Altra battaglia a Istanbul dove il Fenerbahce forza gara 5, battendo l’Olympiacos per 73-69 al termine di una gara 4 molto fisica e combattuta. Se Dorsey è il giocatore più costante dell’attacco turco (16 punti), è una scarica di Pierre nell’ultimo quarto a indirizzare la partita verso i padroni di casa. 17 punti con un 4/6 da tre molto pesante e la squadra di casa strappa il punto del 2-2, rimandando il verdetto alla decisiva quinta partita di settimana prossima.
Dorsey
La sua prestazione dimostra che gara 3 non è stato un caso isolato ma una costante crescita nel corso della serie, dando a Itoudis un handler da sfruttare nonostante l’assenza di Wilbekin.
A livello numerico parliamo di 16 punti con un 4/7 da 2 e un 2/6 da 3. Non ha avuto grandi percentuali dal perimetro, soprattutto a causa di una difesa che lo ha sempre mandato dentro sulle sue uscite, “concedendo” il tiro da 2 e togliendo il tiro da 3. Soluzione che lui abbraccia a piene mani e che permette di punire le scelte dell’Olympiacos.
Le soluzioni migliori si sono visti nei frangenti in cui ha giocato in coppia con Calathes o Guduric, dove aveva la possibilità di partire off ball, ricevere una serie di blocchi verticali e uscire in punta per attaccare con continuità. Le vittime designate erano Sloukas e Vezenkov, due accoppiamenti ritenuti favorevoli, due accoppiamenti che lui ha sfruttato benissimo e che hanno giovato tantissimo all’attacco a metà campo dei padroni di casa.
Pierre e Hayes-Davis
Come da prassi in questa stagione, un’ottima prestazione di Hayes-Davis e Pierre corrisponde a una vittoria del Fenerbahce. Imprescindibili per Itoudis (sono veramente i due giocatori di cui non può fare a meno), sono stati costretti agli straordinari (rispettivamente 40 e 36 minuti) in una partita senza domani.
Le luci della ribalta oggi sono per l’ex Sassari, autore di 17 punti e protagonista principale del parziale che decide la sfida. Uomo chiave per punire una difesa che cambia spesso e collassa per ostacolare Motley a rimbalzo, non manca l’appuntamento con un 4/6 letale. Giova tantissimo del lavoro di Motley a rimbalzo e sulle ricezioni da roll, il quale ha la lucidità di leggere i raddoppi e riaprire per il compagno libero.
Decisamente più in ombra ma altrettanto utile Hayes-Davis e il suo lavoro su tutti gli esterni dell’Olympiacos. Di fatto cambia su tutti gli esterni (in coppia con Pierre), tiene anche quando in campo ci sono anche due handler come Sloukas e Walkup e a tempo perso ha quella capacità di uscire sempre con Vezenkov e non dargli mai un tiro aperto.
Il Fall che non ti aspetti
Le serie di playoff spesso sono decise da protagonisti inaspettati o da soluzioni trovate sul momento per sorprendere l’avversario. Due squadre che si conosco e che cercano in ogni modo di togliere i punti di forza dell’altro spesso spingono gli allenatori a trovare via alternative.
La novità di gara 4 è un Fall negli insoliti panni del “facilitatore di gioco”. Se nelle prime tre partite il suo lavoro contro gli switch difensivi veniva usato per lo più per fare canestro, in gara 4 si è approfittato del suo vantaggio di cm per servire compagni di squadra in movimento.
Pick and roll per entrare nel gioco a cui il Fenerbahce rispondeva con uno switch difensivo, mismatch a cui la difesa reagiva facendo un passo verso di lui e lasciandolo accoppiato a un difensore molto più basso. La risposte dell’Olympiacos si sono articolate in Canaan e McKissic a sfruttare uscite a ricciolo per attaccare il ferro, innescati dai passaggi di Fall dalla lunetta.
Set offensivo totalmente disegnato in corsa da Bartzokas.
Cercasi Walkup
Una delle costanti delle due partite di Istanbul è la continua difficoltà di Walkup nell’essere parte attiva della serie. Una grandissima fatica nell’incidere su i due lati del campo e che si tramuta in una cattiva gestione del pallone in attacco e in una mancanza di pressione sulla palla in difesa (cosa in cui solitamente eccelle).
