Gameplan: Shengelia e Lundberg desaparecidos, così il finale di stagione è una sofferenza

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Prevedibile sconfitta per la Virtus al Sinan Erdem Dome contro l’Efes, in caccia disperata dell’ultimo pass playoff. I bolognesi, quanto meno, rispetto alla figuraccia di Tel Aviv, hanno lottato maggiormente e sono stati in partita un tempo. Poi, assenze, fisiche e fattuali, hanno permesso agli uomini di Ataman di fuggire senza eccessiva fatica nel terzo quarto.

TOKO, BATTI UN COLPO

Ancora una partita di grande sofferenza per Toko Shengelia: poco oltre 17′ in campo, più palle perse (4) che tiri tentati (3). L’Efes lo ha messo in crisi raddoppiandolo costantemente dalla linea di fondo sulle ricezioni in post basso. Il risultato sono state diverse azioni dove Shengelia, invece di prendere i tiri di cui l’attacco Virtus avrebbe avuto tanto bisogno, ha preferito scaricare sul perimetro per i compagni, che non hanno avuto una gran serata in termini di percentuali (5/14 di squadra in catch&shoot da tre punti). In aggiunta, questo non ha aiutato la sua fiducia, che ha portato poi alle palle perse di cui sopra. Soprattutto, però, ha negato a una squadra già con problemi di assenze, a non avere quello che, in questo momento, dovrebbe essere il terminale offensivo principale o giù di lì. In generale il georgiano sta continuando a faticare tantissimo: nelle ultime cinque partite giocate, sei punti di media col 40% scarso al tiro e 2.6 palle perse in 20′. Di sicuro c’è una condizione fisica non scintillante alla base di questo scarso rendimento, motivo in più per cercare di recuperarlo al meglio in vista dei playoff di LBA.

IFFE, DOVE SEI?

Il discorso fatto per Shengelia si può ribadire in maniera quasi identica su Iffe Lundberg. Altro giocatore che, nei piani, doveva essere un riferimento offensivo per la Virtus, a maggior ragione nei momenti di assenza di Teodosic. Ma che in questo momento spesso gioca più a fare la sponda che a prendersi responsabilità. Cinque tiri in 28′ sono un numero che questa squadra, in questo momento, non può permettersi da lui. Esitante, poco sicuro, di conseguenza impreciso anche al tiro. Anche qui, come per Shengelia, ci sono dubbi sulla sua integrità fisica. C’è un dito della mano di tiro che lo tormenta da mesi. E, come per Shengelia, ci sono numeri impietosi nelle ultime cinque partite: quattro punti di media col 36% al tiro. Tenute in conto le attenuanti fisiche, viene comunque facile capire come prestazioni così lacunose dei due supposti leader offensivi non possano che aver condannato la Virtus alla sconfitta.

DISTRUTTI SUL PICK&ROLL

Numeri impietosi vengono dai dati di pick&roll dell’Efes: dodici possessi sono finiti al rollante, e da quei dodici possessi l’Efes ci ha cavato la cifra mostruosa di ventun punti. In una sola occasione l’Efes non ha cavato punti da queste situazioni: 9/10 al tiro in situazione di roll, due volte fallo subito al tiro. La Virtus è apparsa davvero senza risorse contro il pick&roll dell’Efes. I turchi hanno un uso molto intelligente di blocchi sul bloccante (cosiddetto Spain PNR) e di situazioni di doppio blocco sulla palla, dove il secondo bloccante è una guardia (Larkin o Bryant) che si apre rapidamente sul perimetro dopo il blocco, per rendere complicato il cambio difensivo e, nel caso, aprire linee di penetrazioni al palleggiatore. Che a quel punto si trova due contro uno con il lungo avversario, potendo scegliere facilmente con che veleno metterlo ko: il tiro o l’assist per il proprio lungo rollante visto che poi, nel caso di aiuti dal perimetro, fuori dai tre punti ci sono tiratori letali. La Virtus ha sbattuto a tutta velocità contro queste soluzioni, un po’ per la bravura di Micic/Larkin/Bryant nel leggere sempre la soluzione migliore, un po’ per le difficoltà fisiche di giocatori come Mannion nel passare sul primo blocco. E una volta preso vantaggio da lì, l’Efes è andato a nozze.

BRAVO NICO

Mannion avrà avuto problemi in difesa, ma complessivamente è stata, decisamente, la nota più lieta della serata virtussina. Confermando, peraltro, un trend prolungato dove sta dimostrando, con i suoi alti e bassi fisiologici, di sfruttare al meglio tutte le chance che Sergio Scariolo gli concede. Nelle ultime dieci partite di Eurolega è entrato in campo otto volte, per oltre 16′ di media, andando a 6 punti e 4.4 assist a incontro, a fronte di 1.4 perse. Al di là dei numeri, quello che sta impressionando positivamente è l’atteggiamento di Nico. Sempre attivo, propositivo, anche in difesa, dove magari farà errori, legati anche a una stazza minuta che in questo contesto va imparata a gestire, ma mai per reticenza all’impegno. Per il prosieguo della stagione può essere un bel plus per la squadra.

 

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n.fiumi
Classe 1985, bolognese di nascita. Folgorato da Danilovic, ammaliato da Ginobili, tradito da Abdul Gaddy. Incidente che mi ha portato a valutare le cose in maniera più disincantata. Classico esempio di paziente affetto dal "Disease". La vita è troppo breve per vedere brutto basket ma, se non c'è altro, il campionato ungherese resta un'ottima opzione.

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