In uno scontro di alta classifica decisamente importante, l’Happy Casa Brindisi ha demolito Sassari al PalaPentassuglia riaprendosi la strada verso il quarto posto. Con il risultato di 92-58, la squadra di Vitucci ha infatti ribaltato il -18 dell’andata portando il bilancio degli scontri diretti con i sardi in proprio favore. Cerchiamo di capire, con il nostro GamePlan, cosa si è nascosto dietro il tabellino e ha permesso alla Stella del Sud di ottenere la vittoria.
I muscoli di Brindisi
La formazione di Frank Vitucci ha saputo far valere la propria maggiore prestanza fisica nel corso di tutta la gara. Dato significativo, in questo senso, sono i rimbalzi: 40-33 in favore di Brindisi, 10-5 quelli offensivi. L’Happy Casa ha messo quasi sempre in difficoltà la Dinamo lì sotto. Burnell ha sfruttato bene l’accoppiamento con Bendzius, Perkins ha fatto difficoltà a trovare il canestro ma ha concesso diversi possessi extra ai suoi. Più in generale, a Sassari è mancato sotto canestro il fisico per contestare gli avversari. L’unico in grado di farlo ieri è stato Diop, ma nei suoi minuti di assenza Stephens è stato disastroso e Treier riadattato da 5 ha evidenziato ancora di più questi problemi.
Dinamo irriconoscibile
In attacco, la Dinamo non è riuscita a trovare le sue solite soluzioni e questo alla lunga ha sfinito mentalmente e fisicamente i sardi. Dicono quasi tutto le percentuali al tiro da tre: 22,7% con 5 sole triple segnate. Troppo poco per una squadra che fa della sua abilità dall’arco una freccia fondamentale della sua faretra. Un ottimo lavoro lo ha fatto anche Brindisi, che con Reed in marcatura su Kruslin e Burnell su Bendzius ha messo in difficoltà i tiratori scelti di Sassari. Il dato ancora più grave per la Dinamo, tuttavia, sono state le 24 palle perse: impossibile vincere la gara con questa statistica. Gli avversari sono stati molto reattivi sulle linee di passaggio, ma nella seconda metà di gara si sono visti troppi passaggi pigri e prevedibili da parte di Sassari. L’unica soluzione offensiva che Sassari è riuscita a navigare per più tempo è stato lo Spain pick’n’roll nel primo quarto, con Dowe portatore di palla, Stephens bloccante primario e Kruslin bloccante secondario.
La death lineup
Il quintetto che ha davvero spaccato la partita in favore di Brindisi è stato il seguente: Mascolo-Harrison-Mezzanotte-Burnell-Bayehe. Una sorta di death lineup per Vitucci, che ha completamente sfinito Sassari in difesa e in attacco tra la fine del terzo quarto e buona parte dell’ultimo. In difesa Burnell e Bayehe sono stati i due perni centrali, in grado di cambiare sui piccoli e molto attenti nelle rotazioni. Bayehe, in particolare, ha difeso molto bene sui pick’n’roll avversari, non facendosi mai cogliere a metà strada ma mantenendo sempre un’ottima posizione. Non a caso il centro brindisino ha chiuso con 5 fondamentali rubate. Dall’altro lato del campo Mascolo ha svolto un ottimo lavoro in cabina di regia e Mezzanotte ha segnato delle triple molto pesanti. Se a questi ingredienti si aggiungono la prestazione di Harrison e l’energia di Burnell, il mix è perfetto.
Bentornato D’Angelo
La punta di diamante della death lineup brindisina è stato l’MVP del match, D’Angelo Harrison. Lo statunitense per tutta la partita ha ferito gli avversari con i propri canestri, salendo in cattedra specialmente nel parziale decisivo che ha concesso poi la partita all’Happy Casa. Per qualche minuto, è sembrato di vedere nuovamente l’Harrison di ormai due anni fa. Esplosivo e con un primo passo eccezionale in entrata, cecchino maledetto dall’arco anche da distanze siderali. Il suo tabellino finale recita 19 punti (season high), con il 5/5 da due punti e il 3/6 da oltre l’arco. Se Harrison dovesse prendere ulteriormente ritmo e continuare a produrre prestazioni del genere, Brindisi sarà un’avversaria molto pericolosa ai playoff.