Una grandissima prestazione di Sloukas guida la vittoria dell’Olympiacos nella decisiva gara 5 contro il Fenerhbace per 84-72. I greci fanno valere la statistica che vuole sempre vincente la squadra di casa quando si arriva alla bella e conquistano la qualificazione alle Final Four di Kaunas. Il Fenerbahce è parso troppo spuntato offensivamente per poter impensierire una difesa che in questa partita ha messo in campo una delle sue migliori versioni.
Kostas Sloukas
Ancora una volta dobbiamo partire dalla grandissima partita di Kostas Sloukas per spiegare i motivi del successo dell’Olympiacos in una serie come questa. Contro una squadra che ha giocato molto contro i suoi punti di forza (soprattutto i ribaltamenti di lato che caratterizzano l’attacco corale degli ateniesi), serviva quell’elemento che tirasse fuori la prestazione sopra le righe e che potesse improvvisare anche fuori dallo spartito. 22 punti, 6 assist, 27 di valutazione e una prestazione che è un inno al gioco.
Andando oltre ai numeri c’è un aspetto che è la perfetta esemplificazione del dominio che il play greco ha avuto sulla partita: la gestione dei cambi difensivi del Fenerbahce.
In avvio di partita Itoudis gioca la medesima difesa che ha usato per quattro partite: cambio tra esterni, sui pick and roll, lo si manda dentro per togliere il tiro da 3 e lo si costringe a un ribaltamento difficile per non armare i tiratori sul perimetro. Ad ogni azione corrisponde una reazione e lui gioca uno Spain pick and roll, dando l’idea di voler servire Vezenkov, quando il bersaglio è Black è la sua capacità di giocare contro lo switch difensivo. Palla servita con tempi ottimi e ricezioni profonde del lungo in maglia Olympiacos.
Itoudis, presso atto che questa scelta difensiva non stava pagando, chiede a Motley di cambiare in maniera più aggressiva per provare a togliere la palla dalle mani all’avversario, ma Sloukas legge perfettamente lo switch difensivo e fa una delle cose che manda più in crisi le difesa: partenza, rallenta, finta di arresto e poi riparte. E qui la difesa del Fenerbahce salta completamente, dandogli sempre una facile via per appoggi comodi.
Kostas Papanikolaou
La prestazione dell’altro grande senatore dell’Olympiacos è passata sotto traccia a causa della grande serata di Sloukas, ma se i padroni di casa vincono con una certa autorità la quinta partita è anche per la grande prestazione su i due lati del campo di Papanikolaou.
Difensivamente ha mantenuto uno standard molto alto come per il resto della serie, andando ulteriormente ad alzare il suo rendimento nella partita più importante. Il suo lavoro in post contro un cliente scomodo come Hayes-Davis ha permesso alla difesa di Bartzokas di non dover mai ricorrere a raddoppi. Palla in post con 1 vs 1 tenuto per almeno due palleggi, Fall che si abbassa ma non ruota, attaccante in post spinto contro l’aiuto di Fall e conseguente area piena per togliere la linea di passaggio.
Ma più che il rendimento difensivo, quello che ha fatto realmente saltare il banco del piano difensivo di Itoudis è stata la sua produzione offensiva, quasi del tutto assente nei primi 4 episodi della serie. 14 punti con un perfetto 5/5 da 2 contro una difesa che ha spesso concesso le sua partenza in palleggio hanno rappresentato un ottimo viatico per la vittoria. Il più classico “punire le scelte della difesa”.
Marko Guduric
Marko Guduric è il principale motivo che tiene il Fenerbahce attaccato alla partita per almeno 25 minuti. In una serata molto difficile al tiro, lui è l’unico degli esterni di Itoudis che trova il canestro con continuità, riuscendo a giocare contro le scelte difensive della difesa dell’Olympiacos.
La partita ha quasi sempre detto Olympiacos ma l’unico momento realmente positivo del Fenerbahce, dove arriva anche l’unico vantaggio, passa da una sua grande sequenza offensiva. Messo in campo con l’ordine di attaccare Sloukas e di tirare dentro nei pick and roll Fall, sfrutta la difficoltà del greco nel passare sopra i blocchi di Motley/Jekiri e gioca perfettamente in quella “terra di mezzo” tra il blocco e il drop del lungo. L’ex-Asvel rimane troppo dentro e lui punisce da fuori. 9 punti in fila, +4 Fenerbahce a 4 minuti e 40 secondi dalla fine del secondo quarto e Bartzokas che chiama time out per fermare l’emorragia difensiva.
