Il Monaco impatta la serie con il Maccabi Tel Aviv vincendo e convincendo in gara-2. Per i francesi, stellare la prestazione di Jordan Loyd, mentre la squadra di Kattash si spegne nel secondo tempo dopo un avvio a singhiozzi. Ora tutto si deciderà in Israele, con il Monaco che dovrà cercare di rubare almeno una vittoria nell’inferno di Tel Aviv. Vediamo, nel frattempo, gli spunti più interessanti che ci ha regalato il match di ieri sera con il nostro GamePlan.
La mossa Ouattara
Il cambiamento più importante tra gara-1 e gara-2 è stata la partenza di Yakuba Ouattara in quintetto. Per lui 0 minuti nella sconfitta di qualche giorno fa, quasi 13 ieri sera. L’intento di Obradovic era chiaro: mettere un difensore di un certo livello sugli esterni del Maccabi, inserendo allo stesso tempo un tiratore da 37.7% da tre punti in stagione europea. Il risultato è stato eccezionale. Il lavoro di Ouattara su Brown è stato encomiabile, a cavallo tra il primo tempo e il terzo quarto di gioco. In point of attack il francese è un ottimo difensore, e ha anche la taglia fisica giusta da opporre all’ex Unics e a Baldwin. Ouattara ha sporcato tantissimi palloni, e dall’altro lato del campo segnato due triple nel solo primo quarto. Le sue giocate hanno galvanizzato l’ambiente e i compagni, aprendo la strada verso una serata decisamente migliore di quella precedente.
Lotta a rimbalzo e zona
Dopo la partenza a razzo del Monaco, il Maccabi è riuscito a rientrare in partita grazie alla superiore fisicità di cui avevamo già parlato per gara-1. Grazie alla lotta di Nebo e Sorkin sotto canestro, gli israeliani si sono garantiti vari extra-possessi riuscendo a reggere l’urto iniziale. Nella metà campo difensiva, la squadra di Kattash ha optato ancora una volta per l’utilizzo di zone miste (compresa una box and one su Loyd) per rallentare il ritmo dell’attacco del Monaco. Delle soluzioni che hanno pagato i propri dividendi soprattutto nei primi due quarti, ma sono state poi messe in crisi dall’accelerata al ritmo di gioco data dai francesi nella seconda metà del match e dalle loro buone percentuali da tre punti.
Arginare la coppia terribile
Il diktat della serie per i francesi è, ovviamente, quello di cercare di arginare il più possibile la coppia Brown-Baldwin. Come detto precedentemente, su Brown un lavoro perfetto è stato fatto da Ouattara, mentre su Baldwin è stato messo in marcatura Mike James. La difesa dell’ex Milano, a dire la verità, non è stata propriamente impeccabile nei primi due quarti. Nei primi 20 minuti il Maccabi ha saputo sfruttare molto bene il pick’n’roll centrale tra Baldwin e Nebo, e il Monaco ha faticato a contenere questa soluzione anche a causa di qualche svista di James. Lo statunitense si faceva battere troppo facilmente da Baldwin, stampandosi sul blocco di Nebo, e lasciando in questo modo ampio spazio a Baldwin per segnare o servire proprio Nebo sul roll. Nel terzo quarto, tuttavia, James ha svolto un lavoro decisamente migliore coadiuvato dalle rotazioni di tutta la squadra. In quei dieci minuti Motiejunas e Hall hanno aiutato su Baldwin con show forti, permettendo a James di recuperare meglio, mentre dal lato debole i tag hanno coperto il roll del lungo. Tutto questo ha arginato benissimo la coppia terribile del Maccabi, andata in evidente appannamento mano a mano che i minuti passavano. Grande lavoro lo ha svolto anche il solito Alpha Diallo, impeccabile nella sua marcatura su Baldwin.
James ancora fuori fase
Il Monaco ha cercato di mettere in partita Mike James fin dal primo quarto, ma l’americano non riesce ancora a entrare pienamente in questa serie. Nel primo quarto, Obradovic ha cercato di far guadagnare ritmo al suo play facendogli giocare spesso un pick’n’roll laterale con Brown, che però non ha portato molti frutti. Come già successo in gara-1, il Maccabi inoltre ha voluto togliergli il pallone dalle mani con dei mini stunt da parte del difensore dell’altro esterno. Raramente James è riuscito a battere il suo uomo (solitamente Baldwin), e anche quando ci è riuscito è stato spesso costretto a scaricare il pallone dai veloci aiuti avversari. A fasi alterne James è comunque riuscito a creare qualche vantaggio, più per i compagni che per se stesso, ma ancora lontane sono le sue prestazioni da MVP di qualche mese fa. Il Monaco avrà anche bisogno di lui per vincere questa serie.
Terzo quarto galeotto
Nonostante un avvio prevedibilmente singhiozzante, il Maccabi è riuscito a rimanere aggrappato alla partita nei primi venti minuti. Decisivo è stato, tuttavia, il terzo quarto chiuso con un parziale di 25-13 a favore del Monaco. La difesa dei francesi ha messo molto in difficoltà la squadra di Kattash, che dopo qualche attacco a vuoto e palla persa, ha cercato di recuperare accelerando il ritmo ma facendo, in questo modo, il gioco dei suoi avversari. In quei minuti le tante palle perse, infatti, hanno concesso al Monaco molte occasioni di ripartenza prontamente sfruttate. Gli israelinai, invece di rallentare, hanno provato (seguendo la loro natura) ad accelerare anch’essi ma senza successo. In quei minuti, Baldwin e Brown in primis hanno mancato della lucidità necessaria per recuperare il controllo del match.
“Michael” Jordan Loyd
“Era Dio travestito da Jordan Loyd“. O forse, la famosa citazione non faceva proprio così. Ma questa frase ben si applica alla partita giocata dall’americano ieri sera. Dopo una prima gara decisamente insipida, Obradovic ha investito Loyd di responsabilità facendolo partire in quintetto e l’ex Zenit ha risposto presente. Loyd ha sfruttato molto bene i vantaggi secondari che la sua squadra creava per lui, attaccando forte le rotazioni del Maccabi e soprattutto punendole da tre punti. Che si trattasse di Colson o Brown, ogni volta la guardia del Monaco è riuscita a mandare fuori giri il proprio difensore o segnargli in faccia. Non è servita neanche la box and one provata per piccoli tratti dagli avversari: stasera Loyd era infermabile. Il tabellino finale è esplicativo: 33 punti, 5/5 da due, 5/9 da tre e 36 di valutazione. Una gara di “Jordaniana” memoria.