Vibrante sfida tra Olympiacos e Fenerbahce in gara 2, dove gli uomini di Itoudis si impongono in un finale in volata per 78-82. I turchi hanno il merito di riemergere dopo un primo quarto molto difficile che li vede sprofondare fino al -16, grazie alle risposte della panchina e alla crescita del giocatore che forse più di tutti rappresenta l’ago della bilancia di questa squadra: Nigel Hayes-Davis. Ora la serie si trasferisce a Istanbul e la sensazione che questa sia un accoppiamento 1-8 solo formalmente. Il meglio deve ancora venire: in GamePlan saremo lieti di analizzarlo.
1° quarto clinic
L’avvio dell’Olympiacos lascia presagire un’altra larga vittoria dei padroni di casa, che riprendono da dove avevano lasciato in gara 1, ossia martellando da fuori e sfruttando il pick and roll tra Fall e Walkup per generare vantaggi.
Ancora una volta la difesa di Itoudis è in difficoltà nel contenere le accelerazioni dell’ex giocatore dello Zalgiris. Calathes non riesce a fermare la palla e lui, come al solito, ne approfitta per prendere vantaggio sul pick and roll, sia per le conclusioni personali, sia per innescare i compagni. Dal suo lavoro e il conseguente movimento della difesa in affanno si generano le triple che mandano avanti fino al +16 la squadra di casa.
Difesa e transizione
Ripartendo dalle ottime cose di gara 1, Bartzokas ripropone una difesa che cambia quasi sempre per rimanere aggressivo sulla palla, con l’eccezione dei blocchi che coinvolgono Fall. La costante è l’ottima capacità dei giocatori dell’Olympiacos di tenere i cambi difensivi e di riuscire a togliere le linee di passaggio a Jekiri e Motley. Soprattutto nel primo tempo, Calathes prova a innescare i suoi compagni nel pressi del ferro, ma le rotazioni dei padroni di casa sono puntuali e portano a diverse palle recuperate che alimentano la transizione.
Le difficoltà di Dorsey, grande assente della serie e in netta difficoltà per il trattamento che gli sta riservando Walkup, non aiutano Itoudis a trovare una soluzione alle difficoltà della sua squadra a generare in palla in mano.
La scelta di fondo rimane la stessa: si mette pressione sulla palla, si concede qualcosa, ma mettiamo il Fenerbahce davanti ai suoi limiti nel generare palla in mano.
Nigel Hayes-Davis
Non è un caso che al buon rendimento di Nigel Hayes-Davis è coincisa una vittoria del Fenerbahce. Dal rendimento costante di tutta la stagione, è il giocatore che forse più di tutti incide sulla squadra di Itoudis. Equilibratore prezioso grazie alla sua capacità di giocare sia interno che aprendosi sul perimetro e che permette al Fenerbahce di aver sempre una certe presenza fisica in campo.
In gara 2 chiude con 15 punti ma soprattutto un letale 3/5 da tre che fa malissimo alla difesa dell’Olympiacos in un momento in cui la presenza di tre esterni regalava diversi mismatch fisici, quindi inevitabili adeguamenti dal lato debole.
A livello offensivo è molto bravo a giocare contro i limiti difensivi di Vezenkov quando viene attaccato frontalmente in 1 vs 1 e in post. A tempo perso è anche il motivo principale per cui il bulgaro chiude con 1/4 da tre. L’Olympiacos gioca molte situazioni di pick and pop che coinvolgono l’ex Barcellona, ma Hayes-Davis ottimo nel fare show per rallentare il palleggiatore e altrettanto ottimo nel ruotare su Vezenkov per togliere il tiro e costringerlo a mettere palla a terra, la situazione in cui si trova meno a suo agio.
Altalena di handler
Uno dei motivi che portano alla sconfitta dell’Olympiacos in gara 2 è la poca costanza dei suoi handler principali.
Il giocatore più continuo tra gara 1 e gara 2 e senza ombra di dubbio Walkup. Il migliore interprete del pick and roll con Fall/Bolomboy/Black e il migliore nel leggere le riaperture di Vezenkov. Non che quello con le gambe più fresche per attaccare fin dai primi secondi sul pick and roll, arrivando spesso al ferro. Il grosso problema è che a tempo perso si deve spesso occupare dell’esterno più pericoloso ed è normale che nei finali sia meno lucido. Nel finale di gara 2, nonostante un’ottima conduzione, ha lasciato il proscenio a Sloukas, risultando più marginale sul finale della partita.