A livello offensivo non possiamo che partire da due dati numeri: 34,8% da 2 e 21,4% da 3. Questi sono i dati al tiro nella serie di Walkup. Numeri che ci indicano come stia faticando a leggere la difesa che Itoudis gli sta proponendo dall’inizio della serie.
Fin da gara 1 gli esterni del Fenerbahce lo hanno sottoposto a una grande pressione sulla palla, mettendo a nudo alcuni suoi limiti palla in mano e costringendolo ad accelerare le sue scelte offensive. Inoltre, su tutti i suoi pick and roll viene spesso sfidato al tiro con il difensore sulla palla che passa sotto il blocco e il difensore del bloccate che rimane in drop, soprattutto se il gioco a 2 coinvolge Fall. Battezzato al tiro, spesso prova a cercare soluzioni a centro area senza grosso costrutto.
A livello difensivo, come da copione, è l’incaricato per i clienti scomodi ma in questa serie sta faticando a dare la sua impronta. Ha subito più di tutti il risveglio di Dorsey e sembra mostrare una non ottimale reattività sul primo passo, tanto da essere spesso battuto dal palleggio in maniera troppo facile.
In definitiva, è il giocatore che più di tutti sta mancando su i due lati del campo ai greci e che Bartzokas spera di recuperare in vista di gara 5.
McKissic
Se Walkup è in un tunnel che non ti aspetti, McKissic invece è il tiratore che non ti aspetti in questa partita. Come per il suo compagno di reparto (probabilmente anche in maniera più pronunciata), la difesa gli lascia molto spazio per il tiro, provando a scommettere sulle sue percentuali e cercando di proteggersi dal suo primo passo.
Tutte scelte correte se non che in due partite della quattro giocate ha tirato fuori prestazioni balistiche inaspettate. Se in gara 1 era stato protagonista insieme a Canaan della scarica di triple che hanno chiuso la partita, in gara 4 è stato l’esterno con la percentuale più alta da fuori. E in generale è stato l’attaccante più costante dell’attacco di Bartzokas, tanto da chiudere con 20 punti.
Nel finale, viste le difficoltà di Walkup e la una difesa che ha braccato Sloukas in ogni modo, diventa la principale arma offensiva, tanto da disegnare giochi per dargli ricezioni dinamiche. La difesa spesso concedeva il tiro (anche troppo dando un metro) e lui era molto abile nello sfruttare quello spazio per prendere velocità e attaccare in situazioni dinamiche. Costante spina nel fianco della difesa, soprattutto in una serata in cui puniva anche la scelta di passare sotto ai blocchi.
Può essere uno degli indiziati a fare saltare il banco in vista di gara 5.
Sante e maledette percentuali
Spesso si parla di tattica, aggiustamenti e aspetti tecnici, ma alla fine più di tutto incide la percentuale di realizzazione che può indirizzare le partite in un senso o nell’altro. E’ un concetto banale, quasi superfluo, ma alla fine vince chi fa canestro (soprattutto da fuori nel basket odierno) e in questa serie, se togliamo gara 1, l’Olympiacos non sta facendo canestro dall’arco, nemmeno sulle soluzioni aperte.
In gara 1 ha chiuso con il 55%, in gara 2 con il 31,8%, in gara 3 con il 25% e in gara 4 con il 28%. Con l’andare della serie l’attacco dei greci fatica sempre di più a trovare il bersaglio dall’arco, anche sulle soluzioni ben costruite. Situazione figlia sicuramente di una difesa che gli è entrata sotto pelle (il Fenerbahce è una squadra che per conformazione mette molto in difficoltà l’Olympiacos) ma anche di un cattivo rendimento di buona parte dei suoi protagonisti.
I greci non puniscono quasi mai una difesa che sta scommettendo tantissimo su queste difficoltà. Cosa ci aspetta in gara 5 quando la tensione sarà ancora più alta e il margine di errore ancora più ridotto?
Ovviamente non ci è dato saperlo e non possiamo che aspettare la prossima settimana per sapere come andrà a finire. Su quanto visto in gara 4 possiamo affermare che è stata una partita dall’andamento molto simile a gara 3 (anche li una certa difficoltà al tiro da fuori), ma senza la prestazione monstre di Sloukas.