Non c’è partita tra Barcellona e Zalgiris. Soverchiante la fisicità dei blaugrana, che stritolano i lituani sin dal primo possesso. Come nella preview di BDP, i padroni di casa fanno subito assaggiare la tonicità dei propri muscoli, ma non solo: dal punto di vista mentale i ragazzi di Jasikevicius non vogliono rischiare nulla, tanto meno di fare la fine dei “cugini” del Real Madrid, che si sono portati la gara fino agli ultimi secondi per poi essere infilzati sulla sirena da Punter. Con GamePlan andiamo a scoprire cosa è successo all’interno del match.
Solidità Barcellona: lunghi e difesa
Nikola Mirotic e l’MVP Sertac Sanli all’intervallo sono già in doppia cifra. In post aprono il campo per il tiro da fuori dei compagni (53% da 3), dietro proteggono il ferro e davanti si mettono in proprio con successo (rispettivamente 15 e 17 punti). E poi c’è il fattore-difesa, particolare su cui Saras non transige: gambe forti sugli uno-contro-uno, cambi sistematici sui pick and roll, intensità al massimo e per lo Zalgiris è notte fonda. Il cuore dei lituani non basta, perché il Barca spegne loro la luce, li soffoca, li fa collassare e, grazie anche alle rotazioni profondissime (12 giocatori sul parquet), tiene sempre alto il livello delle energie. Gara-uno è in saccoccia, non c’è dubbio e nessuno in casa blaugrana voleva che ci fosse alcun dubbio in merito. Senza l’MVP della vittoria di regular season Keenan Evans era ancor di più la partita tra una delle favorite (forse LA favorita) e l’underdog di questi playoff.
Il fattore rimbalzo
Lo specchio del gap è la differenza a rimbalzo (23-15 all’intervallo, 37-28 totale il computo delle carambole). Soprattutto a rimbalzo d’attacco il Barcellona ha letteralmente devastato la difesa dello Zalgiris. Se i lituani non sapranno metterci una pezza, la serie è nettamente indirizzata.
Baby, abbiamo una serie?
Difficile, ma non impossibile per lo Zalgiris cercare di riaprire la serie. Soprattutto nel secondo tempo, i verdi hanno avuto qualche sussulto e hanno mostrato sprazzi interessanti. Senza però trovare continuità. La vivacità di Polonara (21’ sul parquet per l’azzurro, con una delle due bombe della sua squadra), l’energia di Hayes a rimbalzo e le lunghe leve di Birutis hanno creato qualche difficoltà al Barca. Vero, poco, troppo poco, ma lo Zalgiris deve ripartire da questo poco. Come giustamente sottolineato da Kazys Maksvytis nel post partita, il Barcellona è stato più fisico, più dentro la partita, ha più esperienza di playoff, ma questa è stata solo gara 1.
Cosa può fare lo Zalgiris per riaprire la serie?
Una sola parola: intensità. Più intensità, che vuol dire solidità in difesa, attenzione a rimbalzo e energia in attacco per attaccare il ferro e segnare da fuori sugli scarichi (il 2/13 da 3 è già di per sé stesso una pietra tombale su qualsiasi ambizione). La miglior versione dello Zalgiris è stata quella “tutto cuore”: con Taylor subito panchinato (solo 6’ di impiego), i lituani hanno mostrato sprazzi di intensità, con gli show forti sugli handler e i raddoppi sui lunghi. Troppo poco per riuscire a vincere, ma qualcosa per provare a dar fastidio al Barcellona e magari per piantare una bandierina sulla serie.