Sloukas gioca un’ottima partita dal punto di vista numerico, chiudendo con 18 punti figli soprattutto dell’ottimo ultimo quarto, ma guardando la partita è parso spesso “distratto” nelle scelte offensive non offrendo una conduzione all’altezza della sua fama. La difesa decide di cambiare sui i suoi pick and roll per mantenere alta la pressione sulla palla e spingerlo dentro, lui sfida il cambio ma spesso ha letto male e in ritardo il passaggio per il mismatch, arrivando o alla palla persa o a una riapertura in emergenza. Nell’ultimo quarto mette lo zampino ricordandosi il nome che porta sulla maglia, ma la sensazione è che non sia al 100% della condizione.
McKissic e Canaan, a differenza di gara 1, non hanno impatto a livello offensivo. La prestazione balistica di due giorni è un lontano ricordo e le doti dei due in 1 vs 1 non portano a un gran che questa sera.
Tanto che l’ex Kazan gioca solo 16′ e soffre la difesa ICE ogni volta che prova a giocare un pick and roll laterale. A differenza di Walkup, non ha visione e taglia per “scavalcare” la difesa che manda verso il fondo, finendo spesso in angolo senza grosse soluzioni.
McKissic torna a un più canonico 1/3 nel tiro pesante e la difesa torna a scommettere sulle sue percentuali. La difesa continua a cambiare su di lui come in gara 1, concedendo comunque il tiro ma facendo quel lavoro a elastico che gli ha impedito di prendere velocità con il suo primo passo.
All’improvviso Edwards
Quasi completamente spettatore in gara 1, grande protagonista in gara 2. Il primo vero squillo offensivo del Fenerbahce passa dalle mani di Edwards. La sua scarica di triple nel secondo quarto ha il merito di smuovere un attacco che in quel momento era in profonda crisi.
Il suo ingresso in campo coincide con quello di Sloukas e la scelta di Bartzokas di accoppiare il suo play all’esterno del Fenerbahce, convinto di nasconderlo difensivamente non avendo un giocatore che possa attaccare dal palleggio e metterlo dentro i pick and roll. Situazione che si verifica, ma che non porta ai risultati sperati, perché Itoudis sfrutta questo accoppiamento per chiamare una serie di blocchi verticali per le sue uscite. Il greco non ha il passo per stare dietro alla sua rapidità, si ferma sui blocchi e Edwards è libero di colpire dall’arco.
Una svolta sbloccato da fuori chiude il cerchio con una serie di penetrazioni che vanno sempre a punire Sloukas. Uscite dai blocchi, adeguamenti sul lato debole e penetrazioni ad attaccare il ferro. Il Fenerbahce rientra in partita grazie ai 16 punti di Edwards.
Guduric
Un’altra chiave di svolta della vittoria turca è nell’ultimo quarto quando Itoudis decide di rinunciare a Calathes e di affidare a Guduric la creazione di vantaggi dal pick and roll. E nell’ultimo quarto il giocatore serbo, in collaborazione con Hayes-Davies, inizia a una serie di giochi a 2 che vanno sistematicamente a punire i punti deboli della difesa.
La collaborazione tra i due è ottima nel portare sempre uno tra Sloukas e Vezenkov dentro il pick and roll con Motley. Bartzokas prova a mettere in marcatura Walkup, Itoudis risponde con doppio pick and roll alto per costringere la difesa a cambiare per poi attaccare l’accoppiamento favorevole.
Il finale passa tutto dalle sue mani e chiuderà la serata con 8 punti e 4 assist, quasi tutti nel momento cruciale della sfida.
Onda d’urto
Una costante positiva delle due partite del Fenerbahce è la notevole pressione al ferro. Motley, Pierre, Hayes-Davis e Guduric vanno a rimbalzo con ottimi tempi e la loro stazza unita alla mobilità li rendono dei clienti scomodi da tagliare fuori. L’Olympiacos è una squadra più piccola come stazza, ha sicuramente messo in conto di andare sotto a rimbalzo dovendo spesso cambiare come scelta difensiva, ma una eccessiva passività nel secondo tempo li ha condannati.
E nel finale di partita questa cosa si è presentata in maniera più evidente quando Bartzokas, per avere maggiore qualità contro la difesa del Fenerbahce, opta per un quintetto con tre esterni come Sloukas, Walkup e McKissic.
Nelle fasi finali i rimbalzi offensivi contro questo quintetto hanno fatto al differenza. Inoltre, come ulteriore complicazione, l’accoppiamento che ha visto coinvolto McKissic contro Pierre ha spesso generato scompensi difensivi che il Fenerbahce ha sempre punito con i tiri da 3 punti. La squadra di Itoudis ha sistematicamente cercato questo accoppiamento nei primi secondi, l’Olympiacos si è dovuto adeguare per non andare troppo sotto fisicamente, ma esponendosi alle ottime percentuali di Hayes-Davis.
Gara 2 si decide su questo aspetto che sarà oggetto di valutazione da parte dello staff greco. Dovranno trovare un modo per ribattere in maniera migliore ai quintetti big del Fenerbahce.