L’Italia ha concluso il proprio cammino ai Mondiali di quest’anno. Se ne è parlato tanto e noi in prima persona lo abbiamo fatto con voi, ma in generale è molto difficile dare un giudizio negativo sulla FIBA World Cup giocata dai nostri azzurri. Tornati tra le prime 8 del mondo dopo 25 anni, avendo compiuto un’impresa contro la Serbia poi finalista e essendo usciti senza nessun particolare rimpianto, con la consapevolezza di aver fatto tutto (o quasi) ciò che era nei nostri mezzi. Parlare in altro modo del percorso dell’Italia sarebbe fuorviante e forse erroneo, mentre pareri decisamente più contrastanti ha attirato su di sé Gianmarco Pozzecco.
Il Poz fin da quando era giocatore ha attirato su di sé molte attenzioni, negative e positive, e anche da allenatore la situazione non è cambiata molto. Le sbracciate davanti alla panchina, i litigi con gli arbitri, le sfuriate in conferenza stampa e le plateali dimostrazioni di affetto e passione verso i propri giocatori. Tutti gesti che fanno parte del pacchetto Gianmarco Pozzecco, che una volta acquistato si porta appresso tutto: gioie, dolori ed eccessi.
Anche in questi Mondiali, non sono mancate le occasioni e gli episodi al nostro coach per far parlare di sé. Il primo, e probabilmente quello che ha fatto più discutere, è stata l’espulsione nel primo tempo contro la Repubblica Dominicana. Una penalizzazione che è costata cara all’Italia in quella partita, sguarnita del proprio coach e sfilacciata da Towns e compagnia nei minuti seguenti. Una penalizzazione che purtroppo non rappresenta un avvenimento unico nella storia di Pozzecco con la nostra nazionale, ma quasi più una consuetudine. Da qui tutte le polemiche sulla sua poca disciplina, con tanto di bacchettata da parte del presidente federale Gianni Petrucci.
Quello che è successo ieri non deve più accadere. […] Lasciare la squadra senza una guida tecnica è molto grave. Non voglio far passare l’idea che il responsabile sia solo lui, però facendosi espellere nella prima parte della partita, ci ha messo una buona parte.
POZZECCO FURIOSO
Alta tensione in Italia-Repubblica Dominicana. Azzurri avanti 39-38 a fin e primo tempo, ma espulso Gianmarco Pozzecco. Assolutamente furiosohttps://t.co/dfj7JwySCI— RealOlimpiaMilano (@OlimpiaMiNews) August 27, 2023
L’espulsione contro i dominicani, come dicevamo prima, è stata però solo la ciliegina su una torta infarcita di episodi del genere nel suo passato di club e di nazionale. Per questo motivo si è levato alto il coro di coloro che hanno aspramente criticato Pozzecco. Anche giustamente, verrebbe da dire. Perdere così la testa, per un commissario tecnico al Mondiale, non è sicuramente l’ideale così come non lo sarebbe per molti altri coach in situazioni diverse. Rischiando di lasciare la squadra senza un punto di riferimento, e senza la propria principale guida, per lunghi tratti di partita. Era successo anche l’anno scorso contro la Serbia, ma in quel caso l’esito della gara era stato positivo e non aveva suscitato clamore.
Fortunatamente, l’Italia ha saputo rialzare la testa da quella sconfitta conducendo il Mondiale che tutti abbiamo visto. Anche nei momenti di gioia e vittoria, tuttavia, l’euforia e le frasi pronunciate da Pozzecco nelle varie interviste hanno fatto scaturire molto dibattito.
Dopo la vittoria sulla Serbia…
Datemi addosso, ma lasciate stare i miei giocatori. Attaccate me, in Italia mi attaccano sempre, ma io continuerò a fare il mio lavoro come voglio io e non come alcuni italiani vorrebbero.
…la qualificazione ai quarti di finale…
Amo i miei giocatori, sono fantastici. Quello che hanno fatto questi ragazzi, non solo oggi, non lo puoi paragonare con nessun’altra nazionale della storia italiana. Anche quando nel 2004 abbiamo vinto la medaglia d’argento alle Olimpiadi, era un basket completamente diverso. Questi ragazzi hanno fatto qualcosa in più. Nessuno ci credeva, ma i ragazzi hanno dimostrato di essere meravigliosi.
… e le sconfitte con Stati Uniti e Lettonia:
Non ci meritavamo di incontrare gli USA. Noi siamo arrivati al punto di far credere a tutti di poter battere l’America. La differenza è quella partita li, se avessimo giocato contro qualsiasi altra squadra saremmo andati in semifinale.
Dichiarazioni mai banali e, ci azzarderemmo a dire, raramente equilibrate. Tuttavia, come dicevamo prima, il pacchetto Pozzecco è un mix di molte cose, non solo negative. Se da un lato si scarta il regalo e si trovano dichiarazioni di questo tipo e atteggiamenti “non consoni” in gara, dall’altro si trovano un’empatia e una capacità di fare gruppo che nessun altro coach ha in area FIBA. Se bisogna parlare del Poz, parlarne in maniera prettamente negativa non gli renderebbe e non gli rende giustizia.
Ancora prima del lato tecnico, infatti, l’ex allenatore di Sassari è un uomo straordinario nei rapporti umani. Un fattore che spesso viene sottovalutato, ma che all’interno di uno spogliatoio in contesto FIBA pesa e non poco. E se a questo si aggiunge una preparazione sul campo in crescendo negli ultimi anni, si ottiene un plus notevole. Così come non si può tralasciare il fatto che questo roster dell’Italia non è obiettivamente in grado di stare ai livelli più alti delle competizioni internazionali. Ciononostante, Sacchetti prima e Pozzecco poi sono riusciti a portare gli azzurri ai risultati migliori dell’ultima decade. Segno che una progettualità esiste: tecnica, umana e che è in grado di valorizzare i giocatori. Con testimonianza annessa di Melli e tutti i suoi compagni, che in ogni dichiarazione difendono il Poz a spada tratta.
🗣️🗣️🗣️ @NikMelli #FIBAWC #Italbasket #WinForItalia pic.twitter.com/hCJw5ebgb0
— Backdoor_podcast (@backdoor_pod) September 1, 2023
In definitiva, quindi, criticare Pozzecco si può certamente (e in alcuni casi si deve) fare. Tuttavia, tralasciare gli aspetti che lo portano ad essere un allenatore di tutto rispetto non è giusto né rispecchia la realtà dei fatti. Il pacchetto Gianmarco Pozzecco, come dicevamo prima, è questo: prendere o lasciare. Pretendere un cambiamento in questo momento della sua carriera è quindi un’illusione irrealistica. Poz continuerà ad essere questo, e a vivere lo sport e i tornei FIBA in questo modo. Tra gioie, dolori ed eccessi.