GamePlan Brescia-Pesaro: la Germani è un cantiere dove a brillare son le seconde linee

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Brescia-Pesaro non è stata una partita spettacolare dal punto di vista tattico ma ha offerto comunque spunti interessanti e qualche indicazione in vista del prosieguo del campionato. Entrambe le formazioni sembrano essere ancora in fase di rodaggio e in cerca di gerarchie tra certezze del passato e l’hype per i nuovi arrivati. Andiamo a scoprire con GamePlan cosa si nasconde, oltre al tabellino, nella vittoria di Brescia su Pesaro.

Uno sguardo agli Starting Five

Magro ha iniziato con Christon-Della Valle-Petrucelli-Gabriel-Bilan che nelle idee dello staff bresciano dovrebbe essere lo starting five di questa stagione: la squadra è stata pensata con quei giocatori in campo, in questa partita hanno parzialmente deluso ma hanno comunque dalla loro esperienza, leadership e classe. Più atipico ed in parte sorprendente il quintetto scelto da coach Buscaglia: McCallum-Tambone-Bluiett-Ford-Totè: sorprende la scelta di partire con Tambone rinunciando, almeno inizialmente, a Bamforth.

Il midrange della Leonessa e la difesa di Petrucelli

Il piano partita della Germani prevedeva di limitare Pesaro in fase di creazione e di cercare di partire in contropiede non appena possibile. Per farlo è stato fondamentale John Petrucelli: si è appiccicato a McCallum rendendogli la vita difficile. La transizione ha funzionato solo in parte, anche per merito degli esterni della Carpegna Prosciutto. In fase di creazione invece Brescia è stata abile a trovare punti nella terra di mezzo, quella zona di campo spesso dimenticata che risponde al nome di midrange. In particolare Della Valle e Gabriel sono stati protagonisti coi jumper. Il tiro dalla lunga distanza invece è stato cercato poco dai padroni di casa, che hanno anche sbagliato tanto.

Tambone e Totè tengono Pesaro in partita

Il dynamic duo che non ti aspetti protagonista per la Carpegna Prosciutto nei primi minuti del match, ma che in generale ha offerto buone garanzie lungo tutto l’arco della gara. Tambone ha contribuito nel playmaking giocando da handler secondario e, vista la fatica di McCallum nel creare, il contributo è stato fondamentale. Il cestista ex Varese si è dimostrato affidabile con buone letture dal P&R e mettendo triple senza mai forzare. L’ex di giornata Totè si è reso utile in diversi modi in attacco: finalizzando i P&R anche in situazioni di P&Pop, allargando il campo e facendo un buon lavoro a rimbalzo.

La second unit bresciana sale in cattedra

Detto delle fatiche del quintetto titolare, lo staff Germani ha trovato ottime risposte dalle cosiddette riserve. Cournooh ha performato al meglio facendo correre i compagni e prendendosi responsabilità al tiro. Massinburg ha dato una mano nel playmaking ed aveva una voglia assurda, non ha segnato tanto ma era su ogni pallone. Burnell energy guy prezioso e duttile che si è fatto valere anche dal post. Akele che nonostante abbia giocato molto poco ha destato un’ottima impressione soprattutto nella zona del campo che l’anno scorso non gli ha riservato grandi soddisfazioni, ovvero l’attacco. Cobbins solito lavoro preziosissimo nelle intangibles e nelle piccole cose. Con la second unit Brescia è stata sopra la doppia cifra di vantaggio nel secondo quarto.

I quintetti delle second unit hanno subito meno punti rispetto allo starting five e sono stati più equilibrati dal punto di vista difensivo. Fonte: Synergy

Il terzo quarto di Pesaro: non solo Bluiett

Nel terzo quarto Brescia ha schierato nuovamente il quintetto iniziale che anche in questa occasione ha faticato non poco nel creare e nelle rotazioni difensive. Dall’altra parte Pesaro ha cambiato faccia con buone spaziature in attacco che hanno portato a tanti tiri aperti che hanno premiato i tiratori marchigiani, su tutti Trevon Bluiett autore di una prova balistica eccezionale. Buon apporto anche dalle guardie McCallum e soprattutto Bamforth, non ancora al 100% ma uno dei giocatori più elettrizzanti di LBA, in grado di accendersi e svoltare le partite da un momento all’altro. Anche in difesa Pesaro è cambiata con un’aggressività che non si era vista nel primo tempo e che ha messo in seria difficoltà Brescia. Qui si è vista la mano di Buscaglia, che soprattutto a Trento ci aveva abituato a questo tipo di difese.

Nel finale saltano gli schemi

La prestazione di Christon è stata sotto le aspettative ma nell’ultimo quarto ha il merito di prendersi responsabilità mettendosi in proprio in penetrazione. Pesaro ha fisiologicamente perso un po’ di smalto ma è stata brava a rimanere sempre agganciata. Ancora le seconde linee di Brescia portano un buon contributo, il finale è ancora all’insegna dell’equilibrio e devono uscire per raggiunto limite di falli Burnell, Cournooh da una parte e Totè dall’altra. Buscaglia fa di necessità virtù mettendo Mazzola da “finto 5”, Bilan (fino a quel momento abbastanza preciso ai liberi) ne sbaglia 4 di fila nel finale. La vittoria arriva grazie a una buona difesa di Brescia e al tiro libero di Cobbins. La Germani è stata più cinica in un finale dal punto di vista tattico non troppo spettacolare ma dove a far la differenza sono stati i dettagli, le 50-50 balls e banalmente l’energia e la benzina rimaste.

 

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