Gabriele Stefanini: “Pronto quando conterà nella Conference League”

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Gabriele Stefanini

Dopo un paio di anni sfortunati per diversi motivi, Gabriele Stefanini torna ai Dons di San Francisco che vogliono provare un assalto al torneo NCAA. L’italiano è uno dei nomi da tenere d’occhio nel panorama NCAA e noi per farvelo conoscere lo abbiamo intervistato. Lui ci ha raccontato un po’ il suo passato, presente e futuro.

Record ancora immacolato per i tuoi Dons. 8-0, primo posto provvisorio nella WCC e vittoria nel primo Invitational a Las Vegas. Quali pensi siano i segreti di questo inizio convincente della squadra?

Non penso ci siano segreti, ci siamo dati un obbiettivo fin dall’inizio e credo che ognuno di noi sappia che cosa ci serve per vincere.

Sei il secondo miglior realizzatore della squadra. Lo ritieni merito più dei tuoi miglioramenti o del sistema creato dallo staff di coach Golden?

Non voglio sembrare presuntuoso, ma credo di aver sempre dimostrato le mie capacità realizzative e non solo. Fortunatamente il coach intende il gioco in modo molto simile a quello che ho giocato in passato. Piuttosto, rientrare dopo 30 mesi di inattività e essere subito pronto non era preventivato nè da me nè dallo staff quindi è importante che mi abbiano assecondato e aiutato a gestirmi nei minuti in campo; fortunatamente ho ottimi compagni e posso riprendere il ritmo con i tempi giusti, Nonostante non sia stato fortunatissimo visto che sto giocando fin da subito con un colpo all’interno coscia preso in allenamento parecchio fastidioso e un virus intestinale proprio prima della partita con Stanford che ho provato a giocare, non mi hanno comunque permesso di esprimermi al meglio. Nell’ultima partita le mie energie, nonostante l’ottimo primo tempo, sono un po’ mancate negli ultimi due quarti, ma voglio essere pronto quando conta nella Conference. Cerco di essere contento di tutto quello che viene senza guardare ai numeri: anche se per voi sono importanti, non dicono tutto di me ora.

Per quel poco che hai potuto vedere, ci sono grosse differenze tra Ivy League e West Coast Conference?

Il conference play lo iniziamo a gennaio, quindi non so ancora bene cosa aspettarmi, ma la competizione è sicuramente un po’ più di alto livello, anche se la Ivy era molto competitiva e ogni partita è super importante.

Incontrare più volte Gonzaga nel vostro percorso quanto può stimolarvi? In quelle partite, gli occhi degli States saranno puntati su di voi…

Sicuramente: fin da subito ci siamo messi in testa che possiamo dargli del filo da torcere, ovviamente sono la squadra più forte in Division 1 in questo momento, quindi sarà molto divertente affrontarli più di una volta.

Anche in NCAA le analytics stanno riscuotendo una considerazione in costante crescita oppure ci si concentra maggiormente sulla cresciuta individuale del giovane, ponendo in secondo piano le mere statistiche?

In realta’ la NCAA insegna e vuol far crescere il singolo, ma gli allenatori comunque vogliono giocatori che possano giocare e che siano pronti. Nessuna squadra ci tiene a perdere per far crescere un atleta: le statistiche sicuramente contano.

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