possessi, e di convertire i liberi in punti con un buon 81%. Tutte queste caratteristiche fanno di lui uno slasher su cui far più che affidamento in questo rush finale.

Il quintetto da crunch time di Jasikevicius è, infatti, composto da loro due, il prodotto di Wisconsin Hayes, LeDay e uno a turno tra il tiratore Milaknis e Rivers. Questa lineup gli permette di poter cambiare su quasi tutti i blocchi e giocare varie situazioni offensive dove l’ex Olympiacos, in qualità di bloccante, è bravissimo a leggere cosa gli propone la difesa, settando il blocco in maniera diversa in base al posizionamento del suo avversario, per aprirsi per un tiro da 3 punti oppure fare uno short roll in modo tale da punire le difese con dei teardrop dal centro dell’area oppure premiando i tagli lungo la linea di fondo con un assist. Nei finali punto a punto lo schema a cui fanno più affidamento è l’ormai sdoganato da quasi tutti gli allenatori europei ed NBA, Spain PnR, che prevede, dopo un Pick and Roll, il blocco cieco di un terzo giocatore sulla schiena del difensore del bloccante e la sua conseguente uscita sulla linea dei 3 punti. Questa situazione, giocata sia centralmente che lateralmente, genera la maggior parte delle volte un tiro aperto se la difesa non è reattiva o comunque un cambio in emergenza da attaccare sfruttando il mismatch creatosi.

Il termine della stagione europea per molte squadre dista circa più solo un mese, mentre le altre che sognano un posto alle Final Four di Colonia e non sono ancora qualificate matematicamente ai playoff faranno di tutto per far sì che a Pasqua non sia tutto finito.

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