Gameplan Olimpia Milano – Dinamo Sassari G2: c’è Gigi e anche la cremeria!

345

L’Olimpia Milano piega un’ottima Dinamo Sassari in gara 2 e si porta 2-0 nella serie. 80-75 finale permette agli uomini di Messina di mantenere il fattore campo nella serie e di poter andare a Sassari con due matchball sulla racchetta per andare in finale. È tempo di GamePlan. È tempo di andare nelle pieghe di gara 2.

Datome

Se l’Olimpia porta a casa la partita gran parte del merito è di Datome e della sua serata balistica. Entrato dopo un primo quarto offensivamente difficile per l’Olimpia, è il primo a suonare la carica.

Bucchi, per lunghi tratti della partita, deve mandare sulle sue piste Kruslin e Treier per poter dirottare Robinson e Dowe sugli handler milanesi. Milano sfrutta queste situazione per disegnare delle uscite dai blocchi, sia da ribaltamento dopo che il pick and roll sviluppato sul lato forte, sia dopo i consegnati di Hines.

Nel momento decisivo del terzo quarto ha anche il merito di vincere il duello in post con Jones, quando Milano inizia a cercarlo spalle a canestro dopo un blocco lontano dalla palle e conseguente Iverson Cut per generargli la ricezione. La sua partita offensiva è perfettamente sintetizzata nei 19 punti in 22 minuti. Imprescindibile.

Sassari c’è

La grossa differenza tra gara 1 e gara 2 è nella fisicità che la Dinamo riesce a mettere nella partita, a partire proprio dalla difesa.

In gara 1 la squadra sarda aveva spesso subito i pick and roll di Milano, rimanendo spesso “impastata” sui blocchi e andando in affanno sulle rotazioni. In gara 2 invece la situazione cambia totalmente e gli uomini di Bucchi non subiscono più i blocchi, ma alzano il livello della fisicità a tal punto da riuscire a passare sopra i blocchi, non concedendo più la separazione.

Dowe e Robinson giocano una partita magistrale da questo punto di vista. Su tutti i pick and roll di Napier e Pangos forzano il blocco passando sopra, spingono verso lo show  aggressivo del difensore del bloccante e spezzano il gioco a 2 sul nascere.

Se in gara 1 la paura di non soccombere nel pitturato aveva permesso a Milano di avere praterie al tiro, in gara 2 la scelta è stata di alzare l’aggressività sul perimetro per togliere il tiro da 3 e spingere dentro gli esterni di Milano.

Fondamentale, almeno in avvio, il contenimento dell’1 vs 1 di Jones su Shields. Milano cerca in tutti i modi di metterlo in partita con soluzioni statiche, l’ala sassarese tiene botta e mette ulteriori sassolini negli ingranaggi milanesi.

Quintettone

Il primo tempo è stato caratterizzato dalla difficoltà di Milano di contenere Bendzius, sia al tiro, sia nelle sua iniziative nell’attaccare la difesa.

Sassari gioca un pick and roll centrale che tende a coinvolgere Napier e Voigtmann, Milano stacca l’uomo in guardia per dare fastidio al palleggiatore dopo il pick e Sassari sfrutta il lato debole con il lituano che compensa il movimento per spaziarsi e tirare. Questa situazione ha fatto malissimo a Milano perchè l’ala di Sassari si è trovata spesso a tirare in testa a uno tra Baron e Napier.

La svolta della partita arriva quando Messina si gioca la carte del quintetto big, mettendo Shields e Datome come coppia di ali e Pangos a chiudere il settore esterni, con Hines e Ricci a chiudere il quintetto. Strutturazione big che cambia su tutto e manda in crisi l’attacco di Sassari che non riesce più a sfruttare i vantaggi fisici che aveva in ala.

Efficacia resa possibile da alcune ottime sequenze difensive di Shields su Dowe e da una insospettabile capacità di Datome di tenere nelle situazioni di post, quando cercato come mismatch difensivo.

Soluzione interessante che Messina potrebbe riproporre anche in gara 3, magari coinvolgendo maggiormente Tonut per mantenere alto l’impatto fisico sugli esterni. Un solo giocatore undersize nel reparto dietro di Milano.

Come ti faccio a fette con il pick and roll

Bucchi ha chiaramente studiato gara 1 e si è ricordato di come il pick and roll centrale fosse una delle poche cose che ha funzionato per gli isolani. Tanto da riproporlo in gara 2 ma con una maggiore velocità di esecuzione e con migliori scelte di tiro.

Messina continua a essere preoccupato delle bocche da fuoco della Dinamo (migliore squadra del campionato al tiro da fuori) e continua a optare per una difesa che non si stacca molto dai tiratori, soprattutto nelle situazioni di gioco a 2.

Su questa situazione lo staff della Dinamo ha l’ottima idea di coinvolgere sistematicamente Napier/Pangos e Voigtmann. L’uomo marcato dai play milanese deve giocare un pick and roll con l’uomo marcato dall’ex CSKA con lo scopo di esporre la poca mobilità laterale del lungo milanese, oltre che l’inevitabile gap fisico che Napier ha nei confronti di Robinson e Dowe.

Milano soffre tantissimo questa situazione per tutta la partita, soprattutto per l’ottima partita di Dawe a livello di scelte. Crea vantaggio dal contatto fisico, costringe la difesa a dover ruotare in emergenza e spesso prende di infilata Voigtmann, regalando tanti passaggi al bacio per Diop e Stephens, o ottime assistenze per l’ottimo Bendzius.

Sprazzi di Shields

Il giocatore danese parte male in gara 2 ma cresce con l’andare dei minuti, tanto da essere la spalla principale di Datome a livello offensivo. Ancora lontano parente del giocatore trascinante di un anno fa, chiude con 14 punti incoraggianti in ottica Playoff.

Milano continua a isolarlo sul quarto di campo, sia in situazioni di post, sia in situazioni di 1 vs 1 fronte a canestro. La sensazione però è che le ricezioni statiche lo mettano maggiormente in difficoltà e che lui prediliga un pick and roll per un arresto e tiro da 2.

Tutte le situazioni migliori di Shields sono arrivati da tiri in ritmo generati da un blocco sulla palla, lui che sfrutta il pick and roll e di fatto “aggira” l’incombenza di doversi creare un tiro, sfruttando il lavoro del compagno.

Timidi segnali ma che danno qualche speranza in più per il futuro.

Bendzius

La partita dell’ala lituana è un remake della partita di 12 mesi fa, quando sempre al Forum fu il principale terminale offensivo della squadra di Bucchi.

In una brutta serata al tiro degli ospiti, lui è l’unica a segnare con continuità. Soprattutto nei primi 20 minuti.

Milano spesso lo perde sui blocchi sul lato debole, lui punisce senza esitazione. Con l’andare dei minuti la difesa si adegua e lui è bravo ad attaccare dal palleggio (situazione dove non sempre è a suo agio) per sfruttare ancora meglio i campanelli d’allarme che si accendevano ogni qual volta riceveva sull’arco.

Anche un difensore come Melli ha faticato e non poco nel contenerlo. 21 punti in 27 minuti. Il vero indicatore del rendimento di Sassari. Quando è efficace al tiro, l’attacco della Dinamo ha tutto un altro spacing da sfruttare.

Sarà uno degli uomini chiave per provare ad allungare la serie in gara 3.