Game of the Week: Reyer Venezia-Dinamo Sassari

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Reyer Venezia
Dalla pagina Facebook Reyer Venezia

Nel posticipo domenicale dell’ottava giornata è andato in scenda il big match tra Reyer Venezia e Banco di Sardegna Sassari. Al contempo scontro tra due delle principali forze del torneo e nuovo rematch della Finale Scudetto 2019, dopo la Finale di Supercoppa giocata a settembre. Non è stato esattamente un match spettacolare, ad essere molto generosi, ma ha lo stesso regalato spunti tattici interessanti, oltre a dare ai padroni di casa una vittoria di peso, nella settimana in cui sono andati a vincere anche sul campo del Partizan Belgrado.

DIFESA DEL POST BASSO E RIMBALZO OFFENSIVO

In una gara a punteggio bassissimo, in cui le difese hanno dominato gli attacchi e la gara è stata decisa da un canestro sulla sirena, non è possibile dire chiaramente che una squadra abbia “fatto la partita”. Resta, però, la sensazione che Venezia sia riuscita meglio a mettere fuori dai binari preferiti gli avversari.

Gli uomini di De Raffaele hanno abbassato drasticamente il ritmo. Si è giocato a 66 possessi contro i 72 di media di Venezia e i 71 di Sassari, confidando di lavorare forte in difesa su quello che è il tratto distintivo della Dinamo, il gioco in post, e in attacco concedendo meno chance di contropiede possibili ai sardi. Il risultato è stato un computo finale di sette punti in transizione a cinque per i padroni di casa, con Sassari che fin qua ne produceva quasi 15 a incontro.
Tolte le opportunità di punti facili la Reyer Venezia, come detto, ha lavorato forte sul post basso, mandando raddoppi in maniera sistematica. Strategia che non ha funzionato da subito.

Inizialmente, infatti, con buone letture e movimento eccellente degli uomini, Sassari ha trovato punti in maniera costante da situazioni di post up. Non casualmente facendo coincidervi il miglior momento del proprio incontro, iniziato con un break di 16-7.

Miro Bilan, in particolare, ha brillato nel vivisezionare una difesa veneziana, inizialmente non molto reattiva e soprattutto un po’ distratta.
Poi, però, col passare dei minuti le parti si sono ribaltate. I cambi sassaresi non hanno garantito la stessa efficienza vicino a canestro, mentre la difesa della Reyer è salita di colpi.

Per la Dinamo, man mano, il movimento di palla è diminuito e le letture degli scarichi sono state più lente, quando non totalmente assenti. Finendo ad ammassare palle perse o conclusioni difficili e, infine, sbagliate. Perdendo, così, un delle armi offensive principali a propria disposizione.

Venezia, dal canto suo, non ha certo fatto molto meglio in attacco. I 55 punti sono lì a dimostrarlo. Ma ha avuto la forza per non mollare mai, soprattutto lottando per conquistare possessi extra a rimbalzo offensivo.

18 palloni catturati sotto il canestro avversario, sette da parte di esterni, che hanno svolto un ruolo fondamentale da questo punto di vista, sfruttando diverse dormite dei propri marcatori. Un numero che ha consentito agli oro granata di riequilibrare il divario che si è letto al 40esimo alla voce tiri liberi tentati: 5 per Venezia contro i 22 per Sassari.

A rimbalzo è arrivata una netta vittoria per la Reyer Venezia, che ha catturato il 55,2% di rimbalzi totali disponibili. Facendo segnare alla Dinamo la prima sconfitta stagionale a rimbalzo, dove, fino a domenica, viaggiava con un irreale 59,4% di total rebound.

Per Bramos e compagni sono arrivati 19 tentativi in più dal campo rispetto a Sassari (70 contro 51) e 17 punti da seconda opportunità, contro i nove del Banco. Fondamentali per rimanere in scia alla squadra di Pozzecco, specialmente nelle fasi iniziali in cui la gara sembrava essersi messa davvero in salita.

FILLOY SU, MCLEAN GIU’: DUE PRESTAZIONI OPPOSTE

Guardando ai singoli si possono trovare due protagonisti, uno in positivo e uno in negativo. Da una parte un Ariel Filloy, che nell’ultimo periodo sembra aver ritrovato il proprio smalto migliore, dall’altra Jamel McLean, che ha avuto grossi problemi di lettura della partita e degli spazi quando accoppiato in campo con Bilan.

Il play della Nazionale nei suoi 17′ in campo ha dato una delle rare sferzate di freschezza offensiva alla partita, riuscendo, in particolare, a trovarsi molto con Mitchell Watt (+12 Reyer Venezia con loro due in campo assieme), sia come assistente che come assistito sul perimetro.

Di contro, McLean ha faticato tanto a stare nei meccanismi offensivi di Sassari. L’ex Milano è un giocatore intelligente, che spesso, anche nelle giornate più complicate, sa cavarsela col mestiere. Ma domenica non è stato il caso.

In particolare, come anticipato sopra, quando ha dovuto dividere il campo con Miro Bilan (un problema che già avevamo visto), andando a pestare mattonelle su cui, chiaramente, non si trova a suo agio.

Errori in serie quasi identici, con una difesa che ha potuto speculare sulla sua mancanza di tiro, sapendo, per di più, di avere alle spalle un’area già intasata dalla presenza dello stesso Bilan. Non casualmente, in una decina di possessi passati in campo assieme la coppia ha assommato un -7 di parziale che ha avuto un peso notevole nell’economia della partita.

Alla fine solo la magia di Watt sulla sirena ha spostato l’ago della bilancia dalla parte di Venezia. Ovviamente grande delusione per Sassari che, comunque, anche in una partita così particolare e complicata ha dimostrato la sua forza. La Reyer, invece, continua a confermare di apparire in crescita. E una settimana con due vittorie di prestigio come quelle ottenute tra Eurocup e campionato farà sicuramente bene anche al morale.

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n.fiumi
Classe 1985, bolognese di nascita. Folgorato da Danilovic, ammaliato da Ginobili, tradito da Abdul Gaddy. Incidente che mi ha portato a valutare le cose in maniera più disincantata. Classico esempio di paziente affetto dal "Disease". La vita è troppo breve per vedere brutto basket ma, se non c'è altro, il campionato ungherese resta un'ottima opzione.

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