GamePlan Maccabi-Monaco (G3): James apre le danze, Brown le chiude

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Il Monaco rimette le cose al loro posto nella serie contro il Maccabi ed espugna Tel Aviv. Grazie a questa vittoria in trasferta i francesi riguadagnano il fattore campo della serie, assicurandosi quantomeno una possibile gara-5 in casa propria. La squadra di Obradovic non si fa intimorire dalla Menora Mivtachim Arena e gioca una partita ai limiti della perfezione tecnica, ingabbiando un Maccabi comunque mai domo. Analizziamo i punti chiave del match di ieri con il nostro GamePlan.

 

Percentuali insostenibili

Il fattore più importante che ha garantito la vittoria ai francesi sono state, senza dubbio, le percentuali da tre punti. Monaco ha chiuso la partita con il 30.8% dall’arco, di certo non un numero molto elevato, ma specialmente nella prima parte del match ha sfruttato le triple per mettere il muso avanti e distanziarsi dagli avversari. Quello che ha fatto davvero la differenza, tuttavia, è stata la disparità di realizzazione con gli israeliani. Il Maccabi, infatti, ha chiuso la gara con un pessimo 24% da tre punti, e 2 delle 6 triple realizzate sono arrivate a partita praticamente finita, rendendosi di fatto inutili. In una serie in cui entrambi i roster non possono contare su dei cecchini, questa grande disparità è stata fondamentale (specialmente nei primi 20 minuti) per dare il controllo del match al Monaco.

 

Bentornato Mike!

Nello scorso GamePlan lo avevamo criticato e ieri sera Mike James ha risposto. L’americano ha chiuso il primo tempo con 18 punti segnati sui 21 totali finali, imprimendo il proprio marchio a fuoco sulla gara. Rispetto alle precedenti due gare, il Maccabi ha scelto di non raddoppiare James (forse per evitare prestazioni come quella di Loyd in gara-2), ma questa decisione non ha premiato la squadra di Kattash. L’ex Milano è stato bravissimo nello sfruttare i pick’n’roll per cercarsi il mismatch favorevole, spesso con Nebo, e attaccarlo dall’arco o in penetrazione. Anche nei casi in cui il mismatch non veniva trovato, James ha comunque fatto ciò che voleva contro il diretto avversario, specialmente se Lorenzo Brown. D’altronde, sappiamo bene quanto sia elevato il potenziale offensivo del giocatore, e in serate come questa anche il più capace dei difensori non riuscirebbe a contenerlo.

 

Controllo del ritmo

Il Monaco è riuscito a imporsi sugli avversari grazie alle triple e al controllo del ritmo. I francesi hanno tenuto, nel corso di tutta la gara, i battiti del proprio attacco molto lenti, non cadendo nella trappola di giocare ai ritmi elevati che il Maccabi preferirebbe. La squadra di Obradovic ha gestito molto bene la palla (solo 5 perse), dando poche occasioni agli israeliani per correre in contropiede, e in generale ha attaccato sfruttando spesso anche gli ultimi secondi dell’azione. Il Maccabi, dal canto suo, ha provato ad alzare la velocità del gioco in più occasioni ma senza riuscirci particolarmente bene. Gli uomini di Kattash hanno faticato a contenere l’attacco a metà campo del Monaco, trovando qualche risposta solo con l’uso della zona 2-3. A mettere molto in difficoltà, specialmente nei primi due quarti, la difesa dei padroni di casa è stato anche il gioco in post di Motiejunas. Il lituano ha sfruttato molto bene i mismatch, punendoli con il suo solito “gancetto” o servendo il taglio dell’altro lungo giocando sull’aiuto del suo difensore.

 

Minacce disinnescate

Un altro, importante pezzo della vittoria francese è dovuto alla difesa sulla coppia Baldwin-Brown. Su Baldwin, la scelta difensiva (come nelle altre gare) è stata quella di farlo marcare da James o in alternativa Diallo, concedendogli campo e soluzione dal midrange nel pick’n’roll. L’americano non ha saputo, tuttavia, sfruttare il suo jumper dalla media ed è andato nel pallone, tornando alla sua versione più “nociva” delle scorse stagioni e cercando diverse volte tiri estemporanei. Nel secondo tempo la sua gestione della palla è stata migliore, ma non è bastato. Su Brown, invece, si sono alternati Blossomgame, Ouattara e lo stesso Diallo, mettendo in seria difficoltà lo spagnolo. Queste marcature hanno mandato fuori fase Brown, che è riuscito ad essere efficace solamente nelle poche occasioni in cui gli era concesso accelerare. Un ruolo molto importante nella difesa sui due lo ha giocato l’alta pressione sulla palla portata dai difensori del Monaco, che a più riprese sono riusciti a ritardare l’entrata nei set offensivi degli avversari pressando forte sul perimetro.

 

Quintetto “small”

Nel secondo tempo, il Maccabi ha provato a recuperare la partita con un quintetto “small”. Dimenticato in panchina Cohen, molti minuti in posizione di 4 sono stati affidati a Colson, con Di Bartolomeo in posizione di guardia. La scelta di Kattash in realtà ha pagato dividendi, sia grazie ad una difesa più dinamica che ad un attacco meno statico e più pericoloso dall’arco. Grande merito va dato proprio a Colson e Di Bartolomeo: 17 punti per il primo, 9 con 2 assist per il secondo e tanta buona difesa sul portatore di palla avversario.

 

Ci pensa John Brown

Nei minuti finali, decisive sono state le giocate di John Brown. Entrato a 2’36” dal termine della partita, l’ex Brescia ha dominato sotto le plance e in difesa. Obradovic lo ha inserito nella posizione di centro, e Brown ha risposto con 5 punti e 5 rimbalzi nel solo finale, di cui 3 offensivi. Le sue giocate hanno avuto un’importanza capitale in quei minuti, mettendo il sigillo sulla vittoria dei francesi.