Sarà Reyer Venezia-HappyCasa Brindisi la finale di coppa Italia 2020, con i campioni d’Italia che hanno mostrato solidità nel momento giusto e Brindisi che ha mostrato ritmo e vena balistica in ugual modo.
Reyer Venezia-Olimpia Milano
In queste partita spesso chi ha iniziato bene ha poi vinto: lo ha fatto Venezia contro la Virtus e Milano contro Cremona. Stavolta è ancora l’Olimpia a partire bene, ma non in grado d’infliggere la stoccata decisiva già nel primo tempo. La Reyer rimonta e vola via, ma anche lei sul +10 nel quarto periodo non dà il colpo di grazia e va molto vicina con gli errori ai liberi a dare un calcio al secchio del latte. Milano s’impantana offensivamente dietro a percentuali scabrose da tre punti e soprattutto nel primo tempo con ottimi tiri presi. Nella ripresa i tiri sono meno qualitativi, la mente pensante Rodriguez è più che appannato, si gioca uno contro cinque e la Reyer con la sua solidità e un super De Nicolao dalla distanza scappa. Daye resuscita dopo un pessimo primo tempo, ma è l’MVP Watt a farsi sentire anche contro l’abatross Tarczewski. Bramos prima sembra mettere la parola fine e poi rivive i fantasmi di regular season quando fece 0-2 nel finale dando a Micov la tripla della vittoria. 0-3 questa volta nello stupore generale (due liberi corti, uno lungo), ma il rimbalzo d’attacco e il canestro di Watt chiudono. Milano recrimina sulla sua incapacità di creare attacco nei momenti di difficoltà e i problemi dal perimetro, di un Roll assente, di un Nedovic molto ondivago e di una circolazione spesso farraginosa cominciano a essere endemici e per questo molto preoccupanti. La Reyer di contro è questa: maestra inarrivabile nel far giocar male gli avversari, solida, continua che non si scoraggia anche davanti agli svantaggi, ma ancora poco cinica quando bisogna chiudere i conti (vedi anche quarto di finale). La partita per la coppa però è raggiunta più che meritatamente in una vera e propria lotta ideologica con Brindisi.
HappyCasa Brindisi-Fortitudo Bologna
Era difficile aspettarsi una partita molto diversa da quella che poi si è delineata. La Effe ha già fatto un miracolo a vincere contro Brescia e per conformazione, età e roster, non poteva essere brillante come Brindisi. I pugliesi invece sono l’esempio di come essere in ritmo e convinti in competizioni come queste, conti di più della lunghezza del roster. Pare però che Vitucci abbia una specie di bacchetta magica per instillare la trance agonistica nelle sue squadre quando arrivano le Final Eight: prima Banks incredibile, poi Brown (reduce da una bruttissima partita) ancor più dominante e domani ci si aspetta un nuovo protagonista. Varcato lo scoglio Sassari era preventivabile che Brindisi fosse comunque favorita per la finale e ora nella lotta di concezioni con Venezia c’è l’atletismo, la fisicità e l’esuberanza contro la solidità, il gruppo e la continuità. Meno di 12 ore e sapremo chi avrà la meglio questa volta.