Nel secondo tempo la sua verve offensiva non si ferma ma si trova troppo solo in un reparto esterni che è stato stritolato dalla difesa dell’Olympiacos. Ultimo ad arrendersi, chiude con 26 punti figli di uno strabiliante 8/12 da tre.
Motley
L’altra nota lieta della partita del Fenerbahce è la prestazione di Motley. Unico a trovare il canestro con regolarità tra le file turche insieme a Guduric, ma anch’esso troppo solo in un reparto lunghi che ha totalmente bucato la serata.
In avvio soffre molto la presenza di Fall a rimbalzo e fatica a prendere ritmo causa problemi di falli (3 in rapida successione). Ma vista l’impalpabilità di Jekiri e la necessità di punire i cambi difensivi sempre più estremi dell’Olympiacos, Itoudis rischia e lo tiene in campo per buona parte del secondo tempo. Dal suo lavoro a rimbalzo, dal suo 6/8 da 2, sono nati canestri “sporchi” che hanno tenuto viva una partita che stava scivolando lentamente via e che probabilmente sarebbe finita molto prima di quanto poi è effettivamente successo.
Come nel caso di Guduric, uno degli ultimi ad arrendersi.
Cambi e pressione sulla palla
Se in attacco l’Olympiacos si è giovato della masterclass di Slouaks, difensivamente è tutta la squadra ad aver giocato una partita che rasenta la perfezione. Il canovaccio è il medesimo delle quattro sfide: si cambia sempre tra esterni per tenere alta la pressione e si riempie l’area per proteggersi dalle ricezioni in post di Pierre e Hayes-Davis.
La differenza è nella qualità del lavoro difensivo svolto a partire dalla pressione sulla palla. Walkup non brilla offensivamente, ma difensivamente torna su i suoi standard. Canaan diventa difensore per una notte e McKissic conferma di avere fisico e mobilità laterale per stare con tutti gli esterni in maglia gialloblu. Un solo reale punto debole difensivo (Sloukas), facile da nascondere se 4 compagni lavorano così bene nel contenimento dell’1 vs 1. Ricetta tanto semplice quanto efficace.
A chiudere il cerchio, la difesa di Bartzokas ha lavorato molto bene per togliere la palla dalle mani di Edwards e Dorsey, costringendo Pierre, Motley e Hayes-Davis a dover cercare fortuna dal palleggio.
McKissic
Nel parziale di 15-2 che sul finire del secondo quarto spacca in due la partita c’è il grosso zampino di McKissic. Vero fattore X della serie dell’Olympiacos, ha contribuito anche in gara 5 con 11 punti alla sua maniera (incursioni a tutto campo sfruttando il suo primo passo), sfruttando l’impossibilità degli esterni del Fenerbahce di contenerlo in 1 vs 1.
E sempre nel parziale di 15-2, il suo lavoro difensivo è una delle chiavi che alimentano l’attacco Olympiacos dalla transizione. Tiri forzati e palle perse turche che hanno generato transizione offensiva.
Da suo ingresso in campo permette a Bartzokas di “dirottare” Sloukas su Calathes (fino a quel momento in grossa difficoltà contro Guduric), togliere il mismatch difensivo a favore degli ospiti e di avere quei due stop difensivi sul giocatore serbo che imbrigliano del tutto l’attacco avversario. Contenimento dell’1 vs 1 perfetto. Se la partita gira in quel determinato momento, lo fa anche per il suo lavoro su i due lati del campo.
Sante e maledette percentuali
E alla fine torniamo sempre qui. Tutto è molto più complesso quando non fai canestro da fuori e la difesa può permettersi il lusso di “aspettarti” in area. Ed è esattamente quanto è successo al Fenerbahce in gara 5. Tolto l’8/12 di Guduric, il resto della squadra ha tirato con pessime percentuali.
Sia con gli esterni designati a punire in 1 vs 1 come Edwards e Dorsey, sia con le ali che avrebbero dovuto fornire con la loro doppia dimensione un modo per scardinare la difesa. Mancato il tiro, mancata la creazione dei tiri stessi ed è mancato una spalla per Guduric. Troppo poco per poter vincere contro una squadra che invece non ha sbagliato nulla del suo piano partita.