Gameplan: Brown la mente, Baldwin il braccio

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Il Maccabi infligge una durissima sconfitta all’Olimpia e mette matematica fine alla corsa playoff dei ragazzi di Messina. Una grandissima prestazione dei due esterni in giallo permette ai padroni di casa di dominare la partita fin dalla palla a due, resistere al rientro di Milano nel terzo quarto e di dare la spalla definitiva nel quarto finale. 85-66 senza appello per gli ospiti.

Transizione difensiva non pervenuta

Una delle cose che non ha quasi mai funzionato nel game plan di Milano è stata il limitare la transizione offensiva del Maccabi. I padroni di casa prediligono ritmi alti e una partita a tanti possessi, soprattutto tra le mura amiche e quello che deve fare una squadra che vuole passare su questo campo è togliere tutte quelle situazioni di “corsa” alla squadra di Kattash.

29 e 24 punti sono i parziali dei punti subiti nei primi due quarti della partita. La fase che la indirizza e costringe l’Olimpia a uno sforzo extra che poi pagherà alla fine. Il 70% da 2 spiega ancora meglio come i giocatori in giallo siano andati spesso al ferro senza trovare una grossa resistenza in campo aperto.

Milano ha messo poca pressione a rimbalzo, ha spesso preso tiri sbilanciati e si è spesso infilata nelle trappole difensive dei padroni di casa. Una serie di errori che hanno alimentato l’attacco dei padroni di casa.

Scambio di favori

La partita non ha visto due difese propriamente attente sui 40 minuti e per lunghi tratti gli attacchi hanno nettamente avuto la meglio. Quando si gioca una partita dove le difese non sono propriamente coinvolte vince la squadra che offensivamente sta meglio. E niente come il Maccabi in questo momento rappresenta il “benessere offensivo”.

E’ sicuramente passato in sordina per la grande prestazione offensiva, ma anche il Maccabi ha spesso sofferto nel contenimento degli esterni di Milano. Kattash ha provato ad aggredire difensivamente il pick and roll di Napier e Pangos, facendo show forte sopra i 10”, cambiando con Nebo sotto i 10”, ma per lunghi tratti la difesa non ha reagito come dovuto permettendo agli esterni di Milano di eseguire lo split (spezzare il raddoppio) e generare un vantaggio che l’attacco ha sfruttato solo a tratti.

Di contro la stessa Olimpia ha sofferto nuovamente con Napier accoppiato sempre con Baldwin o Brown. E i due esterni, forti di una marcatura favorevole, hanno prodotto rispettivamente 15+6 e 17+8. E il loro continuo martellare la difesa dell’Olimpia ha portato anche ai 18 di Sorkin, bravissimo nel muoversi nelle pieghe della difesa.

Due ottimi attacchi, difese quasi mai pervenute, alla fine ha vinto la squadra con l’attacco più efficace e in salute.

Premiata ditta Brown-Baldwin

Brown autore di 17 punti e 8 assist, il tutto condito da un 20 di valutazione. Baldwin 15 punti e 6 assist, tutto racchiuso in 14 di valutazione. Inevitabile che la vittoria passi soprattutto da questi due giocatori, sia per quanto hanno prodotto numericamente, sia per quanto hanno generato indirettamente nell’attacco del Maccabi.

Kattash ha seguito le indicazioni che gli ultimi allenatori che hanno affrontato Milano hanno fornito. Ha iniziato a giocare contro quelli che possono essere i lati oscuri del quintetto con Napier, soprattutto in un momento in cui Shields non è al meglio, Melli ha un inevitabile calo e Tonut e Luwawu-Cabarrot vanno a fasi alterne, rendendo più difficile nasconderlo.

Quando Napier è finito in marcatura su Brown l’ordine era di attaccarlo sui pick and roll per sfruttare la sua difficoltà nel mettere pressione sulla palla. Milano su quelle situazioni decide di tenere il lungo dentro (posizione di drop) per non rischiare di avere un cambio difensivo dell’ex UConn troppo presto nell’azione, ma di contro si espone alla capacità di Lorenzo Brown di giocare in quello spazio che si genere dopo il pick, con il difensore dietro e il lungo che deve tenere un momentaneo 1 vs 2. Risultato: Brown ha segnato e letto per sé e per i compagni.

Baldwin invece è stato innescato in maniera perfetta da Brown in situazioni dinamiche, sfruttando sempre esterni che non aveva fisico e passo per tenere le sue ricezioni in movimento. Blocchi verticali per farlo uscire in punta e farlo attaccare sul primo passo. Uscita rapida dai blocchi, poca opposizione e seconda linea difensiva sempre in ritardo.

E quando i due non ha prodotto punti, hanno comunque creato grandi scompensi ben utilizzati da due giocatori molto bravi nel muoversi nelle pieghe della difesa: Nebo e Sorkin.

Zona 3-2

Una delle poche cose che hanno realmente funzionato per Milano è stata una zona 3-2 che saltava a uomo nei dieci secondi finali del possesso avversario. Dopo un primo tempo dove il Maccabi ha sempre attaccato da situazioni di transizione, l’Olimpia nel terzo quarto riesce ad addormentare la partita togliendo al transizione offensiva alla squadra di casa usando la zona.

Meno sbilanciamento a rimbalzo, maggiore capacità di contenere i loro esterni (soprattutto in una serata dove per almeno 3/4 le percentuali al tiro da fuori non state idilliache) e Shields spesso accoppiato a Brown nei secondi finali.

Il Maccabi, a difesa schierato, è parso maggiormente contenibile e ha permesso a Milano di rientrare fino al -6. Rimonta vanificata da alcune gestioni discutibili dei possessi e da percentuali molto basse ai liberi.

Shields

E’ uscito zoppicando e ancora una volta ha fatto i conti con la sfortuna che lo sta prendendo di mira in questa stagione, ma oggi ci sono stati segnali confortanti da parte di Shields. Sia in chiave difensiva, dove è stato il migliore difensore su Brown, sia in fase offensiva dove è tornato a prendersi i suoi tiri e a far vedere quell’isolamento che è spesso mancato a Milano.

Non a casa nel suo momento migliore su i due lati del campo arriva il parziale che riporta Milano in partita e che limita un Maccabi fino a quel momento straripante a soli 13 punti segnati nel terzo quarto.