Gameplan: Milano stende il Partizan e fa tanta paura

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Milano prosegue il momento di forma infilando la sesta vittoria consecutiva e fermando una delle squadre più calde del momento. Il Partizan di Obradovic gioca un ottimo primo tempo ma alla lunga si deve arrendersi alla maggiore qualità del roster milanese, che ha trovato linfa vitale dalla cogestione di Pangos e Napier. 76-62 il finale.

Letture e qualità

La chiave della vittoria milanese passa ancora una volta dal quintetto con il doppio play. La loro capacità di entrare prima nei set offensivi e di costringere la difesa sul pick and roll a fare una scelta crea un effetto domino che rivitalizza tutto l’attacco. Si generano così triple aperte, capacità di sfruttare il gioco off ball e servire il post con un ritmo totalmente diverso.

Nello specifico la chiave è stata nella capacità di Pangos di sbloccare l’attacco nel secondo quarto. Milano fino a quel momento aveva sì generato ottimi tiri ma a volte aveva sbagliato le letture sul pick and roll causa la buona difesa del Partizan. Nel momento in cui Obradovic ha dovuto dare fiato a Lessort, l’ex Zenit ha prontamente giocato una serie di pick and roll con l’uomo marcato da Smailagic per sfruttare le difficoltà del serbo a livello di mobilità.
Da lì la partita gira perché Milano inizia a servire i rollanti con altri tempi. Innesca le uscite di Baron, il gioco off ball di Tonut e permette a Davies di avere ricezioni in post pulite sui mismatch.

Contenimento di Exum

Il quintetto con tre esterni di Milano sulla carta poteva patire molto contro un giocatore dal fisico debordante come Exum ma lo staff milanese è stato abile nel pensare a scelte difensive che hanno impedito all’australiano di prendere velocità e poter accendere i turbo reattori che ha al posto delle gambe.

Come prima cosa è da elogiare l’ottimo lavoro di Pangos, capace di tenere botta fisicamente. In secondo luogo è doveroso elogiare l’applicazione delle difesa di Milano nel non concedere mai campo per prendere velocità.
Nello specifico su tutti i suoi pick and roll l’ordine era di cambiare per mettergli sempre un corpo addosso. Nel frattempo la frontline milanese optava per un intasamento in area (Giannis Wall per gli appassionati NBA) e Ricci pronto a fare stunt dal lato debole. Area piena, poca luce e nessuna corsia di penetrazione.

Grande lavoro di Messina e dello staff nel non mandare mai sotto fisicamente la propria squadra contro Exum. L’ex Barcellona ha fatto una fatica enorme nel leggere la difesa e trovare le sue solite scorribande.

Tonut e difesa

Notevole la prova di Tonut nel limitare Kevin Punter nel secondo tempo. In avvio l’ex di giornata parte subito forte sfruttando i cambi difensivi di Milano e lucrando sulla scarsa condizione di Shields e la confusione di Luwawu-Cabarrot.

Nel secondo tempo Messina scongela l’ex-Reyer dalla panchina e lo manda sulle piste dello scorer di Obradovic, costringendo l’attacco del Partizan a passare da Avramovic e Madar.
Scelta difensiva di lucrare sulle loro difficoltà nel dover prendere decisioni palla in mano. Uscite forti per costringerli a metterli palla a terra e indirizzarli verso gli aiuti. Da lì palle perse, transizioni e ritmo in attacco per Milano.

Iso and Punter

Il Partizan al Forum riesce a imporre il suo ritmo compassato e fatto di isolamenti per sfruttare i suoi giocatori di 1 vs 1. In avvio è fondamentale Punter nel punire i cambi difensivi di Milano nei secondi finali dell’azione sfruttando le marcature individuali di Napier e Baron.

Scelta offensiva chiara di forzare il cambio e puntare in isolamento l’accoppiamento ritenuto debole. La difesa prova a mandarlo dentro ma Voigtmann, almeno in avvio, droppa troppo e lui puoi arrestarsi sul midrange e sfrutta la capacità di salire per il tiro e fare molto male a Milano. L’avvio è quasi tutto suo e delle sue letture.
Durante la partita gioca anche una buona difesa su Baron ma a lungo andare la fatica si sente e finisce per concedere quello spazio al suo diretto avversario che si rivelerà fatale.

Show e bump

In avvio Obradovic è molto bravo a sorprendere l’attacco di Milano con le sue scelte difensive. Opta per uno show forte sulla palla per tastare le capacità di Pangos e Napier nel far uscire il pallone dal raddoppio e poi per un bump (adeguamento dal lato debole per interrompere la corsa del rollante) dal lato debole per togliere la situazione di short roll a Milano.

Questa situazione, almeno in avvio, paga perché l’Olimpia ha cattive percentuali da fuori e Obradovic può intasare molto bene l’area per togliere le ricezioni profonde di Melli e Davies. Il miglioramento delle percentuali di Milano, unito alla migliore lettura della squadra biancorossa sul pick and roll riduce l’efficacia della scelta che comunque pagherà buoni dividendi per almeno 3/4 di partita.
Nel finale le opzioni offensive di Milano diventano troppo e anche Obradovic deve alzare bandiera bianca.

LeDay

Una delle chiavi dell’ottimo avvio del Partizan è nella capacità di LeDay di attaccare i lunghi milanesi e metterli in difficoltà. Sulle rotazioni forzate da Punter lui ha potuto sfruttare la scarsa mobilità di Voigtmann e la brutta serata di Hines per attaccare dal palleggio e dare un ulteriore opzione a un attacco con molto talento a disposizione.

Le sue scelte nel midrange fanno molto male alla difesa di Milano. La svolta è nella crescita di Davies e nella capacità del lungo dell’Olimpia di tenere le sue partenze in palleggio, arrivando a negare il tiro dalla media.

Da quelle situazioni LeDay ha fatico a leggere il passaggio d’uscita e costringendo i compagni a dover prendere tiri in emergenza su passaggi lenti e prevedibili. Anche lui come Punter, parte bene ma a lungo andare la difesa gli prende le misure e si eclissa.

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